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Notiziario Marketpress di Venerdì 25 Agosto 2000
 
   
  ALBERTO GIACOMETTI DIALOGHI CON L’ARTE (16 SETTEMBRE - 12 NOVEMBRE) MUSEO D´ARTE DI MENDRISIO PIAZZA SAN GIOVANNI (CH)

 
   
  Un percorso costituito da 128 opere di cui gran parte mai esposte prima. Oli, bronzi, gessi, disegni e schizzi testimoniano l´interesse di Alberto Giacometti per le riproduzioni da maestri antichi e moderni attraverso un vero e proprio dialogo con le espressioni dell´arte antica e contemporanea. Conferenza Stampa giovedì 14 settembre 2000 ore 11; Inaugurazione sabato 16 settembre 2000 ore 16. Orari: martedì-domenica 10-12/14-18; chiuso il lunedì - Tel. 0041. 91. 646. 76. 49 - Fax 0041. 91. 646. 56. 75; e-mail: museo@mendrisio. Ch - web: www. Mendrisio. Ch Curatori: Casimiro di Crescenzo - Simone Soldini (conservatore del Museo). Organizzazione Museo d´Arte di Mendrisio; Promotori Municipio di Mendrisio - Dicastero Museo e Cultura. Realizzata con il contributo di Banca Raiffeisen, Helvetia Patria, Pro Helvetia, Repubblica e Stato del Canton Ticino. Oltre a una serie di oli, bronzi e gessi, la mostra si incentra soprattutto sui disegni (90 di cui 5 inediti) che Giacometti eseguiva da maestri antichi e moderni: i soggetti prediletti e le relazioni palesi o ipotizzabili tra di esse e il suo lavoro creativo. Spiccano per l´arte antica i riferimenti all´arte egizia e sumerica, all´arte africana;poi a Cimabue, Giotto e Rembrandt; infine, per i moderni, a Matisse, Picasso, Lipchitz e soprattutto Cézanne. Che la prassi della copia sia stata per l´artista grigionese una costante durante l´intero arco della sua attività è facile desumerlo direttamente dalle testimonianze scritte e dalle interviste che egli ci ha lasciato; non da ultimo, dalla pubblicazione sulle copie di opere del passato curata da Luigi Carluccio in collaborazione con l´artista stesso verso la metà degli anni Sessanta, pochi mesi prima della sua scomparsa, e dai contributi recenti di Dieter Koepplin, conservatore del Kunstmuseum di Basilea. Malgrado le tre note dell´artista pubblicate postume nel libro di Carluccio, l´argomento non è stato finora indagato se non in qualche sporadica occasione e in maniera del tutto incompleta. Grazie a un lungo e meticoloso lavoro di ricerca, lo studioso Casimiro Di Crescenzo è riuscito a portare alla luce materiale di grande interesse, che amplia in modo considerevole il corpus di copie pubblicate da Carluccio. Il catalogo Museo d´arte di Mendrisio, 220 pagine, 130 illustrazioni in bianco e nero, 20 a colori. Saggi di Simone Soldini, Casimiro Di Crescenzo, Jean Soldini e schede delle opere a cura di C. Di Crescenzo e S. Soldini. Prezzo Fr. 50 (lire 60. 000). Stampa Tipo Print. Dal Catalogo: Estratto Del Testo Di Casimiro Di Crescenzo Lo studio degli antichi maestri e delle loro opere è comune a moltissimi artisti, basti pensare a Cézanne, Matisse o Picasso, solo per citare i nomi più famosi; si può affermare che per gli artisti della generazione di Giacometti come per quelli precedenti, lo studio dell´arte è uno degli elementi basilari, se non indispensabili della loro formazione. In Giacometti, tuttavia, l´attività di copiare, iniziata fin dalla più tenera età e continuata per tutta la vita, ha assunto le dimensioni di un lavoro parallelo a quello personale tanto che l´abitudine di disegnare le opere d´arte è una costante nel lavoro artistico di Giacometti. "Da quando ho visto riproduzioni di opere d´arte, e ciò risale alla mia più lontana infanzia e si confonde con i miei ricordi più remoti, ho subito desiderato di copiare tutte quelle che mi attiravano maggiormente e il piacere di copiare, di fatto, non mi ha più lasciato". (Note sulle copie, 1967, p. Vii). Questa affermazione, disarmante nella sua semplicità, contiene tutti gli elementi della questione: l´interesse per l´arte, il desiderio di comprendere meglio, il piacere della scoperta. Tutte queste copie sono degli studi realizzati con la tecnica del disegno dove l´atto di copiare è strettamente associato alla volontà di apprendere: copiare è un metodo per conoscere pienamente l´opera d´arte. Guardando il gran numero di copie, si comprende come per Giacometti si sia trattato di un esercizio continuo e instancabile. Oltre ai carnets riempiti durante le visite ai musei, molti dei quali sono andati perduti, troviamo soprattutto disegni creati nell´intimità dello studio osservando le riproduzioni di opere d´arte nei libri o nelle riviste. Questo dialogo personalissimo con gli antichi maestri ha confortato la sua indagine artistica; le copie ricostruiscono l´itinerario del suo lavoro, rivelando gli interessi dell´artista, le sue ossessioni, le sue predilezioni e curiosità. Tutta l´arte di Giacometti si basa su questo studio accurato e profondo della storia dell´arte. L´artista ha rimesso in discussione i temi principali della scultura tradizionale, pensiamo alle novità presenti nella sua scultura come il rapporto tra base e scultura, il concetto di monumentalità indipendente dalle misure dell´opera ma creato dal rapporto tra l´opera e lo spazio circostante, la meditazione sulla percezione visiva, la presenza della distanza tra modello e artista, e, quindi, tra scultura e spettatore, la tridimensionalità risolta nell´imposizione di un punto di osservazione frontale. Questo atteggiamento radicale di rilettura è impensabile senza una conoscenza completa di tutte le espressioni culturali e d´altronde Giacometti non ha mai nascosto il conforto provato nello studio continuo dell´arte, per esempio ha sempre dichiarato la sua passione per l´arte egizia, sumera o bizantina. (. ) Giacometti era cosciente dell´importanza di questi disegni e per questo motivo negli ultimi anni di vita aveva accettato l´idea di Luigi Carluccio di raccogliere le copie più belle in un libro, Le copie del passato, che purtroppo uscirà postumo nel 1967. Per molteplici ragioni questi disegni sonno stati generalmente trascurati e solo qualche esemplare è stato esposto nelle retrospettive più importanti. Il motivo principale di questa dimenticanza è il loro carattere di produzione personale, intima: queste copie sono state create non per essere vendute, ma per essere conservate nell´atelier oppure regalate alle persone più vicine. Bisogna notare che negli ultimi venti anni Dieter Koepplin è, tra gli storici dell´arte, quello che più ha studiato le copie cui ha dedicato numerosi articoli. Grazie al suo interesse, il Gabinetto dei disegni del Kunstmuseum di Basilea, da lui diretto fino all´anno scorso, può vantare un gruppo di alta qualità di queste opere. Questa mostra cerca quindi di riportare l´attenzione su questi disegni continuando il cammino tracciato da Luigi Carluccio. Volutamente non esponiamo molti dei disegni così ben riprodotti nel suo libro Le copie del passato per dare invece priorità ad opere inedite e soprattutto alle copie disegnate sui libri e sulle riviste. L´esigenza principale è di far conoscere un nuovo materiale, soprattutto quello più personale, per far comprendere la ricchezza, l´interesse e la profondità di questo studio. Info claudiaratti@metropolink. Net -Tel. E fax 0392721502. .  
   
 

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