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Notiziario Marketpress di Mercoledì 15 Dicembre 1999
 
   
  ECONOMIA DIGITALE L´ITALIA IN INTERNET QUALI OPPORTUNITÀ: SINTESI DEL 3° WORKSHOP ALL´UNIVERSITÀ CATTOLICA DI PIACENZA

 
   
  Piacenza 15 dicembre 1999 - Il 3 dicembre 1999 si è svolto presso l´Aula Magna dell´Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza il 3° Workshop della serie "L´italia in Internet", interamente dedicato alle tematiche dell´economia digitale. Questo documento riassume brevemente i contenuti degli interventi dei relatori e dei dibattiti che hanno avuto luogo durante il workshop Il workshop è stato organizzato dal Centro di Ricerca sulle Applicazioni della Telematica alle Organizzazioni e alla Società (Cratos) della Facoltà di Economia dell´Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza in collaborazione con Mills&mills Consulting e con il World Institute for the Digital Economy (Wide). La realizzazione del workshop è stata resa possibile grazie al sostegno di Banca Regionale Europea, Consiel e Vecomp Software. Il principale obiettivo è stato quello di creare un´occasione di dibattito tra quanti in Italia osservano l´evoluzione dell´economia digitale e del commercio elettronico e ne hanno a cuore la crescita e la diffusione nel nostro Paese. Seguendo uno schema collaudato, l´incontro ha previsto una giornata di lavoro su alcuni temi di discussione cui non solo gli esperti del settore ma tutti gli individui e le aziende interessati sono stati chiamati a partecipare attivamente. Chiunque abbia a cuore le sorti future del proprio Paese deve oggi chiedersi anche come esso si stia comportando di fronte alle sfide poste dalla nuova economia digitale. I nuovi scenari che si stanno delineando sempre più chiaramente vengono percepiti come una grande opportunità o piuttosto come un potenziale rischio ? Il nostro Paese è pronto ad accogliere con favore, a sperimentare, a contribuire al cambiamento dei modelli di business o teme piuttosto il cambiamento e lo ostacola o lo ignora ? In questo secondo caso, il Paese finirà inevitabilmente per subire l´avvento delle realtà imprenditoriali che si stanno affermando nelle economie più evolute del mondo anglosassone in particolare negli Stati Uniti e nel Nord Europa vittima passiva anziché soggetto pro-attivo capace di stimolare e gestire lo sviluppo di questo importante fenomeno socio-economico di fine millennio. La posizione dell´Italia nei confronti del commercio elettronico via Internet il fenomeno più interessante e più importante nella telematica di questo quinquennio è talmente più debole di quella dei Paesi ai quali amiamo paragonarci da destare in molti osservatori comprensibili preoccupazioni. Anche se ci si limita a considerare l´Europa, la cui debolezza rispetto agli Stati Uniti non può che preoccupare, l´Italia risulta arretrata in tutte le dimensioni rilevanti del fenomeno. Come già in molti campi dell´informatica e delle sue applicazioni, anche in quello dell´economia digitale l´Italia è praticamente assente dal concerto internazionale. Esistono o no contributi innovativi nel campo dell´economia digitale che l´Italia dà alla comunità mondiale di Internet? E viceversa, vi sono benefici, o comunque effetti tangibili, che questa nuova economia produce già ora sulla società, sulla cultura, sull´istruzione, sull´impresa, sulla qualità della vita italiana? Questi benefici potrebbero essere maggiori se Internet in Italia fosse più diffusa, meglio conosciuta, meno temuta? Le risposte a queste cruciali domande non sono ovvie. Per discuterle, il Cratos ha organizzato questo Workshop su "L´italia in Internet Economia digitale: quali opportunità per il nostro Paese?". Naturalmente, trovare risposte corrette a domande come queste non porta soltanto ad una migliore comprensione delle conseguenze della nuova economia digitale in Italia, ma può anche suggerire rimedi o azioni di miglioramento. Di seguito riportiamo il Programma del Workshop sessione I: Le opportunità di business nell´economia digitale: moderatore L. Delgrossi (Cratos), i nterventi di: A. Aparo (Università La Sapienza di Roma), M. Cunico (Vecomp Software), A. Pegoraro (Yahoo Italia), R. Vergara (Logos). Sessione Ii la comunicazione e il marketing