Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Ottobre 2006
 
   
  IL FACTORING: STRUMENTO INDISPENSABILE PER LA GESTIONE DELL’IMPRESA DOPO BASILEA 2

 
   
   Brescia, 11 ottobre 2006 - La gestione del credito è una delle fasi decisive per il mantenimento in salute e lo sviluppo dell’impresa. Pertanto, un’attenta gestione dei crediti non tarda a far sentire i suoi effetti benefici e il factoring rappresenta una risorsa preziosa per la stabilità e lo sviluppo di qualsiasi attività imprenditoriale, soprattutto dopo il prossimo avvento di Basilea2. “Il mercato italiano del factoring continua ad occupare una posizione di vertice nel panorama internazionale”, ha detto il presidente dell’Abi, Corrado Faissola, in apertura della tappa bresciana del Factoring tour. “Il successo di tale comparto – ha aggiunto Faissola - è da ascriversi ai benefici che il factoring può determinare a livello gestionale per il sistema imprenditoriale. Il factoring risulta particolarmente idoneo al sostegno delle imprese italiane, segnatamente in rapida espansione, e registrano alti tassi di crescita del fatturato e che, pur godendo di sufficienti margini di redditività, presentano una struttura finanziaria debole a causa delle dilazioni di pagamento accordate alla clientela a fronte della necessità di rispettare i termini di pagamento dei fornitori”. “Il factoring – ha sottolineato Alessandro Carretta, Segretario Generale di Assifact - è un servizio e una tecnica finanziaria volta a soddisfare le esigenze di gestione dei crediti e debiti di fornitura da parte delle imprese”. Il factoring non si configura quindi come un prodotto standard dalle caratteristiche di base prestabilite, ma assume differenti configurazioni in relazione alle esigenze dell’impresa che se ne avvale e risulta dall’articolazione di tre componenti principali: gestionale; di garanzia (contro l’insolvenza del debitore) e creditizia (il finanziamento si configura nel pagamento dei crediti prima della relativa scadenza). Il mercato mondiale del factoring cresce a ritmi regolari nel tempo. Al 31. 12. 2005 il turnover (ovvero il volume totale dei crediti ceduti in un arco di tempo) ha raggiunto quota 1. 018. 706 milioni di euro, per un incremento percentuale del 18,42% rispetto all’anno precedente. A rappresentare la quota di mercato più significativa è l’Europa (71%) mentre il continente asiatico mostra interessanti e sostenuti segnali di crescita (+21,71% nel 2005). I primi dieci mercati pesano per il 79% rispetto al totale mondiale. L’italia occupa stabilmente uno dei primi tre posti nella graduatoria mondiale, attualmente guidata dalla Gran Bretagna (237. 205 mln di euro) seguita appunto dall’Italia (111. 175) e dagli Stati Uniti (94. 160). A livello mondiale il mercato italiano pesa per circa l’11% sul totale, mentre a livello europeo costituisce il 15,5% del totale. Dal 2003, anno di sostanziale invarianza dei volumi dopo il picco raggiunto nel 2002, il mercato italiano ha registrato una flessione costante, collegata all’andamento generale dell’economia e al ristagno dell’attività produttiva. I primi due trimestri del 2006 evidenziano un’inversione di tendenza. Al 30 giugno 2006 il turnover cumulativo ha raggiunto 53. 416 milioni di euro, pari ad un incremento dell’8,14% rispetto ai primi sei mesi del 2005. Secondo i dati raccolti da Assifact, il factoring in Italia, oggi, rappresenta circa il 7% del Prodotto interno lordo, contro un dato medio che lo vede pesare per il 5,9% sul Pil europeo, per il 5-5,5% su quello di Francia e Spagna e per l’11% sul Prodotto Interno Lordo del Regno Unito, il Paese leader nelle classifiche mondiali per turnover. L’outstanding, ovvero l’ammontare dei crediti acquistati che devono essere incassati, si è attestato su un valore pari a 32. 265 milioni di euro (51% pro solvendo; 49% pro soluto), per un incremento del 9,03% rispetto allo stesso periodo del 2005. Gli anticipi erogati al 30 giugno sono pari a 19. 002 milioni di euro (+7,58% rispetto ai primi sei mesi del 2005). Analizzando i dati relativi alle attività e passività finanziarie delle imprese italiane forniti da Banca d’Italia, si rileva che l’outstanding ha raggiunto livelli pari ad oltre l’11% dei debiti bancari a breve termine. Secondo il rapporto Forefact, effettuato in agosto da Assifact sulle previsioni dei risultati per l’anno in corso degli associati, gli operatori del settore evidenziano aspettative positive per il terzo trimestre 2006. In particolare, il tasso di crescita dell’attività di factoring è stimato pari a 7,02%, in termini di turnover, ed a 7,56% in termini di outstanding. Per quanto riguarda le previsioni a fine 2006, il tasso di crescita dell’attività è stimato pari a +4,58% per il turnover e a +4,03% per l’outstanding. Sulla base dei dati