Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 17 Ottobre 2006
 
   
  E’ IN ARRIVO L’INFLUENZA “AMERICANA”: QUALI FARMACI PER ALLEVIARE I SINTOMI COMBATTERE I VIRUS CON I FARMACI DI AUTOMEDICAZIONE

 
   
  Milano, 17 ottobre 2006 - Si chiama Wisconsin, da uno dei ceppi americani da cui è costituito il vaccino, e metterà a letto 6 milioni di italiani, di cui 2 milioni e mezzo bambini. E’ l’influenza stagionale 2006-2007, che gli esperti indicano come molto più severa rispetto a quella dello scorso anno. Il suo passaggio lascerà il segno a partire da Natale, con un picco massimo tra fine dicembre e gennaio. “La vera influenza non avrà nulla a che fare con le sindromi respiratorie virali che hanno infastidito gli italiani al rientro dalle vacanze. Sarà molto difficile e “cattiva”, nel senso che la diffusione dei virus aumenterà sensibilmente, arrivando a colpire il 10% della popolazione, o una persona ogni famiglia”. E’ la previsione di Fabrizio Pregliasco, virologo presso l’Università degli Studi di Milano, che ricorda: “quella passata, con 2 milioni e mezzo di casi e 3 milioni di sindromi simil-influenza riconducibili in buona sostanza al raffreddore, è stata in assoluto l’influenza più “clemente” degli ultimi sei anni, ed è statisticamente provato che, di norma, a stagioni blande se ne alternano altre particolarmente severe”. Il raffreddore attacca con oltre 200 virus e si presenta in genere in forma leggera. Più seria è invece l’influenza, che ha durata maggiore e presenta sintomi più intensi: brividi improvvisi, febbre alta, mal di testa e dolori articolari per giovani e adulti; febbre e disturbi intestinali per bambini ed anziani. La terapia è esclusivamente sintomatica, cioè mira ad alleviare il mal di testa e di gola, naso chiuso, febbre e tosse – corredo inevitabile di raffreddore e influenza –, e non a bloccare i virus. Infatti, a determinare il malessere generalizzato che ci colpisce non è il virus, ma l’effetto della risposta immunitaria del nostro organismo che ci allerta e ci spinge a riposare affinché la “lotta” contro il virus sia più efficace. Se non si deve interrompere il corso naturale del raffreddore, è possibile ridurne i sintomi con i farmaci di automedicazione: l’acido acetilsalicilico e il paracetamolo sono i farmaci di automedicazione di elezione, meglio ancora se associati a vitamina C, con proprietà antinfiammatorie, antipiretiche e analgesiche. Altri farmaci di automedicazione utili sono: antistaminici (clemastina, desclorfeniramina, clorfenamina, feniramina) per gocciolamento nasale, starnuti, congiuntivite; spray nasali che contengano vasocostrittori (efedrina, fenilefrina, xilometazolina, pseudoefedrina, ossimetazolina, nafazolina) per il naso chiuso; colluttori anticongestionanti o antisettici o pastiglie da sciogliere in bocca a base di sostanze disinfettanti (clorexidina, cetilpiridinio, benzidamina, dequalinio), per il mal di gola; infine, per la tosse “secca”, sedativi a base di destrometorfano, dropropizina, cloperastina, per quella “grassa”, fluidificanti come gli espettoranti (guaifenesina) e i mucolitici (carbocisteina, acetilcisteina, bromexina, ambroxolo). Il ricorso agli antibiotici è nella maggior parte dei casi inutile, se non addirittura dannoso, essendo raffreddore e influenza malattie virali e non batteriche. La terapia antibiotica ha perciò un ruolo solo se si verificano complicanze (ad esempio a carico dell’apparato respiratorio) di origine batterica. Da non dimenticare, inoltre, che l’uso eccessivo degli antibiotici causa l’insorgenza di resistenze batteriche e ne diminuisce l’efficacia nel momento del reale bisogno. I dati secondo i quali cresce in modo preoccupante nella popolazione la resistenza a molti antibiotici di largo uso sono sempre più numerosi. Dunque, nelle malattie da raffreddamento, come d’altronde per tutte le piccole patologie, è più che sufficiente ricorrere all’automedicazione cioè a quei prodotti (detti “da banco” o Otc – in inglese over the counter) che possiamo comprare in farmacia senza prescrizione e che sono contraddistinti da un bollino rosso. Essi ci consentono di alleviare i dolori, diminuire il malessere, abbassare la febbre, calmare la tosse. “Ricordiamoci – affiunge Pregliasco - che la vaccinazione non rappresenta uno scudo totale, ma anch’essa è caratterizzata da un’efficacia relativa: non ci protegge dai virus al 100%, anche se ne riduce la forza, motivo per il quale rimane consigliabile, e, soprattutto, non ci pone a riparo dalle forme para-influenzali, tanto diffuse quanto fastidiose”. Sbagliare terapia, affidandosi quando non necessario agli antibiotici, ha anche ripercussioni economiche: il ricorrere alla terapia antibiotica costa, infatti, quasi il 50% in più di quanto si spenda per i più appropriati farmaci di automedicazione. Elemento ulteriore per valutare attentamente quando ricorrere agli antibiotici, la cui eventuale somministrazione deve essere a cura esclusivamente del proprio medico curante. Il ricorso all’automedicazione, nel suo complesso per affrontare le piccole patologie, ha comunque un vantaggio di tipo economico: una stima del contributo sociale di questo comparto alla produzione di ricchezza consente di fissare in circa 30 miliardi di euro il valore delle giornate di assenza dal lavoro risparmiate dagli italiani grazie ai farmaci senza ricetta. Il dato è emerso da un’indagine del Censis svolta lo scorso anno che ha rilevato come quasi la metà degli italiani sia colpito spesso o frequentemente da piccole patologie (tra cui le malattie da raffreddamento), che nel 38% dei casi possono incidere molto sulla vita quotidiana (un dato per tutti: un permesso per recarsi dal medico è pari in media a 3 ore lavorative) e sui costi sociali. .  
   
 

<<BACK