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Notiziario Marketpress di Venerdì 03 Novembre 2000
 
   
  RITORNO AL PASSATO: I NONNI IN CASA RIDIVENTANO UNA "CONVENIENZA" I GENITORI LAVORANO ENTRAMBI (55% DELLE FAMIGLIE) E I NONNI IN CASA DIMEZZANO IL COSTO PER BABY SITTER E DOMESTICHE

 
   
  Milano, 3 novembre 2000. Cambia la famiglia lombarda, e con essa anche i bisogni in tema di servizi sociali. Le famiglie lombarde in cui c´è un bambino sino a 10 anni e/o anziani con oltre 65 anni di età rappresentano ben il 49° o del totale. Tra le famiglie con i bambini piccoli, quelle in cui entrambi i genitori lavorano superano oramai abbondantemente quelle in cui c´è la madre casalinga (55% contro il 36%). , mentre il 29% dell´intera popolazione è composta da famiglie con almeno una persona con più di 65 anni. Sono questi Ì due i principali gruppi di popolazione da cui emerge una domanda crescente di servizi di assistenza alla persona. In Lombardia, infatti, il 10,4% delle famiglie fa ricorso a servizi a pagamento per quanto riguarda i servizi di assistenza, una percentuale die però sale in corrispondenza della presenza di bambini al di sotto dei 5 anni (15,6° o), oppure di anziani al di sopra dei 75 anni (16%). I servizi più richiesti sono la baby-sitter, l´assistenza domiciliare e la collaborazione domestica. Avere una rete parentale di supporto riduce in modo drastico il ricorso a tali servizi; avere contatti quotidiani con i nonni, dimezza il tasso d´uso dei servizi privati alla persona (da 23% a 10° o). Cruciale è anche il reddito a disposizione: passare da una famiglia con un reddito prò-capite di un milione ad una con un reddito superiore al milione e mezzo, aumenta il lasso d´uso dei servizi di ben 8 volte. Sono questi i principali risultati che emergono da una ricerca della Camera di Commercio di Milano condotta sullo sviluppo del mercato sociale dei servizi alla persona in Lombardia. "L´elevato ricorso ai servizi privati sociali alla persona - ha commentato Cario Sangalli, Presidente della Camera di Commercio di Milano - è connesso alle trasformazioni intervenute nella struttura familiare e nella composizione, demografica della popolazione lombarda. I. A famiglia " tradizionale resiste e limita il ricorso a servizi " esterni": non a caso in I. Ombardia oltre 1´80% delle famiglie con almeno un componente di 65 anni e più non autosufficiente provvede alle cure in modo del tutto autonomo; percentuale che è del 75% per le situazioni più compromesse". "Se le tendenze sociali e demografiche continueranno nel prossimo futuro - ha continuato Sangalli - e quindi facile prevedere che la domanda di servizi di cura e di aiuto crescerà ulteriormente, lì mercato dei servizi sociali appare tuttavia ancora fortemente limitato dal costo delle prestazioni e dunque dal reddito disponibile alle famiglie, in questo modo penalizzando la popolazione che si colloca in una fascia intermedia dì reddito, troppo elevata per poter accedere ai servizi pubblici di assistenza domiciliare, ma al tempo stesso modesta per poter avvalersi con continuità di servizi privati di assistenza e di accudimento. Occorrerebbe quindi intervenire con provvedimenti finalizzati a ridurre l´impatto finanziario di questi servizi per la famiglie " La famiglia lombarda. Le famiglie lombarde in cui c´è un bambino sino a 10 anni e/o anziani con oltre 65 anni di età, sono circa 170 mila e rappresentano ben il 49% del totale. Le famiglie con almeno un bambino in età prescolare (meno di 6 anni) costituiscono l´ 1,8% delle famiglie lombarde. Una percentuale equivalente e costituita da famiglie con almeno un bambino con età compresa tra i 6 e i 10 anni. Il 29% dell´intera popolazione è composta da famiglie con almeno una persona ultra sessantacinquenne (il 10,6% con un anziano oltre i 75 anni). Si tratta di famiglie che presentano caratteristiche ben differenziate: per quanto riguarda le famiglie con figli piccoli, per il 55% sono costituite da nuclei in cui entrambi i genitori lavorano (e quindi da famiglie per cui la disponibilità di sostegni per l´accudimento dei figli diventa cruciale), mentre il modello tradizionale della famiglia imperniata sull´uomo che lavora e la donna dedita