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Notiziario Marketpress di Mercoledì 24 Maggio 2000
 
   
  CRESCITA CONTENUTA DEL MADE IN ITALY FINO AL 2002, MA SI RIDUCE IL GAP ITALIANO NELLA NEW ECONOMY

 
   
  Milano, 24 maggio 2000 - Presentato da Databank un rapporto sull´andamento congiunturale e sulle previsioni di sviluppo a medio termine di 100 settori chiave dell´economia nazionale. 100 settori chiave dell´economia italiana posti sotto osservazione per valutarne l´andamento congiunturale e le previsioni di crescita fino al 2002. E´ questa la struttura del Rapporto presentato oggi per la prima volta a Milano da Databank, società di ricerca e informazione leader in Italia nella Competive Intelligence e nella Castumer Satisfaction, che già da diversi anni promuove l´Osservatorio annuale sulla Congiuntura Settoriale dei principali settori economici del Paese grazie ad un monitoraggio continuativo effettuato sull´andamento di 350 settori e 1. 500 segmenti produttivi, per un totale di circa 10. 000 imprese italiane poste sotto osservazione. Il Rapporto prende in considerazione i settori tradizionali del "Made in Italy" e la "new economy". Oltre a fornire un quadro congiunturale generale delle principali variabili macro economiche, la ricerca di Databank presenta un´analisi dettagliata dell´evoluzione a breve termine dei singoli settori produttivi, con particolare riferimento a quelli il cui andamento sta superando o disattendendo le aspettative degli operatori. Sul piano congiunturale generale, il Rapporto Databank rileva come l´economia italiana stia vivendo una fase di forte ripresa trainata dalla debolezza dell´euro rispetto al dollaro e allo yen, debolezza destinata a protrarsi per un periodo non breve. In linea con quanto indicato dall´Irs nello scorso aprile, la previsione dell´incremento del Pil effettuata da Databank nel 2000 si attesta su livelli elevati (2,8-3%), mentre meno favorevole sì presenta la previsione sul livello di inflazione atteso, che Databank colloca al 2,3%, con tendenza al peggioramento. Poiché gli altri Paesi europei prevedono una crescita dell´inflazione più contenuta (mediamente introno al 2%) ed un tasso di sviluppo superiore a quello previsto per l´Italia (3,5 %), il primo scenario con cui occorre confrontarsi è dato da un differenziale competitivo che si sta accentuando a danno della nostra economia nonostante gli incrementi che si stanno registrando sui fronti della produzione e delle esportazioni. La perdita di competitività della nostra economia coinvolge alcuni tra i più ìmportanti settori del Made in Italy, Secondo l´analisi sviluppata da Databank, mentre i 100 settori chiave posti sotto osservazione svilupperanno il proprio fatturato, nel quinquennio 1998-2002, ad un tasso medio annuo del 4,3%, i settori del Made in Italy, presenti al loro interno, manifesteranno una dinamica assai più contenuta, calcolata intorno al 2,6%. Calerà pertanto l´incidenza del Made in Italy sul fatturato totale del Sistema Italia: nel 1998 era stata del 23%, nel 2002 scenderà al 21,5%. La graduatoria per crescita di fatturato evidenze che per Il dei 30 settori del Made in Italy è previsto, nel periodo 1999-2002, un peggioramento delle posizioni rispetto al periodo 1998-1995. Di questi Il settori, 3 fanno parte dell´alimentazione mediterranea (conserve di pomodoro e verdura, conserve e succhi di frutta, pasta) 5 del sistema moda (tessuti cotonieri per abbigliamento, calze, capispalla Femminili, montature occhiali, oreficeria) e 3 dell´arredo casa (grandi elettrodomestici, piastrelle e ceramiche, sedie). Migliorano invece le loro posizioni 13 settori, ed in particolare tutti quelli della meccanica strumentale (all´interno della quale 2 settori, macchine per il confezionamento e robotica industriale, si piazzano nella graduatoria dei primi 10) 5 settori del sistema moda (conciaria, tessuti lanieri, tessuti di seta e fibre chimiche, maglieria esterna, capispalla maschili) e 1 dell´arredo casa (mobili imbottiti). A risultati analoghi si giunge analizzando anche la crescita del fatturato all´export. Per quanto riguarda le previsioni per tutti i 100 settori chiave analizzati, l´analisi di Databank indica per 30 di essi una crescita complessiva triennale del fatturato superiore al 15%. 17 di essi registreranno invece una crescita inferiore alla variazione dell´inflazione prevista nel periodo. 1 settori più dinamici saranno quelli della grande distribuzione (alimentare e non), impianti di condizionamento domestico, software e servizi di informatica, robotica industriale oltre ai già ricordati settori della meccanica strumentale. Quelli a minore sviluppo riguarderanno in particolare alcuni settori già citati del Made in Italy (conserva e succhi di frutta, tessuti di seta, montature e occhiali da sole, oreficeria) e diversi settori ´ del comparto alimentare (formaggi, biscotteria, spumanti, prodotti a base di cacao). La crescita prevista della domanda estera andrà a vantaggio di pochi settori; solo 13 sui 100 considerati realizzeranno incrementi dell´export superiore al 25% in tre anni. La ridotta incidenza complessiva del Made in Italy, tuttavia, non muta il giudizio di fondo. Il Made in Italy - afferma il Rapporto - resta la colonna portante dell´economia italiana, mantenendo posizioni di leadership a livello mondiale in alcuni settori rilevanti. Si osserva, però, un ampliamento del divario esistente tra le aziende leader e la maggior parte di quelle medio-piccole che costituiscono la componente più significativa del nostro tessuto produttivo. Lo scenario previsionale complessivo evidenze l´esistenza di un percorso di crescita difficile per le aziende italiane, ma l´impatto negativo complessivo sulla redditività delle Vendite (Ros) sarà limitato da alcuni fattori, quali la progressiva concentrazione Dell´offerta, i processi di miglioramento della produttività attuati negli ultimi anni e la maggiore flessibilità conseguita attraverso la delocalizzazione. 1 livelli di redditività dei 13 settori che nel 1998 avevano un Ros superiore al 10% saranno mantenuti, mentre salirà il numero dei settori con Ros superiore al 5% (dai 35 del 1998 ai 51 del 2002). Per quanto riguarda infine la "New Economy", si sta riducendo il gap italiano nei confronti dei Paesi nord europei, grazie anche al lancio di offerte di accesso gratuito che hanno consentito il decollo di Internet nel 1999. Nei prossimi 2-3 anni si assisterà alla formazione di un vero e proprio mercato, sia tra i consumatori che fra le aziende. Le previsioni di Databank indicano che la maggioranza delle imprese, 2 milioni circa, sarà utente di Internet nel 2002 (sono attualmente 1,2 milioni), mentre passeranno da 3 milioni a 7,5 milioni le famiglie collegate. Lo sviluppo dell´e-commerce avverrà ad un tasso annuo del 40% ed interesserà circa 1 milione di famiglie (contro le 400 Mila attuali). Circa 700mila imprese (contro le 130 mila attuali) disporranno di un sito per l´e-commerce, facendo registrare una penetrazione del 19 % circa. In pratica nel 2002 un 9 azienda su cinque sarà presente sul mercato con un sito web di commercio elettronico. Il rapporto Databank è consultabile sul sito: www. Databank. It .  
   
 

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