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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Giugno 2000
 
   
  GLI AGRICOLTORI SONO I PIÙ "PROTETTI" CONTRO I RISCHI DI TUMORE

 
   
  Milano, 13 giugno 2000 - Primi risultati preliminari dello studio sulle cause di mortalità delle popolazioni agricole della provincia di Forlì-cesena a cura dell´Istituto Oncologico Romagnolo Esaminati oltre 87mila agricoltori dal 1969 al 1993 L¹indagine finanziata dal Consorzio Agrario interprovinciale di Forlì-cesena e Rimini "L´attività agricola, in generale, risulta protettiva rispetto ai tumori" ha sostenuto Dino Amadori, direttore del Dipartimento di Oncologia e membro del Comitato Scientifico dell´Istituto Oncologico Romagnolo (I. O. R. ), presentando i risultati preliminari dello studio epidemiologico sulla mortalità generale e su quella per cause specifiche negli agricoltori attivi professionalmente nella provincia di Forlì-cesena. E il dato più importante, ha ribadito Amadori, è proprio che mangiando frutta e verdura ci si difende di più dai tumori e si vive più a lungo. Lo studio, che abbraccia il periodo 1969-1993, è stato finanziato dal Consorzio Agrario Interprovinciale di Forlì-cesena e Rimini, con una borsa di studio di durata biennale, istituita nel 1999, del valore di quaranta milioni. In una parola, la vita in campagna predispone a minor rischio tumorale. "La Cooperativa Consorzio Agrario -sottolinea Romano Macchini, presidente del Consorzio- coerentemente con lo spirito del proprio statuto e della propria tradizione, si è sempre impegnata a favore del mondo. Fra l¹altro, ogni anno, investiamo parte delle nostre risorse in azioni di supporto diretto alle aziende agrarie, quali l¹assistenza gratuita per l¹espletamento delle pratiche di sostegno alla produzione previsto dalle leggi Comunitarie, il ritiro e smaltimento gratuiti dei contenitori usati per fitofarmaci, l¹erogazione di anticipazioni finanziarie sulle produzioni e di prestiti a tassi agevolati per alcuni tipi di investimenti aziendali". "Vogliamo aggiunge Domenico Scarpellini, direttore del Consorzio Agrario- impegnarci anche per correggere quella mentalità che ritiene l¹agricoltura, e gli agricoltori in genere, responsabili di un utilizzo indiscriminato di fitofarmaci". La coorte (così viene definito l¹insieme di persone) oggetto di studio è composta da 87. 143 soggetti, il 49% maschi ed il 51% femmine; circa ll 60% coltivatori diretti, il 20% salariati, il restante 20% ha versato i contributi per entrambe le posizioni. E¹ stato possibile identificare lo stato di vita di oltre il 90% degli agricoltori e risalire alle cause di morte dell¹86% dei deceduti. Pertanto è la prima indagine in Italia che si avvale di un numero certo e documentato di decessi (oltre 25mila) di una categoria di attività messa a confronto con l¹intera popolazione del medesimo territorio. "La mortalità degli agricoltori per tutte le cause risulta inferiore rispetto alla popolazione residente: dell¹8% circa per i maschi e del 12% circa per le femmine" ha spiegato Oriana Nanni, coordinatrice dello studio dello Ior. Entrambi i sessi sperimentano, in maniera statisticamente significativa, una minor mortalità per le malattie del sistema circolatorio, dell¹apparato digerente, degli stati morbosi. Per i soli soggetti di sesso maschile si osserva una maggiore mortalità (+15%), statisticamente significativa per traumatismi e avvelenamenti accidentali. Considerando i tumori, nel loro complesso, gli agricoltori appartenenti alla coorte oggetto dell¹indagine, presentano una mortalità inferiore di circa il 21% per le donne e di circa il 13% per gli uomini. Analizzando le singole sedi tumorali, gli agricoltori risultano protetti per il tumore dell¹intestino, del fegato, del polmone, della vescica. Per quanto riguarda il sesso maschile si aggiungono anche il tumore alla Iaringe, altri tumori dell´apparato digerente, il linfoma Non-hodgkin, e la leucemia linfatica; il sesso femminile evidenzia una mortalità significativamente più bassa per il tumore della mammella e degli organi genitali femminili, del peritoneo e per il mieloma multiplo. Fra gli agricoltori si registra una mortalità per carcinoma gastrico superiore di circa il 15% rispetto a quella della media provinciale. A tutt´oggi non sembra esserci una plausibilità biologica di associazione tra antiparassitari e tumori allo stomaco. In particolare si può ritenere che l´esposizione ai pesticidi, attraverso cibo e acqua, sia molto bassa se non del tutto inesistente. "Il maggior numero di casi di decessi per carcinoma gastrico spiega Amadori- è riconducibile più che altro alla dieta, ovvero al peculiare tipo di alimentazione che contraddistingue gli operatori agricoli. Numerosi studi italiani ed internazionali concordano nell¹affermare che fra le cause eziologiche della neoplasia gastrica rivestono fondamentale importanza le abitudini dietetiche, in particolare l¹elevato consumo di grassi saturi, I´eccesso di proteine, l´abuso dell´alcool". In conclusione, i risultati presentati, seppur preliminari, rispettano lo stato di salute di questa categoria professionale, che è caratterizzata da una mortalità generale e per le frequenti cause di morte più bassa alla popolazione locale residente. Le analisi statistiche successive avranno lo scopo di approfondire questi risultati. .  
   
 

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