Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Luglio 2000
 
   
  IL RAPPORTO ANNUALE SULLO STATO DELL´ECONOMIA MILANESE RIVELA CHE MILANO NEL DUEMILA TORNA LOCOMOTIVA TRA NUOVA E VECCHIA ECONOMIA

 
   
  Milano, 6 luglio 2000. Aumentano dell´1. 6%, eguagliando il dato nazionale, le imprese attive milanesi durante il 1999, passando dall´8. 4% dell´anno precedente al 9. 3%. Superate tutte le grandi città industrializzate del Nord: Torino (+1. 2%), Bologna (+1. 3%), Genova (+1. 3%), area dei Nord-est (+1. 5%). Una città che cresce ma dove le esportazioni pur crescendo segnano il passo rispetto allo scorso anno (+1. 1% di crescita rispetto a + 2. 2%). Il pericolo di perdere la competitività emerge anche dal carattere passivo degli investimenti esteri: la presenza di imprese estere a Milano non è controbilanciata dalla presenza di imprese milanesi all´estero, che sì presenta debole. Una città che cambia, con il boom nei settori della new economy (7832 imprese nel 99, +15% dal 97 al 99), con l´aumento dell´occupazione indipendente femminile (8, 8%) e dove gli stranieri rappresentano ormai il 7. 6% della popolazione e il 6. 9% delle nuove assunzioni. Gli extracomunitari sono ormai 7. 056 imprese (sono cresciute del 18, 7% in un anno). Sono questi i dati di "Milano produttiva", resoconto annuale sullo stato dell´economia milanese, curato dall´Ufficio studi e statistica della Camera di Commercio di Milano. "Il 1999 e l´inizio del 2000 hanno dimostrato un concreto risveglio dell´economia milanese, il ruolo di locomotiva motrice del Paese - ha commentato Carlo Sangalli, Presidente della Camera di Commercio di Milano -. Da tempo non si avevano risultati positivi su molti fronti: il tasso di disoccupazione continua a scendere, tutti i settori produttivi fanno registrare dei buoni risultati. Il dato più importante è senza dubbio l´incremento della natalità imprenditoriale, segno di una rinnovata ´voglia di fare impresa". Una voglia che è occasione di modernizzazione della società, di reale integrazione, basti pensare alla crescita del 20% in un anno delle imprese degli extracomunitari. Lo sviluppo è sempre più sinonimo di ricerca e innovazione tecnologica, di terziario avanzato. Le imprese della cosiddetta new economy in due anni sono cresciute del 15% e rappresentano il 12, 5% del totale italiano. Milano occupa, inoltre, il 22% degli addetti all´hi-tech in Italia e il 64% della Lombardia. L´area milanese è ormai un complesso sistema urbano terziario che si affianca e si integra ad una base manifatturiera ancora ampia e robusta dando luogo ad un mix unico in Italia, di old e new economy´ Crescita economica e settori. Si intensifica la crescita dei servizi alle imprese (+2. 2% contro il +1. 3% del 1998), nel cui ambito si collocano il settore dell´informatica (+8. 7%), della ricerca e sviluppo (+4. 5%) e delle telecomunicazioni (+24. 1%). Tiene il piccolo commercio al dettaglio (-1. 2% contro il -2. 5% del 1998) e un deciso aumento (+1. 8%) delle attività di intermediazione in ambito commerciale. Si contrae la crescita dell´artigianato (+0. 8% contro il +1. 7% del 1998). La produzione industriale aumenta dell´1, 1% con un boom del +7% nel primo trimestre 2000. New economy: è del 12. 5% l´incidenza delle imprese milanesi operanti nel settore della new economy sul totale nazionale, con una variazione del +15. 2% nel triennio 1997-´99. In particolare, le imprese milanesi sono passate da 6798 del 1997 a 7832 del 1999. Nel dettaglio, le imprese della fabbricazione, installazione, manutenzione degli apparecchi informatici sono aumentate del 19. 6%; quelle dei servizi e apparati per le telecomunicazioni del 21%; i servizi telematica, robotica e altri servizi informatici connessi del 37. 7%. Per quanto riguarda gli addetti, il 22% degli operatori nella fornitura software e consulenza informatica lavora in provincia di Milano. Gli addetti alla new economy milanese sono passati da 54642 a 60575 nel medesimo triennio, il che vuol dire un incremento del 10. 9%. Il 14% del totale nazionale degli addetti a tutti i settori della new economy lavora a Milano. Terziarizzazione: elevato sviluppo degli occupati dipendenti nei "servizi avanzati" dell´area milanese (+4. 