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Notiziario Marketpress di Martedì 17 Ottobre 2006
 
   
  RINVIATO IL VOTO SULL´ISTITUZIONE DELL´AGENZIA EUROPEA PER I DIRITTI FONDAMENTALI

 
   
  Bruxelles, 17 ottobre 2006 - Falliti i tentativi di trovare un accordo con il Consiglio, il Parlamento ha deciso di rinviare il voto finale sulla proposta di regolamento teso a trasformare l´Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo in una vera e propria Agenzia dei diritti fondamentali, dotata di un mandato più ampio. La principale divergenza riguarda l´attribuzione all´Agenzia di competenze in materia di cooperazione giudiziaria e di polizia. Dopo aver proceduto all´adozione degli emendamenti proposti dalla relazione di Kinga Gál (Ppe/de, Hu), l´Aula ha infatti deciso di rinviare il dossier alla commissione parlamentare per esercitare una maggiore pressione sul Consiglio. Una delle ragioni che hanno impedito di giungere ad un accordo con il Consiglio, è la sottoscrizione da parte del Parlamento della proposta della Commissione volta a offrire al Consiglio la possibilità di autorizzare l´Agenzia a svolgere le sue attività anche nei settori della cooperazione intergovernativa in materia di polizia, giustizia, immigrazione e terrorismo. L´idea avanzata dal gruppo Ind/dem di respingere la proposta della Commissione è stata bocciata dall´Aula con 91 voti favorevoli, 505 contrari e 21 astensioni. I principali emendamenti votati dal Parlamento riguardano, segnatamente, la cooperazione con le Ong e con altri organismi nazionali, europei e internazionali, il campo geografico d´attività, il ruolo del Parlamento e la struttura organizzativa dell´agenzia. Più in particolare, nell´ambito della sua attività, sulla base di una proposta della Commissione, l´Agenzia dovrà adottare un Quadro pluriennale, «tenendo debitamente conto degli orientamenti che emanano dalle risoluzioni del Parlamento europeo e dalle conclusioni del Consiglio nel campo dei diritti fondamentali». Il Quadro, valido cinque anni, dovrà essere coerente con le priorità e gli obiettivi strategici dell´Unione e compatibile con le risorse finanziarie e umane a disposizione dell´Agenzia. Quest´ultima dovrà quindi svolgere i propri compiti nei settori tematici definiti dal Quadro e alla luce del suo programma annuale. Ma, è precisato, dovrà anche rispondere alle richieste del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione che ricadono al di fuori dei settori tematici. Con un emendamento, i deputati precisano che «per assicurare una stretta cooperazione con gli Stati membri», ognuno di essi dovrà nominare un funzionario di collegamento. L´agenzia, inoltre, nello svolgimento dei suoi compiti, dovrà cooperare con organismi governativi ed enti pubblici competenti nel campo dei diritti fondamentali a livello degli Stati membri, comprese le istituzioni nazionali dei diritti dell´uomo e con l´Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, in particolare l´Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell´uomo (Uiddu o Odihr), con le Nazioni Unite e con altre organizzazioni internazionali. «Per assicurare complementarietà e valore aggiunto», poi, l´Agenzia dovrà coordinare le proprie attività con quelle del Consiglio d´Europa. Al fine di consolidare questa cooperazione, è prevista la firma di un accordo che comprende la nomina da parte del Consigli d´Europa di un membro del Consiglio d´amministrazione e dell´ufficio di presidenza dell´Agenzia. Per il Parlamento, l´Agenzia deve favorire il dialogo con la società civile e collaborare strettamente con organizzazioni non governative e istituzioni della società civile attive nel settore dei diritti fondamentali. A tal fine, dovrà creare una rete di cooperazione denominata "Piattaforma dei diritti fondamentali" per instaurare «un dialogo strutturato e fecondo, nonché una stretta cooperazione, con tutte le parti interessate». Questa piattaforma - che sostituisce il Forum ipotizzato dalla Commissione - dovrà essere composta di organizzazioni non governative che si occupano di diritti umani, di sindacati e di associazioni dei datori di lavoro, di enti sociali e professionali interessati, di chiese, di associazioni religiose, filosofiche e non confessionali, di università e di altri esperti qualificati di organismi e organizzazioni europei e internazionali. Dovrà anche garantire un meccanismo di scambio di informazioni e la messa in comune di conoscenze, e assicurare una stretta cooperazione fra l´Agenzia e le parti interessate. Un altro emendamento prevede l´istituzione di un comitato scientifico che dovrà garantire un´elevata qualità scientifica delle attività dell´Agenzia. Tale comitato, che si riunirà quattro volte all´anno, dovrà essere composto da undici personalità indipendenti, altamente qualificate nel settore dei diritti fondamentali. Per la selezione di queste personalità, che resteranno in carica cinque anni senza possibilità di rinnovo, dovrà anche essere consultata la commissione competente del Parlamento europeo. Le decisioni del comitato, è anche precisato, potranno essere adottate con la maggioranza di due terzi. In merito al campo d´azione geografico, il Parlamento, accogliendo la proposta di aprire la partecipazione all´Agenzia dei paesi candidati all´adesione, ritiene opportuno consentire anche la partecipazione dei paesi con i quali è stato concluso un accordo di stabilizzazione e di associazione. A suo parere, ciò consentirà infatti all´Unione di sostenere gli sforzi di tali paesi per integrarsi all´Europa, agevolando un progressivo allineamento della loro legislazione a quella della Comunità. Ma permetterà anche il trasferimento di know-how e di buone pratiche, in particolare nei settori dell´acquis che fungeranno da punti di riferimento centrali per il processo di riforma nei Balcani occidentali. Un emendamento, infine, è teso a precisare che l´Agenzia continuerà a trattare i fenomeni di razzismo, xenofobia e antisemitismo, nonché la tutela dei diritti delle persone e delle minoranze. Dovrà inoltre dedicare la debita attenzione alle vittime della discriminazione. E´ anche puntualizzato che la sua sede deve rimanere Vienna. .  
   
 

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