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Notiziario Marketpress di Giovedì 20 Gennaio 2000
 
   
  AGROFARMA (FEDERCHIMICA): PROTESTA PER NUOVA TASSA AGRICOLA

 
   
  Milano, 20 gennaio 2000 - Agrofarma, Associazione Nazionale imprese prodotti fitosanitari, aderente a Federchimica, ha diffuso una nota nella quale si rileva che la Legge Finanziaria 2000 ha approvato l´articolo che istituisce un "fondo per lo sviluppo dell´agricoltura biologica e di qualità" e che penalizza, con l´introduzione di una tassa dello 0, 5% sul fatturato dei titolari delle registrazioni di prodotti fitosanitari e uno 0, 5% sul fatturato dei titolari delle rivendite di questi prodotti, l´agricoltura nazionale. La filiera composta dai titolari delle registrazioni di prodotti fitosanitari (Agrofarma), dalle organizzazioni dei rivenditori di questo tipo di prodotti (Compag, Associazione Consorzi Agrari e Cooperative) e le Confederazioni degli Agricoltori (Confagricoltura, Coldiretti, Cia) si rammaricano del fatto che non sia stata ascoltata la voce degli operatori del settore, una voce insistente, puntuale, decisa a evidenziare i risvolti negativi che l´introduzione di questa tassa fa emergere da un punto di vista economico e di competizione con gli altri partners europei. Proprio sulla questione della competitività è bene ricordare -prosegue la nota- l´art. 92 del trattato di Roma: dalla sua interpretazione si evince come siano incompatibili con il mercato comune, nella misura in cui incidano sugli scambi tra gli Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza. Le finalità del testo dell´articolo approvato dal Parlamento costituiscono mere petizioni di principio e dichiarazioni di contenuto politico esclusivo e di parte senza fondamento legale e sostanziale. Non si comprende, infatti, quale sia la relazione tra "sicurezza alimentare" ed il "balzello" imposto su alcuni prodotti fitosanitari. In realtà, se fosse effettivamente in pericolo la salute umana e quella che viene definita "sicurezza alimentare", si dovrebbe evitare la vendita dei prodotti rischiosi, piuttosto che (addirittura) lucrare sulla loro commercializzazione, disinteressandosi dei consumatori. Se poi, proprio attraverso detto "balzello", si vuole surrettizziamente disincentivare gli acquisti e l´uso, è allora fin troppo evidente l´effetto (chiaramente vietato dall´art. 92 del Trattato Cee) di falsare la concorrenza: relativamente al mercato dei prodotti agricoli, tra quelli biologici e quelli non biologici (apoditticamente ritenuti non di qualità), e ciò con riferimento all´intero territorio Cee; relativamente al mercato dei fitofarmaci, tra quelli classificati secondo le categorie di rischio individuate e tutti gli altri. Si tenga conto al riguardo che il già riportato art. 92 espressamente prevede la turbativa della concorrenza non solo nel caso di favori a talune imprese, ma anche nel caso di favori a talune produzioni. L´introduzione di nuove "tasse" contrasta comunque fortemente con le linee di politica economica industriale dettate dal Governo, creando un sicuro incremento dei costi, della produzione della produzione agricola a totale carico degli imprenditori agricoli, che si troverebbero penalizzati rispetto ai colleghi degli altri Paesi partners europei. In termini di sicurezza alimentare poi si vuole evidenziare come il Ministero della Sanità coordini e definisca i programmi di controllo ufficiale sui prodotti alimentari per prevenire i rischi per la salute pubblica e proteggere gli interessi dei consumatori e come il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali svolga ilsuo ruolo istituzionale effettuando da anni un monitoraggio sulla presenza di eventuali residui di antiparassitari nei prodotti agro-alimentari. La nota Agrofarma così conclude: "lL´introduzione di nuove "tasse" non è garanzia di sicurezza alimentare e sicurezza ambientale! Queste garanzie possono essere raggiunte solo con una politica volta alla formazione e all´informazione degli operatori agricoli delle nuove tecniche di impiego di questi prodotti affinchè l´agricoltura italiana possa essere veramente competitiva sul mercato internazionale. In Italia gli operatori del settore sono tra i più attenti a produrre secondo le migliori e più avanzate tecniche colturali. Sul fronte degli impieghi, infatti, negli ultimi dieci anni, l´uso dei fitofarmaci è diminuito di oltre il 22%, mentre sul fronte dei controlli di eventuali residui di prodotti fitosanitari negli alimenti (circa 30mila l´anno), gli ultimi dati resi pubblici dai ministeri della Sanità e delle politiche Agricole e Forestali, hanno dimostrato che nel 1999 il 98, 7% dei campioni analizzati è risultato conforme alle leggi. Tutto ciò non è bastato ad evitare un provvedimento che tutta la filiera trova ´incomprensibilè ". (Omnia) .  
   
 

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