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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Ottobre 2000
 
   
  PRICEWATERHOUSECOOPERS (PWC): LE DOT.COM EUROPEE SONO SULLA VIA DELLA RIPRESA ED IL LORO TEMPO MEDIO DI SOPRAVVIVENZA È PASSATO DA 13 A 20 MESI DAL DICEMBRE 1999

 
   
  Milano, 24 ottobre 2000 - Secondo uno studio condotto da Pricewaterhousecoopers in collaborazione con Fletcher Advisory, il mercato europeo delle dot. Com, nonostante un paio di fallimenti significativi, si sta rafforzando. Le aziende, avendo preso coscienza del fatto che lo sviluppo delle attività rimane comunque un obiettivo di medio lungo termine, stanno ponendo maggior attenzione alla ridefinizione dei modelli di crescita delle attività ed alla gestione dei costi, rispetto al solo obiettivo di ricerca dei fondi per sostenere la loro crescita. L´analisi mostra in particolare che il "burn rate" medio, ovvero il lasso di tempo di sopravvivenza di una società prima che essa necessiti di ulteriori immissioni di liquidità, è aumentato in maniera significativa a 20 mesi (rispetto ai 13 mesi del dicembre 1999). "Il burn rate - spiega Luca Lupone, Partner di Pricewaterhousecoopers Corporate Finance - costituisce l´indicatore chiave per le situazioni di start up. Il burn rate è il rapporto tra la differenza nelle spese operative monetarie e il gross profit da un lato e la posizione finanziaria netta dall´altro. Secondo le analisi condotte dalla nostra ricerca, in Europa sarebbero a rischio di liquidità circa una ventina di società, la cui capitalizzazione di mercato complessiva di 26 miliardi di Euro rappresenta più del 10% del mercato europeo di riferimento. D´altro canto 42% delle società analizzate risulta invece non bruciare liquidità". Luca Lupone sostiene inoltre: "Le Internet companies europee stanno cominciando a muoversi per consolidare le loro posizioni e riconquistare la fiducia del mercato, promuovendo al loro interno alcuni fondamentali cambiamenti nel loro modello di business o concludendo partnership strategiche. In generale, l´aumento del "burn rate" sta a significare che il management di queste società è sempre più attento alla gestione della liquidità ed al controllo dei costi, ma sta anche focalizzandosi sempre più sulla crescita di ricavi e margini con lo scopo di anticipare quanto più possibile il proprio breakeven". Marco Tanzi, Partner di Pricewaterhousecoopers Corporate Finance aggiunge: "Attualmente è possibile iniziare ad analizzare i primi dati per settore. Sebbene nel complesso i prezzi di Borsa del campione di aziende analizzate abbiano mostrato andamenti negativi rispetto all´inizio dell´anno, le società B2b hanno mostrato andamenti decisamente migliori rispetto a quelle B2c, incrementando il loro valore in media del 25%. Tra i diversi sottosettori mostrano andamenti superiori alla media quelli legati ai prodotti software e alle infrastrutture. Il sottosettore degli Internet Service Provider risulta invece quello che ha raccolto il 46% dei fondi totali sul mercato al fine di sostenere i propri "burn rate", decisamente i più alti. Le società B2b, infine, hanno speso in media il 220% del loro gross profit in spese generali e di struttura, mentre le società B2c ben il 420%". Gianfranco Rosso .  
   
 

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