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Notiziario Marketpress di Martedì 17 Ottobre 2006
 
   
  GALLERIA MORONE : QUARANT’ANNI DI STORIA

 
   
   Milano, 17 ottobre 2006 - Sono poche le gallerie milanesi sopravvissute al passare dei decenni. Si possono contare sulle dita di una mano e poco più. Fra di esse è certamente da porre la Galleria Morone che prende il nome dalla via in cui è nata (via Morone 6) e dove è rimasta a lungo prima di approdare nella sede attuale di Via Nerino 3. La storia della galleria è, inoltre, la storia di Enzo Spadon, un mercante poco mercante perché più attento alla qualità (e alla novità) delle opere che al mercato del momento, più rivolto agli uomini e alle loro idee che alla produzione di denaro. Motivi questi che rendono i 40 anni di attività della galleria Morone un vero miracolo, perché Spadon ha saputo sopravvivere alle mode con la coerenza e la forza di spirito, in rapporto con i grandi maestri, ma anche con artisti meno noti dalla sensibilità artistica forte e stimolante. Se ripercorriamo i quarant’anni trascorsi, partendo dalla mostra di Piero Giunni nel novembre del 1966 cui seguì una rassegna dedicata a Luigi Russolo ritroviamo a più riprese i “suoi” artisti - Enrico Della Torre, Claudio Olivieri, Valentino Vago, Gianni Madella, Riccardo Guarneri, Mario Raciti e altri ancora - messi in relazione e a confronto ravvicinato con alcuni grandi dell’arte italiana (Fontana, Scanavino, Tancredi) e alcune figure mitiche della pittura europea e d’oltreoceano (Hartung, Schumacher, Soto, Calder, Noland, Mirò). Un grande ed importante incontro fu quello con Fausto Melotti intorno al 1970: Spadon, oltre a realizzare diverse mostre in galleria, lo propose in Germania (Colonia, Düsserdolf) e in numerose fiere a livello internazionale. Memorabile inoltre l’excursus (1972) attraverso la Scuola di New York con opere di Baziotes, Krasner, De Kooning, Gottlieb, Guston, Kline, Marca-relli, Motherwell, Newman, Pollock, Reinhardt, Rothko, Stamos, Still: un evento che segnò la ricerca di molti in Italia. Ma poi ci sarebbe da dire di altre presenze, a volte “di passaggio” ma sempre intense, come quelle di Strazza, Roberto Crippa, Aricò, Bendini, Iacchetti, Verna (ma anche Christo, Riopelle, Arman). Contemporaneamente la figlia Katia avvia un nuovo discorso con “Accademie & Dintorni”, che porta all’evidenza nuove generazioni di artisti come Dorigatti, Bolognini e Shimizu che continuano ancora oggi ad esporre in galleria. Altro incontro significativo è quello con Mattia Moreni, che si legherà alla Galleria Morone per un lungo connubio e che ancora oggi Enzo Spadon distribuisce in tutta Europa in un mercato in forte espansione. Oggi poi ecco ancora l’impegno per la diffusione dalla conoscenza di due grandi maestri, Arturo Carmassi e Agenore Fabbri, “pescati - dice Spadon - nel dimenticatoio dell’ufficialità per rispolverare le deboli memorie dei miei contemporanei”. La mostra dei quarant’anni. Per festeggiare i suoi quarant’anni, la galleria Morone ha voluto un avvenimento speciale. Anzi due. Negli spazi della galleria innanzitutto. In primo piano la grande ruota con le fotografie di alcuni degli incontri e delle mostre più significative, vere tappe della storia dell’arte in Italia. Nessun quadro sulle pareti, dopo tanti quadri, ma grandi spazi bianchi affidati questa volta ai visitatori che potranno lasciare un segno del loro passaggio. La festa con la musica di Kolker-abercrombie quartet. Dalla galleria attraversando lo storico Garage San Remo (via Zecca Vecchia 3), si accederà agli spazi di Cheli Scenografie, dove sarà la grande musica a tracciare la colonna sonora della festa. Di scena grandi personaggi del jazz mondiale: John Abercrombie, Adam Kolker, John Hebert, Bob Meyer. La serata si annuncia frizzante e la musica che viene da lontano, ma che avrebbe potuto benissimo accompagnare le opere che via via sono passate negli spazi della galleria Morone, rappresenta una sorta di contrappunto con i colori e i segni – a volte forti ed esplosivi, a volte appena annunciati e in sordina – che hanno accompagnato gli appassionati d’arte, i collezionisti, i direttori di museo, i semplici curiosi che hanno varcato negli anni la soglia della Morone. Le improvvisazioni e i ritmi musicali costituiranno un coronamento alto per i quarant’anni di questa storia, che qui vuole trovare ulteriore stimolo per una attività continuativa di qualità che lo staff della galleria intende condurre anche in futuro. .  
   
 

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