Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 17 Ottobre 2006
 
   
  20 OTTOBRE 2006 “GIORNATA MONDIALE DELL’OSTEOPOROSI”

 
   
   Roma, 17 ottobre 2006 - Il 20 ottobre 2006 si celebra la giornata mondiale dell’osteoporosi. Una malattia che in tutto il mondo coinvolge più di 200 milioni di donne e 4 milioni di uomini. Ciononostante la maggior parte di essi non sa di essere affetta da questa patologia. Da qui la necessità di fare prevenzione. L’ini, Istituto Neurotraumatologico Italiano, sempre sensibile nei confronti di ogni iniziativa volta a salvaguardare la salute pubblica e a diffondere il pensiero scientifico, ha aderito all’iniziativa e organizzato in collaborazione con la Fondazione Aila e con il contributo della Centrale del latte di Roma una serie di visite gratuite atte a valutare la presenza o meno di una progressiva diminuzione dalla massa ossea. Le visite si effettueranno il 20 ottobre 2006 presso la Divisione Ini di Grottaferrata (Via Sant’anna s. N. C. , Grottaferrata, Roma), ma è necessario prenotarle martedì 17 e mercoledì 18 ottobre 2006 dalle ore 10,00 alle ore 17,00 ai numeri di telefono 06 94285331, 06 94285382. L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da una ridotta massa scheletrica e da un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità scheletrica e del rischio di frattura. Quando si parla di osteoporosi generalmente ci si riferisce a quella che insorge dopo la menopausa e a quella senile. Si può affermare che il 40% delle donne sopra i 50 anni sono colpite da osteoporosi e che dopo i 70 anni questa malattia interessa il 70% delle donne. Il prolungamento della vita favorisce l’insorgenza dell’osteoporosi e soprattutto il rischio di frattura ossea. Tale eventualità si verifica in una donna anziana su tre. In particolare, le conseguenze legate alle fratture del femore sono molto pesanti. La mortalità è del 15-25%, la disabilità motoria colpisce più della metà dei pazienti nell’anno successivo alla frattura e solo il 30-40% di queste persone riprende autonomamente le attività quotidiane. Un problema simile lo si riscontra anche nelle fratture vertebrali, la metà delle quali non sono diagnosticate e la cui incidenza è paragonabile a quella del femore. Consegue che i costi sociali ed economici di questa patologia sono rilevanti. Nei prossimi anni si stima che queste fratture aumenteranno della metà. L’italia è la nazione europea con la più elevata presenza di ultrasessantacinquenni: 18,3% contro il 15,7% della Gran Bretagna e il 16,6% della Germania; dati e stime della situazione europea mostrano che il numero di fratture del femore previste è in costante aumento e si calcola che nelle donne si passerà dalle oltre 300. 000 fratture del 2000 a quasi 800. 000 del 2050. E’ stato calcolato che il numero degli osteoporotici in Italia varia tra i 3,7 e i 5 milioni di individui e di questi ben un milione e mezzo presenta un quadro clinico determinato soprattutto da dolori. Ogni anno, stando ad alcuni dati, si verificano 70. 000 ricoveri per fratture all’anca, 20. 000 per fratture vertebrali, 19. 000 per fratture del polso o di altre sedi. Non sempre le operazioni risolvono il danno della frattura e si stima che il numero dei soggetti che riportano un’invalidità oscilli intorno ai 18. 000 casi annui. La frattura che più spesso è causa di questa invalidità è quella del collo del femore. Alcuni fattori sembrano favorire l’insorgenza dell’osteoporosi e più precisamente di quella che determina più frequentemente una frattura: fra questi vanno ricordati, oltre all’età e al sesso, la familiarità, l’abuso di alcol, il fumo, la dieta povera di calcio, uno scarso esercizio fisico e la magrezza. Per i pazienti che sono costretti a letto per i postumi di una frattura (e ciò si verifica nel 10-15% dei casi) è tutt’altro che raro il verificarsi di un decesso entro i sei mesi dalla frattura; ciò avviene per il sovrapporsi di disturbi circolatori o di infezioni. Il numero di decessi in Italia, correlato alla sola frattura del collo del femore è stato, secondo i dati Istat, di 2. 861 casi nel 1990. Il costo socio-assistenziale, alla luce di quanto detto, è notevole e in Italia è stato valutato in circa 1,5 miliardi di euro. Negli Stati Uniti invece il costo è di almeno 10 miliardi di dollari per una popolazione di 250 milioni di abitanti. L’oculata e competente gestione dell’intervento terapeutico, consente oggi di conseguire risultati notevolmente positivi: non attuare la prevenzione o la terapia dell’osteoporosi potrà confermare gli studi prospettici elaborati negli Usa, secondo i quali tra 10-20 anni si potrà avere un aumento del 30% delle fratture riconducibili a osteoporosi. .  
   
 

<<BACK