all´attività casalinga, rappresenta oramai poco più di un terzo del totale (il 36%). Per quanto riguarda la situazione delle famiglie in cui è presente un membro anziano, questa si presenta più differenziata. Nella fascia compresa tra i 65 e 75 anni, il modello più frequente è costituito dalla coppia che vive sulla base del reddito da pensione maturato generalmente dal marito (41%), mentre un quarto dei nuclei familiari e composto da single, a cui si aggiunge il 9% costituito da famiglie composte da anziani e figli adulti coniventi. Nella fascia sopra i 75 anni, prevale invece la figura del single (45° o) su quella della coppia (25%), mentre aumenta anche la presenza delle famiglie composte da anziani e figli adulti (13%). Il fabbisogno delle famiglie. In Lombardia, il 10,4°o delle famiglie (di qualsiasi tipo) fa ricorso a servizi a pagamento per quanto riguarda i servizi di assistenza alla persona, Tale percentuale raggiunge i suoi picchi più elevati in corrispondenza della presenza di bambini al di sotto dei 5 anni (15,6%), oppure di anziani al di sopra dei 75 anni (16%). Per quanto riguarda la tipologia dei servizi privati acquistati, al primo posto si colloca la collaborazione domestica, che presenta una notevole diffusione: è infatti presente nel? 8,3% del numero complessivo delle famiglie lombarde, uria percentuale che sale al 9,7% per le famiglie con figli in età prescolare e al 9° o in famiglie con componenti al di sopra dei 75 anni. Seguono i servizi di assistenza domiciliari (3° o, che passano al 5,7% per le famiglie con componenti al di sopra dei 75 anni), il servizio di baby-sitter (1,4% complessivo: 7,7° o nelle famiglie con bambini) e quello di assistenza anziani e disabili (1,4% totale; 8% nelle famiglie con anziani oltre i 75 anni). Le famiglie con bambini. Il ricorso alla baby-sitter è più elevato nelle famiglie composte da un solo genitore con figli, per le quali la percentuale di nuclei utilizzatori raggiunge il 16% per famiglie con figli sino a 5 anni, e il 25% per figli con età 5-10 anni. Un ricorso elevato caratterizza anche le famiglie composte da coniugi che lavorano entrambi (12%), mentre è pressoché inesistente per le famiglie in cui la madre è casalinga. Il ricorso in generale ai servizi di assistenza privati, per quanto riguarda le famiglie con bambini, risulta particolarmente influenzato dal reddito familiare: se nelle famiglie con reddito pro-capite inferiore al milione, il tasso d´uso è pari a1 4. 4% nelle famiglie che superano il milione e mezzo, il tasso d´uso si moltiplica per 8 volte, raggiungendo il 29% dei casi. Un secondo fattore determinante, è rappresentato dalla disponibilità di una rete parentale di supporto: in questo caso il ricorso ai servizi privati cala drasticamente. Quando ci sono contatti quotidiani con i nonni il tasso d´uso si dimezza (10%) rispetto alle situazioni in cui i contatti sono meno frequenti, vale a dire settimanali (23%). Le famiglie con anziani. Per (pianto riguarda le famiglie con anziani, emerge una netta distinzione tra il ricorso alle collaborazioni domestiche e quello ai servizi assistenziali. L´uso della colf è ancora correlato al reddito (vi ricorre infatti il 6% delle famiglie con reddito inferiore al milione e il 25% di quelle con reddito superiore al milione e mezzo). Il ricorso all´assistenza domiciliare si concentra invece nella fascia oltre i 75 anni (8%), e soprattutto nelle famiglie composte da single (11%) e in quelle in cui sono compresenti un genitore anziano e un figlio adulto (11%). Ii tasso d´uso è invece marcatamente inferiore (4%), nella famiglie composte da una coppia di anziani,l´influenza del reddito è in questo caso trascurabile, a conferma del fatto che per il ricorso a questi servizi contano soprattutto la crescente perdita di autonomia dell´anziano e l´assenza del partner. Anche nel caso delle famiglie con anziani, l´esistenza di una rete di contatti quotidiani con i figli abbassa il ricorso ai servizi privati: il tasso d´uso dei servizi di assistenza, infatti, si dimezza passando da una rete parentale molto fitta ad una caratterizzata da contatti genitori-figli intensi ma non più quotidiani.  
   
 

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