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Notiziario Marketpress di Venerdì 13 Ottobre 2006
 
   
  LOMBARDIA / RISTORANTI, BAR E AGRITURISMI NEL LODIGIANO. I DATI DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI LODI

 
   
  La Camera di Commercio di Lodi rende noti alcuni dati relativi ai comparti della ristorazione e della somministrazione al pubblico delle bevande. Questi due settori della economia territoriale presentano fenomeni di localizzazione dinamici sia di base congiunturale sia tendenziale, e sono caratterizzati da forti tassi di turnover (entrate e uscite) e di natalità (a cui peraltro corrisponde secondo recenti indagini un numero contenuto di vere “nuove imprese”) e da un apprezzamento del tasso annuo di crescita che, nell’ultimo anno, è stato tra il 4 e il 5 per cento per entrambi i gruppi. Alberghi, bar, ristoranti (voce quest’ultima che include anche le trattorie, le pizzerie, le paninoteche…) avevano manifestato già nella fase intercensuaria (tra il Censimento del 1991 e il Censimento del 2001) alcuni deboli segnali di ripresa in conseguenza dei mutamenti nei comportamenti e nei consumi e dalla messa in atto di iniziative di promozione e di richiamo turistico in funzione della ristorazione. Tra i due ultimi censimenti Istat le localizzazioni attive (Unità Locali) avevano assommato variazioni medie annue abbastanza modeste (pari allo 0,6/0,7 per cento), ad indicare, seppur in maniera modesta, un’inversione di tendenza o di esaurimento della fase critica. Fase iniziata ancora prima degli anni Ottanta, con i primi processi di razionalizzazione e di riordinamento avviati per porre argine alla polverizzazione microimprenditoriale. Fenomeno che nel Lodigiano, allora provincia di Milano, presentava caratteri di patologia rispetto alle altre aree del territorio milanese. L’accenno di ripresa della dinamica notato nel 2001 nei dati aggregati delle localizzazioni nascondeva situazioni alternative tra singole categorie d’esercizio: un consistente aumento percentuale del gruppo della ristorazione (+48,5 per cento), favorito dalle nuove classificazioni del sistema statistico nazionale, e una persistente diminuzione degli esercizi pubblici (bar, caffetterie, pub, birrerie, locali con intrattenimento), pari a -8,3 per cento. Nel quinquennio 2002-2006 (il dato è riferito a fine giugno 2006) l’intero aggregato è aumentato in termini di unità locali del 12 per cento e la crescita, per la prima volta, risulta distribuita su quasi tutti i gruppi merceologici, ad eccezione dei pubblici esercizi di gelateria e pasticceria che svolgono “anche” la somministrazione bevande. Comparativamente coi risultati finali dell’8° censimento, il dato parziale del 2006 presenta un miglioramento dello stock di 21 punti percentuali e che potrebbero salire a 25 punti virtuali a fine anno. Se ne ricava che le specializzazioni del comparto sono tornate a dare un segno generale a un’azione diffusa e pervasiva dei sistemi urbani: più del 23 per cento delle unità locali del sistema “alberghi, ristoranti, bar” è concentrato nel comune capoluogo, il 9 per cento nel territorio di Codogno, l’8,2 per cento in quello di Casalpusterlengo, il 4,9 per cento a Sant’Angelo, il 3,2 per cento a Tavazzano, il 2,6 a Maccastorna e a Zelo Buon Persico. Diversa la distribuzione occupazionale, data anche dalle diverse tipologie degli esercizi di città rispetto a quelli di paese. Lodi assorbe il 28 per cento degli addetti della intera sezione, seguita da Casale (7,1) , Codogno (6,9), Somaglia (6,3), Tavazzano (4,9), Tavazzano (4,7). Entrando nel dettaglio dei singoli gruppi si rileva che tra il 2002 e la prima metà del 2006 la crescita del gruppo “ristoranti” in genere è stata del 17,8 per cento, pari a 47 unità locali e un totale di 311 attività (comprensive anche delle rosticcerie, pizzerie e gastronomie che dispongono di posti a sedere). Nel panorama di settore, conferma il proprio rilancio il gruppo “bar, caffetterie, birrerie e altri esercizi di somministrazione” con 35 unità locali in più nei cinque anni, pari a una variazione dello stock del 7,4 che porta il totale delle unità operative a 507. Con 7 unità locali in più rispetto al 2002 (da 20 a 27) da segnalare infine la performance di alberghi, hotel, motel, locande con attività mista (alloggio e somministrazione di pasti e bevande). Sembra invece essersi arrestato da tempo il “boom” dell’agriturismo. Anche questo esercizio richiede delle distinzioni: tra attività di agriturismo vere e proprie o specializzate (fornitura di alloggio e somministrazione di pasti e bevande), rimaste ferme al numero di 2, e iniziative di agriturismo svolte come attività secondaria e stagionale da aziende agricole, che nel quinquennio sono passate da 12 a 14 unità. Per quanto riguarda il naturale “bacino” di clientela, potenzialmente rappresentato dalla popolazione residente, si deve notare come negli ultimi cinque anni, proprio a seguito delle performance fatte registrare dai due gruppi, la sua base si sia ristretta sensibilmente per quanto riguarda la “ristorazione”, accentuando in alcune categorie di esercizi profili di natura concorrenziale. Negli ultimi 12 mesi, la ristorazione si è visto ridotto ulteriormente il bacino di popolazione “locale” del 25 per cento, mentre per i pubblici esercizi la perdita è rimasta tutto sommato contenuta in due punti percentuali. . .  
   
 

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