8%), l´incidenza degli addetti al terziario avanzato della provincia di Milano sulla Lombardia è del 70%, raggiunge il 20% nei confronti dell´Italia. Crescono del 4. 8% anche i servizi operativi alle imprese (custodia , pulizia , logistica), appaiono stabili i servizi di rete (credito, assicurazioni, trasporti). Si ha un sostenuto incremento degli occupati nel comparto dei servizi alle persone (+3. 1 %). Flessibilità: il 66% delle nuove assunzioni, nel 1999, sono state contratti "atipici", alle quali si devono aggiungere i contratti di lavoro interinale che hanno interessato oltre 24 mila lavoratori parasubordinati e professionisti a contributo (+24% tra il settembre ´98 e il dicembre ´99), divenendo l´l1% del totale degli occupati. Secondo l´indagine Excelsior, soltanto il 2% delle unità produttive, che per il biennio ´99-2000 prevedono di non effettuare assunzioni di personale, indica nella carenza di flessibilità il motivo delle mancate assunzioni. Costo dei lavoro e pressione fiscale incidono entrambe per l´8% tra le cause delle non assunzioni, da ricondursi, piuttosto, alle incertezze e difficoltà dei mercato (71 %). Occupazione: il tasso di disoccupazione scende al 5. 6%. Nel corso del ´99 si accentua la tendenza all´autonomizzazione del lavoro. L´aumento dell´occupazione indipendente (+3%) riguarda principalmente la componente femminile (+8. 8%), ormai quasi dei tutto concentrata nel settore terziario. Nella sola provincia di Milano ci sono 15 mila donne in più che lavorano rispetto al 1998; da confrontare ai 2 mila uomini in meno che ritornano nella condizione di disoccupati. In ambito regionale, le opportunità occupazionali hanno complessivamente contribuito all´ingresso di 65 mila lavoratori (+1. 7%) in più rispetto al 1998, di cui circa il 40% è rappresentato da donne. Lavoro degli stranieri: gli stranieri regolarmente residenti in provincia di Milano sono 150 mila, con un aumento del 7. 6% rispetto al 1998. Nel Comune di Milano risiede il 68% di tutti gli stranieri. A marzo 2000 le micro imprese straniere erano oltre 7 mila (+19% rispetto al´98). Il 60% dei titolari sono cittadini extracomunitari. Per quanto riguarda il lavoro dipendente, spicca un +9% rispetto allo scorso anno, che si concentra nelle mansioni operaie a minor qualificazione dell´industria e dei servizi. Quasi il 90% degli avviati è privo di qualsiasi titolo di studio. Il 6. 9% delle assunzioni in provincia di Milano, nel ´99, ha riguardato cittadini extra-comunitari: in buona parte nell´industria (36. 7%), ma in prevalenza nei servizi (61. 7%). Il lavoro è il maggior fattore di attrazione, motivando il 71% dei permessi di soggiorno , per gli immigrati, seguito da motivazioni di ricongiungimento familiare (33% dei casi). Internazionalizzazione commerciale. Si è avuto un rallentamento nella dinamica delle esportazioni milanesi (+1. 1% rispetto al 2. 3% del 1998), comunque migliore di quella regionale (-1. 4%) e di quella nazionale 0. 4%). Le importazioni hanno toccato quota +9% (6. 6% della Lombardia, 5. 4% a livello nazionale). Delocalizzazione: quasi 55 mila imprese aventi sede nel capoluogo lombardo sono localizzate fuori della provincia di Milano (+3. 5% rispetto al 1998). Il Nord-ovest esercita la maggiore attrazione (+9. 4%), dove si concentra il 50% delle delocalizzazioni milanesi; segue una crescente penetrazione nel Sud (+7. 6%) con il 12% delle unità locali; il centro con un +5% e il 18. 4% del totale; ai quali fa riscontro il ritiro dal Nord-est 12%) con il 19. 4% delle delocalizzazioni. Investimenti esteri da e verso le regioni d´Europa: a investire maggiormente in provincia di Milano sono le imprese tedesche (96 imprese partecipate e quasi 44 mila addetti); di rilievo anche la presenza di multinazionali olandesi (32 e 14 mila addetti), francesi (76 e quasi 41 mila addetti), britanniche (56 e 10 mila addetti). Diversa è la distribuzione degli Ide industriali milanesi secondo il paese europeo di destinazione: al primo posto si colloca la Francia (70 imprese e 22 mila addetti), seguita dal Regno Unito (31 imprese e 16 mila addetti), dalla Spagna (42 imprese e 11 mila addetti) e dalla Germania (30 imprese e 8 mila addetti). .  
   
 

<<BACK