elaborati da Banca d’Italia relativi alle attività e alle passività finanziarie delle imprese italiane, il factoring riguarda oltre l’11% del totale dei crediti vantati dalle imprese nei confronti dei propri clienti. Una delle caratteristiche del factoring è quella di riguardare prevalentemente crediti commerciali d’impresa con scadenze brevi (quasi la metà con scadenza residua inferiori a 3 mesi). Il 35,45% della clientela risulta localizzato in Lombardia, segue il Lazio con il 12,61%, il Piemonte con l’11,50%, la Campania con l’8,04% e l’Emilia Romagna con il 6,86%. Passando a considerare la distribuzione per settore di attività, al 30 giugno 2006 l’86,92% della clientela risultava rappresentato da Imprese private. Tra i principali settori utenti del factoring: il commercio (19,26%); altri servizi destinabili alla vendita (16,95%); minerali e metalli (9,14%); trasporti (8,31%); edilizia e opere pubbliche (7,56%). Per quanto riguarda la durata dei crediti, la percentuale più elevata fa riferimento alla durata dei crediti per factoring a tempo indeterminato (31,98%), seguita dall’intervallo 1-3 mesi (27,54%), fino a 1 mese (15,55%), da 3 a 6 mesi (13,07%). Il factoring è uno strumento utile a tutte le imprese che vogliono affidare ad uno specialista la gestione professionale e il controllo del portafoglio crediti. La domanda potenziale è costituita dalle imprese che manifestano “un fabbisogno di factoring” legato alla connotazione gestionale (amministrazione, controllo, riscossione, assicurazione dei crediti) e finanziaria (valutazione della clientela, integrazione delle linee di credito tradizionali grazie allo smobilizzo anticipato dei crediti). “I principali vantaggi del factoring – spiega Alessandro Carretta - sono velocità e sicurezza nei tempi di erogazione dei fondi, contributo alla gestione dei crediti, garanzia del buon fine dei crediti dell’impresa. Dal punto di vista finanziario, in particolare, il factoring consente, ad opinione delle imprese che vi fanno ricorso, di soddisfare necessità di fondi di natura temporanea, di ottimizzare la programmazione degli incassi e di facilitare la crescita del fatturato”. In base ai risultati di una ricerca effettuata da Credifact, l’Osservatorio internazionale sul factoring istituito da Assifact, sulla domande di factoring delle imprese risulta che il grado di conoscenza su questo strumento di finanziamento risulta ancora modesto. Il 64% del campione di imprese (78% delle imprese con attività stagionale) ricorre al factoring. L’utilizzo del factoring costituisce un fenomeno recente: oltre il 60% delle imprese clienti dichiara di utilizzare il factoring da meno di 5 anni, mentre solo il 9% lo utilizza da più di 10 anni. Una larga parte delle imprese del campione (80%) giudica utile continuare in futuro il rapporto di factoring, ritenendo anche che lo strumento sia destinato a svilupparsi nell’ambito dei rispettivi settori di appartenenza. I principali elementi di soddisfazione relativi al factoring riguardano la velocità e sicurezza dei tempi di erogazione dei fondi, la possibilità di cedere il totale del portafoglio clienti, la capacità del factor di gestire i crediti, la garanzia del buon fine dei crediti, l’ «automatismo» nel finanziamento dello sviluppo delle vendite. A parere delle imprese consultate, il factoring consente, dal punto di vista finanziario, di soddisfare necessità di fondi di natura temporanea, di ottimizzare la programmazione degli incassi e di facilitare la crescita del fatturato (specie per le imprese con attività stagionale ed a più elevato sviluppo). Il factoring non è esplicitamente considerato in Basilea 2, ma: i crediti commerciali sottostanti costituiscono un fattore rilevante di mitigazione del rischio; l’acquisto di crediti commerciali dispone di un trattamento specifico che, in talune situazioni, può comportare un minore assorbimento del capitale; le società di factoring presentano, più frequentemente rispetto alle banche, i requisiti gestionali previsti da Basilea 2 adeguati a sfruttare alcuni vantaggi della nuova regolamentazione sul capitale. I contratti di factoring che presentano un discreto grado di personalizzazione in relazione al fabbisogno gestionale e finanziario del cliente, sono predisposti sulla base di uno schema contrattuale comune (Condizioni generali di contratto di factoring) elaborato da Assifact. Attualmente le Condizioni generali di contratto di factoring sono all’esame della Commissione Legale Assifact per una revisione coerente con il mutato scenario normativo. In particolare, l’introduzione deii Principi Contabili Internazionali ha reso opportuno una rilettura del contratto in termini di chiarezza delle clausole contrattuali ai fini dello storno del credito da parte del cedente. .  
   
 

<<BACK