in rete: Moderatore W. G. Scott (Centrimark Università Cattolica di Milano), interventi di: W. G. Scott (Centrimark Università Cattolica di Milano), E. Dainesi (Web Marketing Tools), F. Moggi (Clickit Internet Advertising). Sessione Iii: Come favorire lo sviluppo dell´economia digitale in Italia: Moderatore D. Ferrari (Cratos), interventi di: R. Biscaro (Consiel), A. Busetto (Ministero dell´Industria, Commercio e Artigianato), C. Gramaccia (American University of Rome), E. Tosi (Università Statale di Milano-bicocca). Sessione Ivcommercio elettronico e organizzazioni virtuali: moderatore M. De Marco (Università Cattolica di Milano), interventi di: B. Hickmann (Rwth Aachen), A. Mills (Mills & Mills Consulting), W. Steenbackers (Royal Netherlands Military Academy), G. Schiller (Schiller Consulting). Sessione V lo scenario globale: economia ed infrastrutture, moderatore: M. Galli (Irix), interventi di: C. Fonda (Ictp Trieste), E. Murelli (Cratos), G. F. Piacentini (World Institute for the Digital Economy), E. Damiani (Internet News). Nel corso della prima sessione: Le opportunità di business nell´economia digitale, Andrea Aparo sottolinea come in un mondo come quello dell´economia digitale in così forte evoluzione qualunque tipo di analisi o progetto di lungo periodo rischia di arrivare tardi e di risultare inutile perché già superato dai cambiamenti in atto. Per cui la consapevolezza del fenomeno Internet da parte delle imprese non può avvenire attraverso studi o ricerche, ma deve essere maturata sul campo. In genere le aziende nel loro approccio al Web passano attraverso tre fasi: 1. Realizzazione di pagine stile brochure on-line; 2. Primi passi verso la realizzazione di un progetto di commercio elettronico. Si propongono i propri prodotti saltando il canale distributivo; ciò in genere causa un problema di rapporti con i distributori che si sentono minacciati, mentre sarebbe opportuno che l´e-commerce affiancasse la normale rete distributiva senza sostituirvisi ; 3. Progetti di E-business; si viene a creare un core business configurato su Scoperta, Negoziazione con e Transazione con il cliente, in un´ottica in cui si vende ciò che si ha secondo le esigenze del cliente. Lo sviluppo progressivo di questa ultima fase genera nuovi modelli di business: agorà; alleanza; aggregazione; catena del valore. Caratteristica comune a questi nuovi modelli è il peso assunto dall´importanza di avere un buon grado di personalizzazione del prezzo cioè di saper vendere lo stesso prodotto a consumatori diversi a prezzi diversi. Maurizio Cunico, commentando il caso di studio Arca Direct (società che offre polizze assicurative on-line) ha evidenziato l´avanzare di una nuova cultura nella gestione dei siti che è quella di creare un Database clienti in modo molto accurato per poterla successivamente gestire al meglio in futuro. Tuttavia esistono problemi relativi alla nuova economia digitale quale, ad esempio, la scomparsa dei rapporti umani diretti ed il conseguente bisogno di sostituzione di questi con un buon valore alternativo dei servizi offerti, bisogno stimolato anche dai decrescenti costi di realizzazione tecnica di progetti per il Web ad alta replicabilità, il che implica che il vero plus di un sito non sono le competenze per realizzarlo, ma i servizi che vi vengono collegati. I servizi che danno valore al sito al momento possono essere considerati l´abbattimento dei prezzi per l´utente finale e l´interattività che in parte può compensare il rapporto umano. Alessandro Pegoraro, presenta il caso di Yahoo!italia. Yahoo! è l´esempio di un sito nato come motore di ricerca e poi evolutosi nel senso del servizio al cliente. Tale concetto di servizio al cliente si è spinto fino al limite di fornire al soggetto anche i dati dei concorrenti sull´argomento che sta cercando in modo da poterlo soddisfare. L´obiettivo di Yahoo! è infatti quello di mantenere il cliente all´interno delle pagine del sito; ma per mantenere un cliente l´unico modo è quello di creare un cliente soddisfatto. Rodrigo Vergara presenta il caso Logos. Logos punta, per fidelizzare il cliente in un mercato in cui il cliente è sempre più attento alle proprie scelte ed in cui i confronti sono fatti con un´amplissima schiera di concorrenti, sulla