Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 04 Ottobre 2000
 
   
  L´OSPEDALE DEL FUTURO AVRÀ "BRACCIA PIÙ LUNGHE" UNA RIVOLUZIONE CHE COMINCIA DALLA CARDIOLOGIA- L´ESPERIENZA DEL PROF. CESARE FIORENTINI AL SAN PAOLO DI MILANO

 
   
  Milano, 4 ottobre 2000 - L´ospedale del futuro - cosi´ come lo ha disegnato lo stesso ministro della Sanità, Umberto Veronesi ~ avrà meno letti di degenza ("taluni ospedali dovranno ridurli di due, anche di tre volte! " ha detto il ministro), che saranno riservati ai malati acuti, i quali verranno curati con maggiore efficienza e dimessi in tempi più brevi rispetto a oggi. Ma proprio per questo l´ospedale dovrà avere ´braccia più lunghe´ per poter seguire i propri pazienti anche a casa loro, sia durante quella convalescenza che non sarà più trascorsa in reparto, sia in seguito per prevenire eventuali riacutizzarsi della malattia, o anche per controllare a distanza malattie divenute croniche. E lo potrà fare in due modi: attraverso un rapporto più organico fra il medico ospedaliero e quello di famiglia e attraverso gli strumenti tecnologici che saranno a disposizione. Meglio ancora: integrando l´uno e gli altri. E´ quanto già oggi sta avvenendo nel campo della cardiologia a Milano. Lo spiega Cesare Fiorentini, direttore della cattedra di Cardiologia dell´università di Milano all´Ospedale San Paolo e membro del comitato scientifico di "Doctor´s - i servizi per la medicina" (5-7 Ottobre), convegno che si pone come punto di riferimento annuale per il medico e la sua attività. Fiorentini è alle prese tutti i giorni con persone che hanno avuto un infarto cardiaco, che vengono curate in ospedale e quindi regolarmente dimesse, ma c e poi devono tornare più volte negli ambulatori ospedalieri per i necessari controlli o purtroppo devono ripassare attraverso il pronto soccorso e devono essere nuovamente ricoverati perché hanno avuto uno scompenso cardiaco come conseguenza del primo infarto. "Tutto questo - spiega il cardiologo del San Paolo - può finire: oggi è possibile seguire a distanza i pazienti infartuati e dimessi, mentre noi siamo in ospedale e loro sono a casa o nell´ambulatorio del loro medico di famiglia. Oggi infatti esistono sofisticati strumenti (elettrocardiografi in grado di valutare anche la funzione respiratoria e i valori pressori) che, applicati dal medico di base, sono in grado di rilevare i parametri necessari alla valutazione clinica del paziente e trasmetterli in tempo reale all´ospedale. Qui il cardiologo che ha seguito quel preciso paziente durante il ricovero, e ne riconosce perfettamente la storia clinica potrà essere in grado di valutarne le condizioni, decidere se la terapia va continuata o se va cambiata, oppure se è il caso che torni subito in ospedale". Addirittura, precisa ancora Fiorentini, già al momento delle dimensioni dall´ospedale si può dare al paziente una sorta di programma da seguire, con l´aiuto del suo medico, che preveda non più il ritorno in ospedale per i controlli, ma appuntamenti fissi nell´ambulatorio del medico di base per la trasmissione dei dati e il monitoraggio a distanza. " E´ una sfida - afferma il prof. Fiorentini - che si sta già sperimentando a Milano: se riusciremo a mantenere scarichi i pronto soccorso e i reparti di urgenza da questa grossa fetta di pazienti cronici o pseudocronici valutandoli a distanza, avremo certamente più tempo per curare meglio i pazienti acuti, coloro che devono venire in pronto soccorso e devono essere ricoverati e sottoposti a terapia in ospedale".  
   
 

<<BACK