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Notiziario Marketpress di Lunedì 06 Novembre 2000
 
   
  LA COMMISSIONE INTENDE RIPORTARE LA SCIENZA AL CENTRO DELLA SOCIETÀ

 
   
  Bruxelles 6 novembre 2000 - All´inizio di ottobre, la Commissione europea ha pubblicato il suo secondo parere sullo Spazio europeo della ricerca insieme alle priorità per il suo prossimo programma quadro di Rst. Il documento ha posto una particolare attenzione sulla "necessità di riportare la scienza al centro della società". Un tempo, una simile affermazione sarebbe sembrata assurda. La scienza appariva come una disciplina inconfutabile e lo stereotipo dell´uomo in camice bianco era divenuto simbolo di conoscenza, intelligenza e saggezza. Ci si fidava di tutto ciò che egli diceva, faceva o produceva. O almeno così è stato fino all´arrivo della bomba atomica. Da allora pesticidi, agente orange, surriscaldamento del globo ed Esb hanno contribuito a generare grande diffidenza nei confronti della scienza e delle nuove tecnologie. Ma poiché oggi gran parte del mondo vive nell´era tecnologica o, come molti la definiscono, "la società del rischio", i cittadini e i decisori si trovano sempre più a dover ricorrere alla scienza per ottenere risposte e consulenza. Questo crea inevitabili difficoltà, dovute, non da ultimo, al fatto che i pareri scientifici raramente si sviluppano alla stessa velocità delle crisi politiche e che ad ogni nuovo problema corrisponde una serie di nuovi quesiti. Consapevole di tale problema, l´Istituto di prospettiva tecnologica (Ipts) della Commissione europea, che fa parte del Centro comune di ricerca, ha recentemente organizzato una conferenza a Bruxelles sul tema "Scienza e governo". La manifestazione ha attirato oltre 450 interessati tra cui scienziati, decisori, giornalisti, accademici e docenti provenienti dall´Ue e da molti altri paesi del mondo, addirittura dalla Cina. Partecipando ad una conferenza stampa svoltasi durante la manifestazione, il commissario per la Ricerca Philippe Busquin ha ribadito il suo sostegno ai dibattiti in corso. Egli è profondamente consapevole di come gli avvenimenti, tra cui il disastro di Chernobyl o l´allarme diossina in Belgio, abbiano mutato il dibattito in materia di scienza e società rispetto a 25-30 anni fa e ridotto il grado di accettazione delle nuove tecnologie. "Il dibattito su scienza e governo giunge al momento opportuno. Dobbiamo riorganizzare la dinamica tra scienza e cittadini nell´ambito della democrazia e stabilire se sia necessario ricorrere all´intervento di organismi di regolamentazione di un certo spessore per questioni controverse quali il rilascio di organismi geneticamente modificati e il cambiamento del clima", afferma Busquin. Secondo il Commissario, spetta alla Commissione svolgere un ruolo di regolamentazione a tale livello. "Dobbiamo passare dal dibattito filosofico ad un´azione che possa essere intrapresa quotidianamente. L´immobilità e l´inerzia costituiscono il peggiore degli scenari ipotizzabili. Desidero che la Commissione diventi sempre più un punto di riferimento". Busquin ha già individuato tre linee d´azione prioritarie: inserire la questione relativa a scienza e governo tra i problemi di gestione degli affari pubblici in generale; esaminare l´impatto della ricerca sulla politica; ricorrere alla riflessione e all´adozione di iniziative in questo ambito per contribuire a stabilire un nuovo contratto tra scienza e società. Prendendo ad esempio la crisi dell´Esb, il Commissario ha aggiunto che i media hanno un ruolo altrettanto importante da svolgere, sottolineando come in questo caso la contraddittorietà delle informazioni sia stata dannosa per il pubblico. "Il problema è che gran parte dei cittadini non si accorge dell´esistenza della ricerca fintanto che non viene applicata". Pertanto, in assenza di chiari avvertimenti, la ricerca deve essere condotta seguendo il principio di precauzione. A complicare la situazione interviene la diversità culturale dell´Europa, ha aggiunto il Commissario, fattore di cui ogni legislazione futura dovrà tenere conto. Busquin chiede, di conseguenza, che venga avviato un dibattito sulla possibile modalità di creazione di un sistema di riferimento scientifico e tecnologico su base globale e aggiunge: "Dobbiamo esaminare le migliori prassi di ciascun paese". Organizzando la conferenza di Bruxelles, l´Ipts si è posto l´obiettivo di avviare dibattiti di questo tipo a livello comunitario. Dopo aver partecipato alla discussione iniziale sul tema "Una nuova alleanza tra la scienza, i cittadini e la società", gli astanti hanno preso parte a tre sessioni parallele sui seguenti argomenti: scienza, cittadini e processo decisionale; controllo del rischio e ricerca