fornitura di servizi gratuiti in modo da indurlo a ricorrere ai servizi a pagamento di traduzione della società. Nel corso del successivo dibattito, questi sono i punti chiave emersi: a. L´economia digitale ha il suo punto di forza nel poter scavalcare la distribuzione con le relative catene ad alto costo ed a basso valore aggiunto, permettendo di creare un rapporto diretto produttore-consumatore per entrambi proficuo. B. Il marketing sulla rete deve mutare di conseguenza, in quanto ha l´opportunità di agire su ogni singola domanda. C. In tal senso l´azienda deve divenire un infomediario, cioè un intermediario nello scambio di informazioni tra il cliente e l´azienda stessa. D. Per conseguenza il ruolo di fornitori e clienti deve cambiare e devono essere eliminate le sacche di inefficienza nelle aziende. Nel corso della sessione Ii: La comunicazione e il marketing in rete, Walter G. Scott ha messo in luce le trasformazioni che la catena del valore subisce passando da un sistema di tipo tradizionale ad uno digitale, in particolare: il costo di produzione risulta ridotto a seguito dei minori costi di stoccaggio, di trasformazione, di esposizione e di vendita; il valore aumenta significativamente grazie ai brevi tempi di consegna, ai servizi aggiuntivi, all´assistenza continua e ultimo ma non meno importante al rispetto delle caratteristiche previste dal cliente. È importante a questo punto cercare di capire dove stia l´innovatività, prendiamo ad esempio i costi di stoccaggio, la loro riduzione non è un fenomeno del tutto nuovo, basti pensare alle politiche di Just in Time volte a mantenere scorte di magazzino minime, ma sufficienti, adottate in Giappone già da alcuni decenni oppure all´integrazione nei rapporti con i fornitori, Ford ne è un esempio. Il perno di tutto il sistema digitale è la possibilità di poter fare tutto stando seduti sulla poltrona del proprio ufficio, direttamente da casa. Questo è il vero vantaggio che offre l´economia digitale (Amazon ne è un valido esempio) ed è questa la nuova leva su cui le imprese devono basarsi per avere successo. Il baricentro dell´attività tipica delle imprese subisce quindi un nuovo spostamento da una logica basata sulla produzione si passa ad una basata sulla distribuzione. Di conseguenza le imprese devono fare i mercanti. Emauele Dainesi ha sottolineato durante il suo intervento l´importanza per tutte le imprese che operano in Internet di "collezionare" persone cioè di fidelizzare l´utente. Il consumatore (utente) moderno è caratterizzato, durante le sue scelte, da razionalità, informazione, istruzione e tutto ciò lo rende meno fedele in quanto è in continua ricerca di opportunità sempre migliori di conseguenza le imprese devono cambiare il modo di fare marketing. Gli imprenditori devono capire cos´è la fiducia, come crearla e come trasformarla in fedeltà. Un primo passo importante per fare ciò, potrebbe essere, ad esempio, quello di capire qual è la soddisfazione reale dell´utente dopo aver visitato un sito. Altro fattore importante sottolineato da Dainesi è il modo in cui può essere fatta pubblicità attraverso e-mail. Fino a qualche tempo fa era molto diffuso il fenomeno dello Spam (invio di mail contenenti informazioni a cui non tutti sono interessati, ad esempio: << Vieni a sciare?>> e magari il destinatario non è capace) oggi invece ci si muove verso un sistema di Permission Marketing cioè un orientamento che prevede innanzitutto la comprensione delle esigenze delle utente e in un momento successivo l´eventuale invio di pubblicità mirata. In sostanza si tratta di capire o chiedere direttamente all´utente cosa vorrebbe e successivamente inviare una newsletter. La logica del permesso risiede dunque nel capire cosa vuole l´utente prima di offrirglielo. Franco Moggi è direttore commerciale di Clickit, azienda che si occupa della pubblicità sul Web. Clickit è il primo esempio di venture capital (più imprese conferiscono denaro per la realizzazione di un progetto) italiano. Clickit pubblicizza i prodotti attraverso banner (manifesti elettronici, striscioni) collocati negli spazi loro riservati in ogni pagina Web. A differenza di quanto avveniva tempo fa la pubblicità non è più generica, bensì mirata (direct e-mail). Nel mondo Internet, a differenza