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Notiziario Marketpress di
Lunedì 05 Giugno 2000 |
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SEMPRE PIÙ IMPORTANTE LA SICUREZZA DELL´INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE PER LO SVILUPPO DELLA NET ECONOMY: IL DATO EMERGE DAL SECONDO RAPPORTO DELL´OSSERVATORIO CRIMINALITÀ ICT (OCI) FTI-SMAU-SPACE
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Milano, 5 giugno 2000 - Il 53, 2% degli attacchi informatici subiti in Italia da soggetti pubblici e privati è rappresentato dai virus, mentre rimane alto (17, 7%) anche il furto di apparati ed elaboratori contenenti archivi ed informazioni digitali. E´ uno dei dati dell´Osservatorio sulla Criminalità Ict (Oci) realizzato da Fti-forum per la Tecnologia dell´Informazione in collaborazione con Smau e Space-università Bocconi che è stato presentato alla stampa giovedì 1 giugno a Fiera di Milano nell´ambito della manifestazione "Smauimpresa". Lo sviluppo impetuoso di Internet e le cronache quotidiane degli atti di pirateria informatica hanno posto con prepotenza all´attenzione della pubblica opinione il problema relativo alla sicurezza dell´informazione e della comunicazione. Il tema, finora dibattuto dagli specialisti e dagli addetti ai lavori è divenuto inevitabilmente motivo di preoccupazione per tutti coloro che operano nella Rete. I dati dell´Osservatorio-oci indicano come sia necessario disporre di un quadro complessivo delle tipologie e del numero di attacchi che si sono verificati se si vuole consolidare la diffusione della net economy. Il volume, ´Cyberwar o sicurezza? Secondo Osservatorio Criminalità Ict´, curato da Marco Bozzetti e da Pieraugusto Pozzi, è edito da Franco Angeli e contiene, oltre a una serie di contributi e interventi degli specialisti del settore, i dati, relativi agli ultimi tre anni, sul numero di attacchi informatici, sulla loro natura e motivazione, rilevati su un campione significativo di duecento imprese e pubbliche amministrazioni. Oci è infatti un Osservatorio permanente che ha l´obiettivo di monitorare in modo continuativo e sistematico i fenomeni criminali Ict in Italia, integrando i dati raccolti sul campo con quelli resi disponibili a livello nazionale ed internazionale. L´incubo dei virus (ne vengono creati circa 22. 000 all´anno) continua a rappresentare la fonte di rischio maggiore, anche se alcuni comparti della produzione e dei servizi dimostrano di aver migliorato negli ultimi due anni le proprie strategie di difesa. Rispetto al 1997, gli attacchi registrati nel 1999 da banche e industrie sono, infatti, diminuiti del 7, 7%, mentre si è verificato un lieve aumento nel settore dei servizi e del terziario (+1, 7%). A sensibilizzare le imprese e le istituzioni sulla necessità di attrezzarsi con contromisure adeguate dovrebbero bastare i dati relativi ai tipi di danni provocati dall´attacco: nel 41, 3% dei casi, gli effetti delle aggressioni hanno, infatti, prodotto conseguenze di natura patrimoniale, mentre il 14, 3% ha subito una perdita di immagine e il 9, 5% una flessione di competitività. Desta un certo allarme anche il fatto che nel 7, 4% dei casi il tempo necessario a ripristinare il sistema colpito è stato superiore ai trenta giorni, mentre nell´11% si è protratto per più di una settimana. L´indagine rileva anche un livello piuttosto basso di percezione degli attacchi che possono essere sferrati ai sistemi informatici attraverso la Rete. Per esempio, la saturazione delle risorse, che è la forma di attacco più facile da realizzare attraverso Internet, viene considerata una minaccia solo dal 6, 9% degli intervistati. Riguardo le motivazioni degli attacchi, il vandalismo informatico e le azioni dimostrative degli hacker rappresentano, rispettivamente con il 36, 4% e il 27, 3%, le motivazioni più diffuse rispetto al totale dei casi. Seguono, nell´ordine, la frode informatica (16, 4%), gli atti di sabotaggio e di terrorismo (7, 3%), la ritorsione (3, 6%), e lo spionaggio (1, 8%). Un ulteriore fattore da considerare, oltre a quello di natura squisitamente economica, è che la mancata adozione delle misure di sicurezza impedisce di configurare l´attacco portato ad un sistema privo di difese come un reato perseguibile a livello penale. Il volume, che ha la presentazione di Enore Deotto, presidente Smau, e l´introduzione di Sergio Pivato, direttore del Centro Space-un. Bocconi, contiene anche una interessante ricerca socio-psicologica di Giorgio Pacifici e Paolo Girardi sulla personalità e sulle caratteristiche degli hacker, che vengono classificati in base alle modalità operative utilizzate e alla loro pericolosità economica, sociale e politica. In un altro capitolo, Distinto e Staro, dirigenti del Servizio Polizia Postale, descrivono le principali operazioni che hanno consentito alle forze di polizia incaricate di sorvegliare la Rete di individuare gli autori di alcuni atti di pirateria informatica commessi ai danni di banche dati di medie e grandi dimensioni, mentre Sarzana di Sant´ippolito, magistrato, delinea il profilo normativo nazionale ed internazionale del fenomeno. Nella seconda parte del Rapporto "Cyberwar o sicurezza?" vengono, infine, affrontati gli aspetti tecnici e indicate alcune soluzioni operative per affrontare il problema della sicurezza delle aziende e delle pubbliche amministrazioni anche in relazione all´utilizzo di Internet. . |
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