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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Ottobre 2006
 
   
  IL PUBBLICO È A FAVORE DI UNA REVISIONE DEL SISTEMA EUROPEO DI PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE

 
   
  Bruxelles, 11 ottobre 2006 - I partecipanti a una consultazione pubblica hanno reagito in maniera complessivamente positiva alle proposte avanzate dalla Commissione europea di rivedere il sistema europeo di pubblicazioni scientifiche. Un´esortazione alla prudenza è giunta tuttavia dagli editori, che hanno messo in dubbio la necessità di cambiare il sistema esistente. 174 parti interessate hanno risposto allo «studio sull´evoluzione economica e tecnica dei mercati delle pubblicazioni scientifiche», che ha segnato l´inizio di un dibattito politico aperto riguardante l´accesso, la qualità e la conservazione delle pubblicazioni scientifiche in Europa. La proposta che ha suscitato maggiore interesse è stata quella intesa a garantire l´accesso ai risultati della ricerca scientifica finanziata con risorse pubbliche. Molti intervistati hanno fatto coincidere il pubblico accesso con il libero accesso, altri hanno equiparato quest´ultimo al progresso. Come scrive il premio Nobel Richard J. Roberts nel suo intervento, «il libero accesso è l´unico modello del futuro e il dibattito attuale dovrebbe essere incentrato su come conseguire tale traguardo il prima possibile». Diverse organizzazioni di ricerca descrivono i modi in cui stanno già promuovendo l´accesso alla ricerca da esse finanziata. Tra le varie forme possibili di accesso pubblico, il sostegno più vigoroso è riservato alla conservazione degli articoli delle riviste in archivi. Ad esempio, l´Organizzazione europea per la ricerca nucleare (Cern) è a favore di scelte che «assicurino il deposito immediato all´interno di archivi e promuovano l´interoperabilità?, in quanto ritiene che ?gli archivi digitali per le informazioni scientifiche costituiranno le colonne portanti del quadro futuro della eScience». Sulla questione dell´imposizione di una limitazione temporale sull´accesso pubblico ai risultati della ricerca, i pareri degli intervistati variano: alcuni sono a favore di un ritardo, altri premono per garantire un accesso immediato. Benché la maggioranza sia a favore dell´accesso pubblico, alcuni intervistati, soprattutto gli editori, hanno raccomandato la prudenza, sostenendo che l´accesso libero pregiudicherebbe gli introiti delle case editrici esistenti, che diffondono i risultati della ricerca tramite gli abbonamenti. Altri hanno affermato che non vi sia una domanda particolarmente sentita di modelli di accesso pubblico: l´utilizzo di archivi non farebbe che compromettere le società colte nei confronti della scienza e porterebbe a un aumento della spesa pubblica. Hanno inoltre sottolineato che non è necessario apportare cambiamenti a un sistema che funziona, e che una modifica repentina potrebbe ripercuotersi sull´attuale sistema di divulgazione della ricerca. In risposta alla raccomandazione dello studio sulla creazione di condizioni di parità in termini di modelli imprenditoriali di pubblicazione, diversi importanti editori fanno riferimento alle prove che stanno effettuando, basate su un modello di «scelta dell´autore», una combinazione tra gli articoli finanziati dagli oneri di pubblicazione e gli articoli pagati con gli abbonamenti. Altri intervistati di organizzazioni bibliotecarie e informative affermano che la Commissione potrebbe sostenere la raccomandazione durante un dibattito con gli Stati membri, incoraggiando le agenzie nazionali di finanziamento della ricerca a reperire fondi per la copertura delle spese di pubblicazione correlate all´accesso aperto. Una chiara individuazione dei fondi da destinare a tale obiettivo potrebbe alleviare le preoccupazioni degli editori sulla fattibilità futura della loro attività e contribuire a creare «condizioni di parità», dichiarano. Per quanto riguarda gli aspetti relativi alla qualità, la maggior parte degli intervistati