di quanto accade nella realtà, è possibile aver un costante monitoraggio del gradimento della pubblicità e qualora si riscontri il mancato successo di un´iniziativa, deve (e può facilmente) essere modificata al più presto. Una volta terminati gli interventi W. G. Scott ha promosso una riflessione interessante sulla situazione delle piccole medie imprese italiane ed il loro rapporto con il mondo dell´economia digitale. La situazione italiana non si presenta come una delle più rosee poiché vi è una scarsa preparazione delle imprese ad entrare in Internet; le Pmi rappresentano il perno della nostra crescita economica grazie alla capacità di rispondere alle esigenze del sistema ed alla resistenza che hanno dimostrato nei confronti di una burocrazia dominante. Esse potrebbero rafforzarsi entrando in rete ed in ciò sarebbero favorite anche dalla loro natura ma devono essere aiutate attraverso finanziamenti, iniziative promosse dalla P. A. E dall´università con la formazione di specialisti. Le Pmi hanno tuttavia un vantaggio iniziale da non sottovalutare: grazie alle dimensioni contenute da sempre hanno sempre saldato forti legami con i clienti, pensiamo ad esempio alla realizzazione di una commessa. In un mondo caratterizzato dall´economia digitale la "vicinanza" al cliente nel senso di costruire insieme quello che desidera, è una logica vincente; non è un caso che gli americani studino il funzionamento in Italia di queste imprese. Ecco quindi che grazie ad un allargamento dei servizi e degli aiuti offerti potrebbero contribuire ancora molto alla crescita italiana. Resta infine da porre l´attenzione sul fatto che le opportunità devono essere colte rapidamente: gli indugi potrebbero portare le Pmi a non collocarsi direttamente sul mercato digitale ma bensì attraverso intermediari. Nel corso della sessione Iii: come favorire lo sviluppo dell´economia digitale in Italia, Roberto Biscaro ha posto l´attenzione su due aspetti utili per favorire il business digitale: Business to business: gli obiettivi dovrebbero essere la costruzione di mercati (che spesso mancano poiché vengono assorbiti dalle imprese in quanto vi sono costi di transazione troppo elevati perché possano emergere autonomamente) e fiere, accompagnati da una diffusione delle reti di imprese al Nord, al fine di favorire la diffusione della tecnologia. Business to consumer: in questo caso si dovrebbe accentuare lo sfruttamento del brand (marchio) italiano e delle comunità italiane all´estero. Lo sviluppo del digitale in Italia può favorire lo sviluppo del territorio anche laddove non si parte da situazioni ottime. Un esempio di eccellenza è Tiscali oppure la Banca del Salento. Occorre infine fare una riflessione sui posti di lavoro che le imprese digitali possono offrire (Logos, rappresentata al workshop dal Dott. Vergara, è un esempio). Il Ministero dell´Industria ha istituito l´Osservatorio Permanente sul Commercio Elettronico che si occupa della pubblicazione di documenti e della promozione allo sviluppo di un mercato il cui oggetto è business to business, business to consumer e rapporti tra imprese e cittadini. Tale mercato deve essere sostenuto attraverso la predisposizione di una serie di infrastrutture come informazione, istruzione, aiuti economici, ecc. Gli obiettivi che il Ministero si propone di realizzare sono: la liberalizzazione e l´occupazione. L´italia è ancora arretrata in questo settore, basti pensare che nel 2006 il 50% del lavoro in Usa avrà a che fare con il digitale, mentre da noi solo il 5%. Come fare per incentivare lo sviluppo del commercio elettronico? Lo Stato dovrebbe fornire a tutte le scuole le dotazioni informatiche necessarie e in secondo luogo le imprese dovrebbero dare un´istruzione in questo senso ai dipendenti. Nella Legge Finanziaria del 2000 sono previste incentivazioni al fine di incentivare l´e-commerce. A questo proposito è sorto un interrogativo: chi sono i soggetti che potranno usufruire di tale sovvenzione? In prima battuta sembrano essere coloro la cui attività ha dato segni positivi, in tal caso l´incentivo diventerebbe un premio e ciò determinerebbe un ulteriore divario tra le imprese in attivo e quelle in passivo. Perché non dare allora a tutte le imprese che utilizzano il commercio elettronico