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Notiziario Marketpress di Lunedì 16 Ottobre 2006
 
   
  MOSTRA: GIULIANO GALLETTA LA CAMERA MELODRAMMATICA GENOVA GALLERIA MARTINI & RONCHETTI

 
   
  Genova, 16 ottobre 2006 - In una stanza in penombra - nella quale si accede superando un pesante tendaggio di broccato - una giovane donna, vestita di rosso, è seduta su una poltrona. Di fronte a lei una specchiera. Tutto sembra normale, senonché, osservando meglio, si nota che nel suo braccio sinistro è innestato il tubicino di una flebo, appesa, lì accanto, all’apposita asta utilizzata negli ospedali. Sulla parete alla sinistra della donna, su una pedana di legno, è posizionata una sedia a rotelle e su di essa è sistemato un piccolo televisore accesso che trasmette, in continuazione, la stessa scena di un famoso film di Fred Astaire Top Hat. L’immagine è anche proiettata sul muro alle spalle della sedia; l’audio è ascoltabile soltanto attraverso una cuffia a disposizione del visitatore/spettatore. La terza parete, a cui la donna dà le spalle, è completamente ricoperta di mazzetti di fiori di plastica che incorniciano una scritta, stampata a caratteri di scatola, che recita “In linea di massima, l’essenziale è mostruoso”. Si presenterà più o meno così la mostra/installazione dal titolo La camera melodrammatica che l’artista Giuliano Galletta proporrà alla galleria Martini & Ronchetti di Genova a partire da sabato 14 ottobre 2006. La mostra sarà completata da una parte “introduttiva” di lavori fotografici di diversi formati, in tutto o in parte collegati all’ambientazione. Questa mostra segna il ritorno di Giuliano Galletta sulla scena artistica dopo molti anni di attività “sommersa”. La camera melodrammatica è un lavoro complesso che prende spunto da suggestioni letterarie e filosofiche (il titolo è ripreso dal De Pisis romanziere), ma anche pittoriche (la pittura floreale) e cinematografiche (il musical classico), ma che poi segue le sue autonome strategie che - come è sempre accaduto al lavoro ormai quasi trentennale di Galletta - hanno caratteristiche al tempo stesso evenemenziali, narattive e, in un certo senso, speculative. La “camera” si presenta quindi come opera “in corso” e, al tempo stesso, stratificata, di cui l’installazione “pubblica” non è che uno dei punti di un processo interminabile che coinvolge diverse fasi di scrittura: ideazione (oggetto), azione (corpo), documentazione (immagine). Fasi assolutamente intercambiabili e prive di qualsiasi forma di gerarchia al loro interno. Diventa perciò difficile stabilire un dato “temporale” che ricostruisca quel “procedimento logico” che l’artista vuole scientemente occultare, pur ammettendone l’esistenza. La “camera” crea così un corto circuito antropologico in cui ciascun tema rimanda all’altro, tendenzialmente all’infinito. La donna e i fiori finti, le citazioni e l’eros, la morte e l’identità, la memoria e il ballo, l’autore e il suo doppio, la pittura e il suo simulacro sono tutti riferimenti cui il lettore può fare legittimamente appello senza sperare però in un cenno d’intesa dell’autore. Note biografiche Giuliano Galletta è nato a Sanremo nel 1955, vive e lavora a Genova. Laureatosi in Filosofia con una tesi su Jacques Derrida, giornalista professionista è caposervizio alle pagine culturali de Il Secolo Xix. Ha collaborato con il Corriere della sera e ha curato programmi radiofonici e televisivi, tra cui “Sanguineti/novecento, 24 interviste al poeta e ideologo della Neoavaguardia. Sin dagli anni Settanta affianca all’attività professionale un “lavoro estetico” a metà strada fra arti visive-performative e scrittura. Come poeta visuale, performer, filmaker ha esposto in gallerie e musei italiani e stranieri. Ha pubblicato due raccolte di poesie “tous jours” (edizioni Sileno, 1979) e Un impossibile giorno (edizioni Sileno, 1990), il saggio Il televisore. Dal totem casalingo alla realtà virtuale (Gribaudo, 1995), il volume fotografico Genova nera e bianca (con Mario Paternostro, De Ferrari 1994), Adriano Sansa, cittadino e sindaco (De Ferrari, 1997), Almanacco di un altro anno (Antilibro-posteditore, 2004). Sanguineti/novecento. Conversazioni sulla cultura del Xx° secolo (Il Melangolo, 2005). E’ direttore della rivista di letteratura e filosofia Passaggi. Ha tenuto seminari sul rapporto fra media e cultura presso la cattedra di Estetica della facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova. Per la rubrica Venti righe, uscita quotidianamente dal 2001 al 2005 sulla prima pagina de Il Secolo Xix, gli è stato assegnato il premio Saint Vincent di giornalismo, edizione 2004. La raccolta delle “Venti righe” è uscita proprio questi giorni in un libro intitolato Sabrina e l’arte della felicità. Notiziario instabile di un cronista di provincia (Il Melangolo). .  
   
 

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