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Notiziario Marketpress di Lunedì 16 Ottobre 2006
 
   
  QUALE FUTURO PER LA CULTURA ALPINA? “PREMIO LETTERARIO GIUSEPPE MAZZOTTI” E TOURING CLUB ITALIANO RICHIAMANO L’ATTENZIONE VERSO L’URGENZA DI INTERVENTI DI SALVAGUARDIA E RECUPERO E SOLLECITANO L’ATTUAZIONE DELLA CONVENZIONE DELLE ALPI

 
   
  Milano, 16 ottobre 2006 - Nell’ambito della manifestazione parallela alla Xxiv edizione del Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”, si terrà quest’anno un importante convegno sul tema “La cultura delle malghe e il futuro dell’alpeggio”, in programma per sabato 21 ottobre a Montebelluna. A tal proposito il “Premio Letterario Giuseppe Mazzotti” e il “Touring Club Italiano” (di cui Mazzotti è stato a lungo attivo collaboratore e membro del Consiglio Direttivo), segnalano l’urgenza di interventi di salvaguardia, recupero e rilancio dell’ambiente montano. Quanti sanno ad esempio che ben il 54 per cento del territorio italiano è montano? Eppure di tutti i turisti che ogni anno scelgono una località italiana quale meta di vacanze, solo il 12 per cento opta per la montagna. Se si escludono quindi le zone d’eccellenza e, in generale i comprensori turistici dell’arco alpino meta delle grandi direttrici dei flussi, le comunità di montagna spesso rischiano una qualità della vita inferiore alle aspettative, a causa di un’economia debole. E’ nel territorio alpino infatti – 190. 600 mq di cui il 27 per cento in Italia – e in particolare nelle Alpi occidentali, che l’abbandono delle attività agricole, spesso connesso a fenomeni di emigrazione dalla montagna, ha contribuito alla trasformazione dei paesaggi e al loro carattere. Un fenomeno che, secondo il “Premio Letterario Giuseppe Mazzotti” e il “Touring Club Italiano”, può avere conseguenze non solo sul piano ecologico, ambientale ed economico, ma anche a livello culturale in quanto porta alla perdita di saperi importanti per la gestione dello spazio alpino e alla scomparsa di memorie collettive ad esso legate. Per questo, nell’indicare la civiltà delle malghe come un patrimonio da conoscere e da difendere, rivolgono un monito a tutto campo in difesa della cultura di montagna e sollecitano l’intervento e il sostegno economico delle istituzioni pubbliche e private. “Oggi i due terzi delle aziende agricole operanti nel territorio alpino dell’Italia sono gestiti come attività non più a tempo pieno, ma accessoria – afferma Franco Posocco, presidente dell’Associazione “Premio Letterario Giuseppe Mazzotti’” - e secondo un’indagine recente svolta dal Dipartimento di Scienze Zootecniche dell’Università di Torino negli ultimi vent’anni del Novecento, gli alpeggi attivi in Piemonte sono ridotti del 50 per cento”. Alla luce di tali premesse - poiché la natura e il paesaggio culturale rappresentano certamente le principali risorse del territorio alpino - è urgente un progetto di salvaguardia e recupero di questi territori. “La cultura alpina, intesa come insieme di valori ambientali e storico-culturali, di tradizioni e costumi, di ‘buone pratiche’ gestionali, di capacità e tipicità produttive artigianali e agroalimentari, di potenzialità turistiche rispettose e sostenibili – afferma Roberto Ruozi, presidente del Touring Club Italiano - deve essere difesa, gestita e promossa attraverso formule e programmi di interventi pubblici e privati locali, nazionali e (per quanto riguarda l’arco alpino) internazionali. Si tratta di creare opportunità che non si esauriscano nei termini economici, ma che favoriscano la conoscenza e la presa di coscienza dell’identità culturale”. In particolare, per individuare soluzioni innovative e sostenibili in una macroregione europea come quella alpina, è necessario ricorrere anche a cooperazioni transnazionali. Per questo è importante attuare quel fondamentale accordo di diritto internazionale che è la Convenzione delle Alpi, oggi l’unico ambito formale entro il quale sia possibile elaborare proposte integrate per i suoi 13,6 milioni di abitanti. In Italia e’ necessario accelerare il passo per l’attuazione della Convenzione, attraverso la ratifica in Parlamento dei singoli protocolli (anche di quello dibattuto in questi mesi, “Popolazione e cultura”, proposto ancora dieci anni fa dal Club Arc Alpin che riunisce tutti i Club alpini dalla Francia alla Slovenia): aspetto essenziale per agevolare la creazione di strumenti che mettano in pratica i principi. Un segnale incoraggiante, che speriamo venga confermato, è la proposta di aumento degli investimenti nei parchi naturali e degli stanziamenti per la difesa del suolo, bonifica e rifiuti e lotta all’abusivismo da parte dello Stato (per un totale di 474 milioni di Euro dal 2007 al 2009). Ma occorre rivedere il concetto stesso di montanità e avviare investimenti strategici e mirati, supportati da adeguate politiche di sostegno che vedano come interlocutori principali i Comuni e le Comunità Montane così da tradurre l’indirizzo politico e amministrativo in obiettivi specifici di tutela, sviluppo e gestione delle risorse. Tutto ciò nel quadro di una loro effettiva autonomia politica ed amministrativa. .  
   
 

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