un incentivo iniziale e successivamente trascorso un certo periodo di tempo premiare chi è riuscito meglio? Questa seconda sembra essere una possibilità più equa rispetto alla prima. Se si adottasse la prima opzione inoltre potrebbe non crearsi un mercato concorrenziale, bensì un oligopolio e comunque sarebbe una scelta disincentivante soprattutto per le Pmi che hanno fatto la fortuna dell´Italia. Claudia Gramaccia dell´American University of Rome, si è occupata del trattamento fiscale delle transazioni mettendo in risalto le differenze che esistono tra paesi dell´Ue e paesi degli Usa. Particolare interesse è stato suscitato dall´I. V. A. Che per i consumatori on-line può diventare un importante fattore discriminante nella scelta del paese in cui acquistare e quindi falsare la concorrenza tra le aziende. In particolare il regime fiscale dell´Ue favorisce l´importazione di prodotti da paesi extraeuropei (in Italia ad esempio un prodotto acquistato al di fuori della Comunità costerebbe nella maggior parte dei casi il 20% in meno, di conseguenza le imprese operanti nella Comunità risultano essere sfavorite). Emilio Tosi ha, invece sottolineato che l´ordinamento italiano riconosce la validità del contratto virtuale. Di conseguenza ogni volta in cui si barrano assensi o dissensi su un contratto on-line, l´atto risulta essere vincolante eccezion fatta per i casi in cui la legge richiede la forma scritta pena la nullità. Tale normativa sembra divenire sempre più elastica, ad esempio recentemente è stato allargato il campo di applicazione della firma digitale, per cui la legge tende sempre più a riconoscerne la validità. Recentemente anche il legislatore italiano si è mosso verso l´integrazione della normativa internazionale sul commercio elettronico in particolare si tende a: diminuire lo squilibrio normativo e informativo; rafforzare la percezione di "vincolabilità"; offrire una maggior sicurezza nel sistema dei pagamenti; regolamentare la legge sulla privacy tra paesi Ue ed extra Ue dove esistono normative radicalmente differenti. Il dibattito che ha fatto seguito a questa serie di interventi ha visto approfondimenti sull´incentivazione delle imprese che praticano il commercio elettronico e sul ruolo che ha o che dovrebbe avere la P. A. In tale settore ad esempio favorendo lo moneta elettronica, l´informatica nelle scuole, ecc. Ancora una volta è emerso il problema circa le rendite di posizione e le disomogeneità esistenti tra diversi paesi, a tale proposito C. Gramaccia ha esposto un esempio: se si scarica un programma da un server extraeuropeo non si paga l´Iva (già visto prima), in secondo luogo se il server del software è collocato in un paradiso fiscale non si pagano nemmeno le tasse sui redditi prodotti. Questo problema ha bisogno di una soluzione rapida. È emersa infine una considerazione interessante sul diverso ruolo che i gli utenti danno ad Internet: in Italia come negli altri paesi europei in genere gli utenti si rivolgono alla rete per avere servizi, mentre negli Usa è già affermato anche un mercato di beni fisici. Nel corso della sessione Iv: Commercio elettronico ed organizzazioni virtuali, Wendy Jansen nella sua presentazione ha sottolineato che le organizzazioni virtuali sono tali perché forniscono al cliente l´impressione di avere a che fare con un´unica entità o con un´unica grande organizzazione. Internet dunque può divenire un mezzo per spingere meglio verso il cliente che visita quel tipo di sito i prodotti che si hanno. In tal senso un ruolo importante è rivestito dalle comunità virtuali cioè dalle aggregazioni di utenti con i medesimi interessi. Per sviluppare un buon e-commerce è d´obbligo essere in queste comunità sia per poterne soddisfare i bisogni, sia per poterne far emergere gli interessi latenti tramite comunicazioni mirate. Andrea Mills ha evidenziato l´evoluzione dei rapporti con il cliente. Un chiaro esempio si ha con le aste di tipo reverse option in cui è l´utente/cliente a proporre un proprio bisogno ed un prezzo a cui è disposto a soddisfarlo, mentre i fornitori si limitano a fare offerte per soddisfare tale bisogno. Questo tipo di asta è utilissimo alle imprese per studiare lo switching point del cliente, cioè il livello di rapporto qualità/prezzo per cui