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Notiziario Marketpress di Mercoledì 15 Dicembre 1999
 
   
  CALZATURE: UN 1999 DA DIMENTICARE

 
   
  Milano, 15 dicembre 1999 L´indagine rapida che copre i primi 9 mesi dell´anno conferma purtroppo i toni negativi che sono stati previsti, a varie riprese, per il 1999, che si configura quindi come un anno di arretramento per l´industria calzaturiera italiana. Nella nota relativa al primo semestre dell´anno si erano rilevate riduzioni significative nei volumi produttivi (-4, 7%) e nell´interscambio commerciale, con un quadro poco ottimistico riferito alla domanda internazionale: purtroppo, le indicazioni prospettiche emerse in quella sede, orientate ad una sostanziale ripetizione delle performance negative anche nella seconda parte dell´anno, sono in larga misura confermate da questa rilevazione. Per quanto riguarda il fatturato dei primi 9 mesi ´99, l´indagine svolta indica una riduzione del valore delle vendite nell´ordine del -2, 7%, con una intonazione ancora più marcatamente negativa per quanto riguarda le vendite estere, in parte compensata da un miglioramento delle vendite sull´interno: nel corso dell´anno, il settore ha ridotto di circa un punto percentuale la propria propensione all´estero. I volumi prodotti nei primi 9 mesi dell´anno evidenziano una significativa contrazione (-5, 20/o), peggiorando lievemente il già poco incoraggiante dato del primo semestre: su questa situazione pesa in misura rilevante la strutturale debolezza della domanda internazionale, specialmente nella sua componente Europea. Le politiche di prezzo adottate dalle imprese si sono fatte meno stringenti con il tentativo di compensare in valore ciò che non si riesce a raggiungere in volumi, pur mantenendo validi livelli di price competition: nei primi nove mesi, i saggi di prezzo sono cresciuti del 3% sul mercato interno e del 2, 1% sui mercati esteri, confermando ancora una volta la migliore congiuntura della domanda nazionale rispetto ai consumi internazionali. Il ciclo riflessivo sembra attraversare tutti i segmenti produttivi dell´industria calzaturiera, anche se è possibile individuare una performance meno negativa per quanto riguarda i segmenti donna e, in particolar modo, quello bambino, mentre i segni negativi si fanno più diffusi nei segmenti uomo e, soprattutto, sportivo. I dati al momento disponibili relativi all´interscamhio proseguono nell´evidenziazione di un progressivo deterioramento dell´attivo della bilancia commerciale del settore, sceso, ne periodo gennaio/agosto, a poco più di 109 milioni di paia per un valore di circa 5. 500 miliardi di lire. Nel corso dei primi otto mesi del 1999, le esportazioni hanno infatti subito un calo del -9, 8% in quantità e dell´8, 9% in valore, con una dinamica di prezzo già rivelatasi insoddisfacente. L´import ha invece guadagnato il 17, 9% in quantità e il 10, 4% in valore, con un affievolimento significativo dei prezzi medi. Pur in presenza di dati non depurati dal decentramento estero e dal traffico di perfezionamento passivo, la dinamica dell´interscambio commerciale si presenta certamente poco promettente: l´unico segmento che evidenzia un trend favorevole è quello delle calzature in gomma, mentre, a livello di sistema-paese, è da sottolineare l´ulteriore perdita di tono del mercato tedesco e di quello asiatico in generale. Per quanto riguarda i consumi finali interni, i dati evidenziano, invece, una situazione che, ormai da diverso tempo, si presenta positiva pur senza dinamiche di rilievo in valore assoluto: nel periodo gennaio-agosto del 1999, i consumi di calzature delle famiglie sono cresciuti dell´1, 7% in quantità e del 3, 3% in valore, mostrando un quadro ove, ad esclusione delle calzature sportive (-6% in volume) e bambino (-1, 6%), la domanda interna è cresciuta anche significativamente per alcuni segmenti (le calzature per donna). Per quanto concerne l´esame degli indicatori che si riferiscono alla forza lavoro, la tensione del ciclo congiunturale comincia a farsi sentire anche nei confronti del fattore occupazionale: pur in presenza di sforzi volti al mantenimento complessivo dei livelli di impiego, al fine di non disperdere prezioso know how, le imprese di tutta l´Area Pelle (quindi anche le attività della concia, della pelletteria, e dei componenti) nei primi nove mesi dell´anno hanno comunque incrementato dcl 47% la richiesta di ore di Cig, dato, quest´ultimo, composto da una crescita molto rilevante degli strumenti ordinari in parte compensata dalla riduzione degli strumenti straordinari. Relativamente al quadro delle aspettative a breve termine, cioè per il primo semestre del 2000, la situazione si presenta poco trasparente: la media degli operatori interpellati converge infatti nell´indicare una situazione di lieve miglioramento della congiuntura riguardo alla produzione e agli ordini (interni ed esteri), ma la varianza delle risposte è molto ampia, e convivono con queste indicazioni diverse previsioni particolarmente ottimistiche così come particolarmente pessimistiche. Il quadro congiunturale, nel 1999, si conferma dunque un vincolo più che un´opportunità per le imprese calzaturiere, costrette a convivere con una situazione generalizzata di domanda internazionale poco brillante e con deboli prospettive della stessa a breve termine. Le imprese dovranno quindi proseguire nelle loro strategie di investimento e di costante miglioramento dell´offerta, in modo da farsi trovare pronte a cogliere le opportunità di una prossima svolta del ciclo che potrebbe anche non tardare molto: in aggiunta, il timing dell´offerta risulterà molto importante anche perché, nel prossimo futuro, le dinamiche della congiuntura saranno certamente più veloci e selettive rispetto al passato. Per informazioni A. N. C. I. Telefono 02/43829. 1 Fax 02/48005833 .  
   
 

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