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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Ottobre 2006
 
   
  CALZATURE: IL CONSIGLIO EUROPEO MOTIVI LE MISURE ANTIDUMPING CONTRO CINA E VIETNAM

 
   
  Due interrogazioni orali al Consiglio e alla Commissione apriranno un dibattito in Aula sulle misure antidumping adottate dal Consiglio per le importazioni di calzature provenienti dalla Cina e dal Vietnam. A seguito di negoziati travagliati i Ministri hanno infatti raggiunto un accordo in extremis che prevede l´imposizione di dazi del 16,5% sulle scarpe cinesi e del 10% sul quelle vietnamite, per un periodo di due anni, anziché dei cinque proposti dalla Commissione. Il Presidente della commissione per il commercio internazionale, Enrique Barón Crespo (Pse, Es), chiederà al Consiglio di motivare la decisione presa formalmente dal Consiglio di istituire dazi anti-dumping su certe tipologie di scarpe in cuoio provenienti dalla Cina e dal Vietnam. I Ministri, lo scorso 5 ottobre, hanno infatti stabilito di applicare dei dazi del 16,5% sulle scarpe in pelle che provengono dalla Cina, e del 10% su quelle del Vietnam, per una durata di due anni, contro i cinque proposti dalla Commissione, a partire dal 7 ottobre. D´altra parte, notando come la proposta fosse sostanzialmente diversa da quella provvisoria diffusa a luglio di quest´anno, i deputati sottolineano che, in prima istanza, si puntava ad introdurre - per la prima volta in un regolamento antidumping - un regime di dazi differiti basato su contingenti tariffari. Per tale ragione l´Esecutivo è invitato a spiegare in che misura, nel caso riguardante le calzature, si sono seguite impostazioni strategiche e metodologiche nuove rispetto alla prassi consolidata e che probabilità vi è che tali nuove impostazioni siano seguite in casi futuri. Pur di non vedere naufragare del tutto tali misure, i maggiori Paesi europei produttori di scarpe - come Italia, Francia, Spagna e Portogallo - avevano lavorato diplomaticamente al fine di persuadere i partner a raggiungere un compromesso volto a ridurre a due anni la durata dei dazi. Dopo che Austria e Cipro hanno levato la riserva, è stato quindi possibile approvare il provvedimento. Interpretando gli umori negativi dei loro maggiori rappresentati di vendita al dettaglio di calzature, i rappresentanti dei governi più attenti alle esigenze degli importatori e delle grandi catene di distribuzione - come Gran Bretagna, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Finlandia, Danimarca e Svezia - hanno però criticato fortemente questo sistema, definendolo «protezionistico». L´italia è stato il Paese tra i più coinvolti durante l´intenso lavoro di approvazione delle misure antidumping. Ma anche per il commissario Ue al Commercio, Peter Mandelson, i dazi «sono misure necessarie, proporzionali e non eccessive». Inoltre, ha aggiunto: «se vogliamo realmente realizzare un´apertura del mercato, non possiamo non difenderci contro il commercio sleale». Emma Bonino, ministro del Commercio estero e per le Politiche europee, ha invece affermato che tali misure rappresentano una tutela al «principio fondamentale del libero commercio: chi viola le regole, alterando il mercato, viene sanzionato». I due anni previsti dal compromesso, peraltro, sono considerati dal Ministro un «tempo giusto e necessario affinché le aziende italiane si attrezzino per fare fronte adeguatamente alla sfida di un mercato internazionale sempre più agguerrito sul piano della concorrenza, e sofisticato sul piano dei meccanismi produttivi». . .  
   
 

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