il cliente decide di non mantenere più fede al proprio fornitore abituale, ma è disposto a cambiare. Bernd Hickmann si è riallacciato al discorso di W. Jansen ed ha puntualizzato come le Pmi possano essere considerate le maggiori beneficiarie di un sistema di organizzazioni virtuali attraverso cui possono avere maggiore visibilità e credibilità facendo passare il messaggio al cliente di avere a che fare con un´unica grande e solida organizzazione. Gabriele Schiller ha illustrato il fenomeno del Knowledge management perché e la chiave per creare valore aggiunto. La conoscenza nel management si crea facendo in modo che i problemi vengano risolti non in modo routinario, ma in modo creativo. La creatività si sviluppa non attraverso l´uso di strumenti informatici, bensì attraverso i rapporti umani. Tuttavia un notevole aiuto a tali rapporti può venire dalla tecnologia ad esempio, mediante sistemi di conoscenze condivise come il portale aziendale con cui ognuno può accedere in modo approfondito alle sole proprie informazioni, ma ha a disposizione un insieme di altre risorse di altri manager e provenienti da altri mezzi di informazione extra aziendali. Durante la sessione V: lo scenario globale: economia ed infrastrutture, Elena Murelli ha posto in risalto la questione: Com´è possibile trasferire l´economia digitale da e nei Paesi in Via di Sviluppo? La soluzione migliore sembra essere il ricorso la satellite, la trasmissione via cavo risulta essere troppo difficile da attuare. I governi dei Pvs dovrebbero promuovere l´attuazione di progetti volti a migliore la tecnologia esistente in quanto Internet può aver un´utilità sotto diversi aspetti: educazione, cultura, servizi, industria, agricoltura, medicina . A questo proposito vi è un´iniziativa, Healthnet che promuove lo scambio di informazioni tra medici e ricercatori scientifici al fine di salvare le vite umane. Carlo Fonda ha spiegato che grazie alla fondazione Abdus Salam è stato istituito un centro di fisica teorica al fine di dare formazione tecnica, assistenza teorica e collegamenti ad Internet ai Pvs. Perché può essere utile ai Pvs collegarsi a Internet? Premesso che fare ciò è possibile, (ovviamente vi sono paesi in cui vi una certa difficoltà, per le più svariate ragione: regime politico, cultura. ) Internet può dare una spinta, aumentare la fiducia ed è il metodo attualmente più economico per trasferire la tecnologia: dare le conoscenze è lo strumento più utile per questi paesi. Gianfranco Piacentini nella sua presentazione sottolinea che perché Internet cresca occorre ragionare in termini di organizzazioni e non di individui, perché solo nelle organizzazione si trova il terreno fertile per diffondere una cultura del mercato Internet, facendo capire la necessità di creare servizi sempre più comodi e di facile utilizzo per l´utente come la number portability o la gestione liberalizzata delle infrastrutture di comunicazione. Ernesto Damiani ha sottolineato che l´entusiasmo degli investitori per le aziende che operano in rete è motivato dalle alte potenzialità di diffusione e crescita nei servizi offerti che tale tecnologia ha con sé. Un esempio di un ipotetico scenario neanche troppo futuro è la fornitura da parte degli Application Service Provider di programmi necessari all´azienda allocati in gran parte su Server lasciando su client solo l´interfaccia necessaria all´utente. Il tutto viene fornito facendo pagare solo il canone per l´uso effettivo dei componenti del prodotto. Va ricordato che questo importante convegno è stato possibili grazie agli sponsor, che hanno fornito gli indispensabili mezzi economici e organizzativi: Banca Regionale Europea, Consiel, Vecomp Software. Anche la collaborazione di Mills&mills Consulting e Wide merita di essere sottolineata. Inoltre, realizzare il workshop non sarebbe stato possibile senza l´aiuto di Franca Cantoni, Elena Murelli ed Eugenio Tacchini, Maurizio Galli, Andrea Mills, Emanuela Negri, Rossella Pedrazzini, Ilaria Saggiomo, Susanne Skold e Cheryl Gwyther. Per informazioni ed in particolare per i lucidi presentati dai relatori intervenuti, si rimanda al sito Web del Cratos alla Url http://cratos. Pc. Unicatt. It  . Rosso Gianfranco.  
   
 

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