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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Dicembre 1999
 
   
  PVC: SICUREZZA E AMBIENTE. FATTURATO 10.000 MLD.25.000 ADDETTI

 
   
  Milano, 14 Dicembre 1999 -  Il Centro di Informazioni sul Pvc e Federchimica hanno presentato a Milano il primo rapporto sull´industria italiana del Pvc elaborato da una indagine del Centro per l´Innovazione e la Ricerca Chimica (Circ) di Federchimica. Graziano Vidotto, del Circ, ha riferito che per il 1998 il bilancio socio-economico dell´intera filiera del Pvc è rappresentabile da circa 10. 000 miliardi di fatturato e 1200 aziende con 25. 000 addetti diretti che forniscono il mercato e la società italiana di manufatti e beni destinati a settori applicativi e industriali quali edilizia, imballaggio, isolamento elettrico, tempo libero e dispositivi medicali. Vidotto ha anche detto che"la sicurezza dei manufatti in Pvc è garantita dalle esistenti norme e legislazioni specifiche dei singoli settori applicativi come dispositivi medicali, imballaggio alimentare, trasporto di fluidi in edilizia e nei lavori pubblici e comportamento al fuoco. All´interno del rispetto delle norme e leggi che si basano sulle migliori conoscenze scientifiche, esistono per l´industria del Pvc, così come per tutte le attività umane, ulteriori margini di lavoro per aumentare la sicurezza e la compatibilità ambientale. Su questi l´industria italiana del Pvc è determinata a procedere al passo con lo sviluppo delle conoscenze ( che essa contribuisce a promuovere) cercando di capire il più possibile in anticipo potenziali problemi, sia pure piccoli, per poterli risolvere". Vidotto ha anche affermato che "apertura, trasparenza e disponibilità al confronto con tutti gli interssati sono una scelta strategica dell´industria italiana del Pvc per aumentare le conoscenze e per fornire alla società prodotti sempre più sicuri e rispondenti alle esigenze dei consumatori". Guido Venturini, direttore generale di Federchimica, ha detto che "l´industria chimica di produzione del Pvc ha un considerevole peso socio-economico nel nostro Paese, sia sul piano dei prodotti, sia per quanto riguarda le dimensioni, con 1400 miliardi di fatturato e 1400 addetti, rappresentando il 10% del settore cloro-soda e oltre l´11% della chimica italiana". Venturini ha aggiunto che l´industria del Pvc, ma anche quella del cloro-soda, hanno sviluppato e adottato particolare attenzione ai problemi della sicurezza, dell´ambiente e della salute, partecipando al programma Responsible Care promosso in Italia da Federchimica nel 1992. Le imprese che partecipano a Responsible Care portano avanti un´ampia e articolata azione di prevenzione e di miglioramento continuo delle proprie performance ambientali e di sicurezza, azione che ha comportato nel 1998 investimenti in questo campo di circa 1500 miliardi. I risultati si sono visti tra il 1989 e il 1998: ad esempio, le emissioni in acqua sono calate del 58 % e quelle in aria del 90%". Alla riunione sono intervenuti anche il professor Marco Maroni, docente all´Università di Milano, e il dottor Roberto Fanelli, direttore del Dipartimento di Ambiente e Salute dell´Istituto Mario Negri: Maroni ha detto che dal punto di vista della Medicina del lavoro "siamo ragionevolmente convinti che le condizioni di lavoro negli impianti attuali di produzione di Cvm/pvc sono sicure e confrontabili con quelle che ci sono nella lavorazione delle altre sostanze chimiche: naturalmente, la situazione attuale viene tenuta sotto stretta e continua osservazione, anche attraverso miglioramenti nella strumentazione e nelle metodologie, per quanto riguarda livelli espositivi e controlli della salute". Fanelli ha detto che i settori dell´imballaggio alimentare e medicale, come pure prer i giocattoli destinati ad essere succhiati e masticati esiste un quadro legislativo italiano di riferimento che include una lista positiva di materiali e additivi utilizzabili e prevede controlli e verifiche sui manufatti per assicurare la loro non influenza sulla qualità dell´alimento e del farmaco e sulla salute dell´utente. Specificatamente la migrazione di sostanze chimiche dagli imballaggi ai prodotti in essi contenuti e dai giocattoli agli utenti è definita da normative e leggi, basate sulle migliori conoscenze tossicologiche esistenti ed il rispetto di queste garantisce la pratica assenza o meglio la minimizzazione dei rischi a livelli infinitesimali". (Omniapress) .  
   
 

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