concorda sulla necessità di controllare la qualità, ma dissente sul modo in cui la stessa andrebbe misurata, espressa e garantita. Coloro che mettono in guardia contro i cambiamenti da apportare all´attuale sistema di assicurazione della qualità come descritto nello studio della Commissione sottolineano il valore aggiunto dagli editori nel processo di certificazione. Come rileva la Publishers Association britannica, «una reputazione di qualità e prestigio in una rivista si costruisce nel corso di anni, addirittura decenni». Per contro, gli intervistati a favore del cambiamento dell´attuale sistema editoriale appoggiano anche nuovi modi di certificare la qualità della ricerca, pur sostenendo l´importanza delle procedure per garantirla. Ulrich Pöschl dell´Unione europea delle geoscienze afferma che «le forme tradizionali chiuse di revisione tra pari e di pubblicazione sono insufficienti a garantire la qualità nel mondo attuale della scienza, profondamente diversificato e in rapida evoluzione». Gli intervistati hanno inoltre espresso il proprio parere sulla conservazione: la maggioranza ha dichiarato che dovrebbe essere correlata al libero accesso, e che la collaborazione tra le parti interessate è essenziale. Alle questioni correlate all´accesso, alla qualità e alla conservazione sottendono visioni diverse del ruolo degli enti pubblici. Mentre alcuni intervistati esprimono preoccupazione nei confronti di ciò che considerano l´obiettivo dello studio, vale a dire attribuire inconfutabilmente allo Stato il ruolo di custode primario delle informazioni scientifiche, altri intervistati convengono che ogni paese dovrebbe avere la responsabilità di rendere disponibile al pubblico i risultati della ricerca. Molti intervistatori considerano tale responsabilità all´interno di un contesto europeo. Le università italiane rappresentate nel Ciber chiedono «una precisa dichiarazione sull´impegno e sulla responsabilità pubblica, e quindi della Commissione [Ue], di produrre, diffondere e conservare la cultura e la scienza», un appello che riecheggia il suggerimento dell´organizzazione olandese Surf di istituire una «carta europea sul libero accesso alla conoscenza finanziata con risorse pubbliche», a integrazione della carta di Bologna sull´istruzione superiore. Per quanto riguarda il ruolo della Commissione nella conservazione delle pubblicazioni scientifiche in particolare, diverse parti interessate hanno messo in luce l´opportunità e l´esigenza di un approccio comune coerente da parte delle direzioni generali Ricerca e Società dell´informazione e mezzi di comunicazione. Hanno sottolineato i legami che potrebbero essere instaurati tra le raccomandazioni dello studio e l´iniziativa «i2010: le biblioteche digitali». Rivolgendo lo sguardo al futuro, molti intervistati convengono che le aree individuate dallo studio debbano essere soggette a ulteriore indagine: l´evoluzione delle disposizioni sui diritti d´autore, l´analisi economica di una forma alternativa di divulgazione, e lo sviluppo tecnologico. Infine, per quanto riguarda la raccomandazione sull´istituzione di un comitato consultivo, sono state espresse opinioni divergenti circa il mandato. I sostenitori dello studio vedono il comitato alla stregua di un gruppo d´azione che porta avanti le raccomandazioni dello studio, mentre i critici considerano il comitato un forum per ulteriori dibattiti. Sulla base dello studio e della successiva consultazione pubblica, le direzioni generali Ricerca e Società dell´informazione e mezzi di comunicazione elaboreranno una comunicazione congiunta sull´accesso e la diffusione delle informazioni scientifiche, che verrà pubblicata nel dicembre 2006. L´obiettivo consisterà nell´avviare discussioni e dibattiti in seno al Consiglio dei ministri e a livello di Stati membri. Il 15 e 16 febbraio a Bruxelles sarà organizzata una conferenza che tratterà i temi delle pubblicazioni scientifiche. Http://ec. Europa. Eu/research/science-society .  
   
 

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