precauzionale; ed infine sistema europeo di riferimento scientifico e tecnico. Durante la seconda giornata l´attenzione si è concentrata in particolare sulla politica di ricerca e il governo europeo. Negli atti del convegno, si legge fin dall´inizio che i partecipanti si sono dichiarati concordi sulla necessità di adottare misure concrete in questo ambito. In particolare, essi hanno affermato che è opportuno: individuare le migliori prassi; dimostrare un impegno dall´alto verso il basso; stabilire principi guida comuni a livello europeo; creare reti e interfacce negli ambiti di prioritaria importanza; ed infine utilizzare le relative strutture ed esperienze (tra cui il Ccr). "Perciò è bene tenere conto delle implicazioni dell´attività di ricerca per la società; del ruolo delle scienze economiche (sociali e umane); del ruolo delle donne nella ricerca; della questione delle competenze; della ricerca necessaria; dell´adozione del principio di precauzione; nonché della definizione di un sistema europeo di riferimento". I partecipanti hanno inoltre riconosciuto la necessità di riconciliare i principi etici e di avviare un nuovo dialogo "tra scienziati e cittadini, mettendo le conoscenze scientifiche a disposizione di questi ultimi". In generale, gli astanti si sono trovati concordi nell´affermare che ai cittadini deve essere concessa la possibilità di partecipare ai dibattiti scientifici relativi a questioni che riguardano la loro vita. Infatti, riassumendo i dibattiti avvenuti in seno al primo workshop, i delegati hanno concluso che "in linea di principio, non vi sono obiezioni all´idea che il coinvolgimento del pubblico nella scienza costituisca un fattore positivo. Inoltre è opinione diffusa che la scienza debba essere più sensibile alle esigenze sociali e che questo si possa ottenere senza compromettere la qualità scientifica". Ciò coincide con l´attività iniziale di ricerca dell´Ipts: "Sempre più cittadini e soggetti interessati chiedono di essere maggiormente coinvolti nelle decisioni che li riguardano, ed esigono che le priorità politiche riflettano le loro principali preoccupazioni. Per questo motivo la Commissione ha posto la promozione di nuove forme di governo che facilitano la partecipazione e il decentramento in testa alle sue attuali priorità. "I rapporti tra la scienza e il governo costituiscono una questione chiave che l´Europa dovrà affrontare per poter sfruttare appieno le enormi opportunità create dall´avvento dell´economia e della società della conoscenza, al fine di ravvivare il senso di proprietà e di comunità d´intenti tra i cittadini e di ridurre il potenziale di dispute e conflitti a livello interno ed internazionale". (Attinto dalla relazione sinottica di studi di casi dal titolo "On science and precaution in the management of technological risk" - Scienza e precauzione nella gestione del rischio tecnologico, volume I - ottenibile presso il Ccr) Come primo passo, la Commissione intende definire un quadro di riferimento per avviare un dibattito a livello europeo, il quale, come essa illustra, dovrebbe suggerire le azioni da intraprendere, basate sull´esperienza esistente in Europa, nonché le iniziative adottate dalla Commissione stessa in questo ambito, quali: l´istituzione del gruppo di alto livello per le scienze biologiche sulla questione della comunicazione con il pubblico; la presentazione di una proposta per l´istituzione di un´autorità europea per l´alimentazione; l´azione "Donne e scienza"; l´iniziativa volta a promuovere la conoscenza in materia di scienza e ricerca tra il pubblico e a stimolare l´interesse dei giovani nei confronti della scienza. Il prossimo programma quadro includerà sicuramente alcuni provvedimenti volti a promuovere l´attività in questo settore. Perlomeno, questo è quanto auspica Busquin: "La questione relativa a scienza e governo è così vasta che le conclusioni a cui siamo giunti oggi non possono considerarsi definitive. C´è ancora molto lavoro da svolgere in questo settore, ma dobbiamo agire immediatamente per risolvere i problemi urgenti ed è in questo contesto che io credo, ed auspico, che la conferenza rappresenti un passo importante verso il raggiungimento del nostro obiettivo", ha concluso il Commissario. Il dialogo su scienza e governo proseguirà il 6 e 7 novembre a Bruxelles in occasione della conferenza "La genetica e il futuro dell´Europa". Busquin solleverà tale questione anche al vertice di Nizza, che si svolgerà alla fine di quest´anno. Per informazioni: Commissione europea Centro comune di ricerca, Istituto di prospettica tecnologica, World Trade centre, Isla de la Cartuja s/n, E-41092 Siviglia, Spagna Fax +34-95-4488293 E-mail: ipts_secr@jrc. Es.  
   
 

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