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Notiziario Marketpress di Giovedì 11 Maggio 2000
 
   
  DISOCCUPAZIONE "NO, GRAZIE"

 
   
  Milano, 11 maggio 2000 - Per combattere la disoccupazione ci vogliono idee. Una potrebbe essere quella di riproporre un´arte povera che nessuno vuole pi- esercitare ma che, essendo richiesta dalla clientela, dà da vivere discretamente. E´ quanto hanno pensato i fratelli Andrea e Michele Bassis, diversissimi d´aspetto e di carattere ma, di fatto, complementari. Insieme gestiscono un piccolo negozio di riparazioni sartoriali a Milano in via Bramante 3 tel: 02/317031, aperto tutto l´anno, sotto l´insegna 2 B, che sta per l´iniziale del loro cognome. Punto di forza è aver riproposto con una mentalità giovane un vecchio mestiere. Assicurano un servizio rapido sia ai negozi di abbigliamento uomo/donna della zona, sia ai privati. E´ la rapidità e, di conseguenza, la quantità che li rende vincenti. Con la velocità accontentano i clienti e lavorano più capi con prezzi che variano, a seconda del lavoro richiesto, dalle 10 alle 25 mila lire. Cento milioni il capitale impiegato di cui 70 utilizzati per l´avviamento del negozio di 34 mq. (ristrutturazione del locale, arredamento, macchinari, materiali e fondi di magazzino) e 30 milioni per coprire le spese vive dei primi mesi. "Ho pensato di aprire quest´attività - spiega Andrea che ha 29 anni e un diploma da geometra, quando tramite un amico ho conosciuto Luigi Zucchino, ideatore di una serie di negozi in franchising simili al nostro, denominati Xojeans. Ho sempre avuto il pallino di mettermi in proprio. Cos dopo aver "alloggiato" per due settimane in uno di questi esercizi, per capirne il funzionamento e la resa, ho deciso di affiliarmi. Per entrare a far parte del marchio ho pagato un fee d´ingresso di 15 milioni. In cambio ho seguito un corso di formazione di una settimana, sono stato assistito nel reperimento e nella scelta dei macchinari, oltre ad essere consigliato nella disposizione degli stessi all´interno del laboratorio. I capi, da quando arrivano a quando vengono riconsegnati, girano con una certa logica, come se fossero parte di una piccola catena di montaggio. Il marchio richiedeva anche una royalty di mezzo milione al mese per assistenza tecnica e commerciale, corsi di formazione, lanci pubblicitari, reperimento del personale. In realtà niente di tutto questo mi Š stato dato. Per il personale ho dovuto arrangiarmi con mie conoscenze, dando da eseguire il lavoro fuori. Ma a sei mesi dall´apertura, avvenuta il 16/6/98 (a una parete sono incollate come portafortuna le 10 mila lire ricevute per il primo orlo in data 19/6/98) ho coinvolto mio fratello e ora tutto il lavoro viene svolto qui. Dopo un anno e mezzo di inutili promesse da parte del franchisor e nessun servizio elargito siamo riusciti, nel dicembre ´99, a scindere il contratto con l´aiuto di un avvocato e il pagamento di una penale, continuando in proprio con la nostra nuova insegna". All´inizio eseguivano riparazioni solo su jeans autentici. Adesso fanno anche il classico e la pelle e cuciono di tutto: dai copricuscini ai copridivani, alle tende o rinnovano vecchi capi applicando piume, paillettes etc. Andrea tratta con la clientela mentre Michele, 24 anni e un diploma di perito meccanico, gestisce la funzionalità del laboratorio. "Può sembrare strano - afferma Michele - che il nostro bagaglio professionale ci abbia portati a questo tipo di impresa. Ma le riparazioni sono molto simili a degli studi di geometria. Si tratta di applicare delle forme geometriche a dei capi d´abbigliamento e di disegnare su tessuto invece che su foglio. E´ un lavoro di precisione, non molto diverso da quello che svolge un disegnatore tecnico. Da piccoli osservavamo le amiche sarte di nostra madre. Vivendo in questo mondo qualcosa si apprende. E sebbene, l´ipotesi di occuparcene in prima persona allora non ci aveva nemmeno sfiorati, in realtà ci siamo trovati con una serie di conoscenze gi. Sedimentate. Oggi per noi stringere un pantalone in vita è come bere un caffè. "Adoro i vestiti - aggiunge Andrea - e in questo mestiere ho visto la realizzazione di un mio hobby. I nostri clienti vanno dai 5 ai 90 anni e chi viene una volta, ritorna. Il mio sogno, e se sogno voglio farlo alla grande, è di aprire un capannone di 5000 mq nell´hinterland milanese con tanti lavoranti. Fungerebbe da unico centro di lavorazione per diversi piccoli negozi distribuiti in città dove raccogliere e riconsegnare i capi. L´ostacolo è dato dal trovare del personale finito che sappia lavorare bene, che in termini numerici significa uno su 100 aspiranti". Info tel. 02/317. 031.  
   
 

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