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Notiziario Marketpress di Mercoledì 22 Marzo 2000
 
   
  FASTO E RIGORE LA NATURA MORTA NELLŽ ITALIA SETTENTRIONALE DAL XVI AL XVIII SECOLO

 
   
  Milano, 22 marzo 2000 - Il 20 aprile Colorno apre le sale restaurate della sua celebre Reggia con una grande mostra dedicata alla Natura Morta in Italia settentrionale. Evento nellŽevento, lŽinaugurazione della Mostra e lŽapertura della Sale restaurate degli Appartamenti Ducali coincidono con lŽinaugurazione del giardino allŽitaliana ricostituito, sui settecenteschi disegni originali, nel magnifico Parco della Reggia. Tre momenti dŽeccezione che, nel loro insieme, segnano la data di rinascita di quella che, nel momento di massimo splendore, venne considerata come la "Versailles dŽItalia". La Mostra che sottolinea lŽimportanza di questa storica data, è da considerarsi la più ampia che in Italia sia stata dedicata alla Natura Morta dopo quella del 1964 tenutasi a Napoli, Zurigo e Rotterdam. Allinea ben 130 opere, frutto di una scelta attentissima compiuta da una commissione di esperti composta da Alberto Cottino, Daniele Benati, Lucia Fornari Schianchi, Giovanni Godi, Mina Gregori, Alessandro Moranolotti, Mauro Natale, Anna Orlando, Franco Paliaga e Peter Rosemberg. Obiettivo della Mostra documentare lŽevoluzione del "genere" in Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, ovvero nei territorio dellŽItalia settentrionale nel momento in cui lŽinteresse di artisti e di committenti verso questa pittura si espresse ai massimi livelli. Le opere sono state concesse da una cinquantina di istituzioni pubbliche e private, non solo italiane, e documentano lŽintensità e la qualità degli scambi culturali tra i diversi territori e tra essi ed il nord Europa. La mostra si apre con i precedenti tardo-cinquecenteschi, raccolti in una unica sezione che comprende opere di artisti fiamminghi presenti anticamente in Liguria e nelle corti farnesiane, come Joachim Beuckelaer, e le prime risposte "padane" con Vincenzo Campi, Bartolomeo Passerotti e Annibale Carracci. La mostra è poi articolata in sezioni regionali, allŽinterno delle quali sono evidenziati protagonisti e comprimari. Alla Lombardia di Fede Galizia, Panfilo Nuvolone, Evaristo Baschenis e Giacomo Ceruti, si affianca lŽEmilia di Paolo Antonio Barbieri, Pier Francesco Cittadini, Felice Boselli, Giuseppe Maria Crespi e Carlo Magini. Se in queste due regioni le connessioni sono costanti nel tempo, in Liguria si assiste ad una apertura verso le Fiandre più che ai rapporti con i territori confinanti. Ecco allora pittori come Jan Roos e Giacomo Legi, che con la loro intensa attività genovese, costituirono i precedenti fondamentali per la nascita di maestri locali specialisti in questo genere quali Anton Maria Vassallo e Bartolomeo Guidobono. La passione collezionistica della Corte Sabauda ed e in particolare di Carlo Emanuele I, decreta il successo, in Piemonte, della Natura Morta. Tra i protagonisti, Carlo Lanfranchi, artista dalla sofisticata cultura, di cui la mostra allinea ben cinque opere, accanto ad una selezione di altre di Octavianus Monfort, Giuseppe Antonio Pianca, Pietro Domenico Olivero (sua la sorprendente Cuoca) e Michele Antonio Rapous. Il settore riguardante il Veneto offre uno spaccato significativo dellŽevoluzione del gusto e del mercato della pittura di natura morta non solo in ambito locale ma anche nel resto dŽItalia. Venezia era, infatti, crocevia di scambi culturali tra il nord e il sud dellŽEuropa e centro commerciale di importanza strategica anche nellŽapprovvigionamento di opere dŽarte. Tra Cinque e Seicento in città risultano attivi numerosi artisti "ponentini e foresti", interpreti eccellenti del "genere", che contribuirono al suo straordinario successo, influenzando anche gli artisti locali. Per informazioni e prenotazioni: fino al 20 aprile tel. 051/264660; dal 21 aprile 2000 tel. 0521/312545.  
   
 

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