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Notiziario Marketpress di Martedì 17 Ottobre 2006
 
   
  OCM VINO, 4 REGIONI FIRMANO UN DOCUMENTO COMUNE SULLA RIFORMA SONO: TOSCANA, AQUITANIA (FR), HESSEN (GER), LA RIOJA (SPA)

 
   
  "La firma di oggi (13 ottobre) sancisce una alleanza preziosa, capace di pesare positivamente sugli esiti della riforma dell´Ocm vino". Così l´assessore regionale all´agricoltura Susanna Cenni commenta la sottoscrizione, da parte dei presidenti delle Regioni Toscana, Aquitania (Francia), Hessen (Germania) e La Rioja (Spagna) di un documento comune sulla proposta della Commissione europea per la nuova legislazione europea in materia di vino (Ocm sta per organizzazione comune di mercato). "Toscana, Aquitania, Hessen e La Rioja sono quattro autentici motori della produzione vinicola europea di qualità – evidenzia Susanna Cenni – per questo la loro comunanza di vedute sulla proposta di Ocm è importante. Ma questa è anche una alleanza aperta, aperta all´ingresso di Regioni europee che hanno condizioni simili alle nostre, e con cui possiamo condividere la stessa finalità: migliorare il provvedimento specie nei punti attualmente più critici. Per raggiungere questo obiettivo tre almeno sono i capisaldi individuati: non fare dell´estirpazione dei vigneti l´asse della riforma, puntare su ristrutturazione e riconversione, salvaguardare le produzioni di qualità". La posizione delle quattro regioni (il documento è stato sottoscritto dai governatori Claudio Martini, Alain Rousset, Volker Hoff e Pedro Sanz Alonso) è stata trasmessa alla Commissaria all´agricoltura Mariann Fischer-boel, al presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo Joseph Daul e ai due parlamentari, Giuseppe Castiglione e Katerina Batzeli, relatori sulla proposta e sulla comunicazione della Commissione. Dalle quattro regioni arriva un appello a Bruxelles: non fare dell´estirpazione dei vigneti l´asse centrale della riforma, quando il budget a disposizione potrebbe essere più utilmente indirizzato ad altri obiettivi, come la ristrutturazione e la riconversione, l´informazione e la promozione: l´estirpazione non potrà essere che uno degli elementi di un piano globale fissato a livello regionale. Le regioni ritengono anche che dedicarle 2,4 miliardi di euro, ciooè il 60% dell´intero budget, sia del tutto sproporzionato in rapporto sia al budget che alle reali necessità del settore. Legate allo sviluppo di una produzione di qualità, le quattro regioni non possono che opporsi alle proposte di deregulation nei campi delle etichette e delle pratiche enologiche: allineare, con una standardizzazione verso il basso, le pratiche europee a quelle dei concorrenti extra-europei finirebbe per indebolire un settore in cui la competitività si basa soprattutto sulla qualità dei prodotti. In questo spirito e per un dovere di trasparenza nei confronti dei consumatori, le regioni chiedono che le pratiche non tradizionali vengano menzionate sulle etichette, sia per i prodotti europei che per quelli dei paesi terzi. Le regioni chiedono anche che venga mantenuto il divieto della vinificazione dei mosti provenienti dai paesi terzi ed il taglio dei vini europei con vini extra-europei, sempre per garantire la trasparenza nei confronti del consumatore. Uno dei punti sui quali le regioni insistono di più riguarda il mantenimento delle misure attuali per la ristrutturazione e la riconversione, giudicate indispensabili per garantire la qualità del vino lungo tutto il ciclo di produzione e per far fronte alle esigenze poste dalla rapidità dello sviluppo scientifico e tecnologico e al rispetto dell´ambiente. Le regioni, dopo aver deplorato che la Commissione non menzioni il finanziamento delle misure di ricerca/innovazione e di sperimentazione, essenziali per lo sviluppo e la competitività del settore, chiedono con grande forza la loro introduzione e s´impegnano a dar vita ad azioni significative in questo campo. Poiché i vigneti hanno una valenza culturale e storica, ma anche ecologica, le regioni ritengono necessario valorizzare gli effetti della viticoltura sull´ambiente, specialmente nel caso della viticoltura minore delle piccole isole e delle altre zone svantaggiate. Accanto ai rilievi critici, non mancano però i punti di accordo con la proposta della Commissione. Le regioni concordano con l´abolizione degli aiuti comunitari alla distillazione, un aiuto che ha dimostrato negli anni la sua inefficacia e che si è rivelato fonte di distorsioni del mercato. D´accordo anche con la proposta di mettere a disposizione una dotazione finanziaria per ciascun Stato membro, a patto di specificare con chiarezza le misure finanziabili, in modo che i fondi siano effettivamente assegnati al settore. .  
   
 

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