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Notiziario Marketpress di Martedì 17 Ottobre 2006
 
   
  VII INCONTRO FINANZIARIO : PRESENTATO LO STUDIO SULLE PROSPETTIVE DELLA FINANZA PUBBLICA IN ITALIA DEFICIT DELLA SPESA SANITARIA A 7,2 MILIARDI DI EURO NEL 2008. PRESENTATO A ROMA LO STUDIO SULLE PROSPETTIVE DELLA FINANZA PUBBLICA IN ITALIA REALIZZATA DAL CEIS TOR VERGATA IN COLLABORAZIONE CON DEXIA CREDIOP.

 
   
  Roma, 17 ottobre 2006 - Il Patto di Stabilità Interno ha funzionato? Non sembra avere avuto grandi effetti sulle entrate o le uscite degli Enti Territoriali (dal 1999 al 2005) nonostante la loro elevata capacità nel rispetto dei vincoli. Gli obiettivi e la struttura del Patto di Stabilità Interno hanno mostrato tutta la loro inadeguatezza e l’incertezza nel fissare vincoli diretti sulla spesa. Sul fronte della spesa sanitaria, le ultime relazioni della Corte dei Conti e le stime condotte utilizzando il modello Sanimod prevedono un deficit al 2008 di circa 7,2 miliardi di Euro, secondo lo scenario di base. Sono queste, in sintesi, alcune delle principali conclusioni della ricerca sulle prospettive della finanza pubblica in Italia realizzata dal Ceis (Centre for Economic and International Studies) dell’Università di Tor Vergata, presentata il 12 ottobre a Roma nel corso del 7° Incontro dell’Autonomia Locale promosso da Dexia Crediop, la banca d’affari della finanza pubblica e di progetto. “Abbiamo scelto i temi delle prospettive della finanza pubblica in Italia come tema del nostro convegno annuale” - ha dichiarato Mauro Cicchinè, Presidente di Dexia Crediop - “perché una banca come la nostra, impegnata in un rapporto di partnership di lunga durata con gli Enti territoriali, vuole contribuire in modo scientifico e documentato al dibattito in corso sui temi della finanza locale e fornire ai propri clienti un’occasione di confronto a livello nazionale ed internazionale”. “La tendenza alla crescita” - ha osservato il Prof. Luigi Paganetto, Preside della Facoltà di Economia dell’Università di Roma “Tor Vergata” - “interessa sia le entrate, sia le spese delle amministrazioni locali, tanto che alla diminuzione dei trasferimenti alle amministrazioni corrisponde un aumento della tassazione che compensa la diminuzione dei trasferimenti stessi. Questo ha un effetto importante sugli investimenti, che non sono il risultato di scelte strategiche, ma dipendono molto dal bilancio delle amministrazioni locali: non dimentichiamo che queste rappresentano il 75% del totale degli investimenti pubblici. ” Patto di Stabilità Interno: obiettivi e risultati - In che misura il Patto di Stabilità Interno (Psi) è stato rispettato dalle amministrazioni locali interessate? Dall’analisi Ceis/dexia Crediop sul grado di rispetto del Patto di Stabilità Interno emerge un’ottima capacità degli Enti Locali di mantenersi all’interno dei vincoli, specialmente nel 2003 e 2004, con il 96% del totale dei Comuni che lo rispettano (98% se si includono i Comuni più piccoli). La percentuale di Province è altrettanto elevata nel 2003-2004, con una flessione nel 2005 (89% del totale) a causa dei vincoli più severi imposti dalla Legge Finanziaria. Molto meno soddisfacente, secondo lo studio, è stata l’efficacia del patto nel correggere tendenze di lungo periodo della finanza pubblica locale: nel periodo 1997-2004, le uscite degli Enti territoriali sono aumentate di circa mezzo punto del Pil. Fra le spese, quella relativa all’acquisto di beni e servizi è aumentata dal 1997 ad un ritmo decisamente elevato: +75% in termini nominali (a titolo di confronto, nello stesso periodo il Pil è aumentato del 41% in termini nominali). La spesa per retribuzioni, che negli anni precedenti mostrava una tendenza di lungo periodo alla diminuzione (sempre in relazione al Pil), arrestatasi dopo il 2000. In sintesi, sottolinea lo studio, la tendenza di fondo è stata quella di un aggiustamento delle entrate per inseguire una spinta esterna all’incremento della spesa piuttosto che il contrario. Il contenimento della spesa sanitaria è da tempo uno dei temi caldi del confronto tra Stato e regioni: il tasso di crescita dei costi della sanità pubblica italiana nel periodo 2002-2005 è stato pari al 5,7% medio annuo. Un dato preoccupante a fronte di un finanziamento in crescita del solo 2%. Secondo alcune simulazioni effettuate sulla base dei dati desunti dalla Relazione generale sulla situazione economica del Paese (2005), della Relazione della Corte dei Conti (2005) ed utilizzando il modello Sanimod, il deficit della spesa sanitaria, in assenza di provvedimenti correttivi, potrebbe raggiungere la quota di 6,9 miliardi di Euro nel 2007 e di 7,2 miliardi nel 2008. Ciò sembra indicare che gran parte delle regioni italiane sarà costretta a rivedere le politiche sanitarie attivandosi in modo energico nel contenimento della spesa; cosa questo possa significare per la salute del cittadino è ad oggi ancora poco chiaro e dipenderà in modo sostanziale dalla capacità delle regioni di riuscire a guadagnare efficienza. Il lavoro degli esperti del Ceis si spinge infine ad analizzare le conseguenze sulla finanza pubblica derivanti da 2 differenti impostazioni di politica economica: Qualora la produttività del Paese aumenti (ad es. Grazie a riforme strutturali che incrementino la competitività, la qualità del capitale umano, le infrastrutture di base), si avrebbero effetti positivi non solo sul reddito, ma anche sulla finanza pubblica, con una riduzione di ben mezzo punto percentuale all’anno del rapporto disavanzo/Pil, riuscendo addirittura a contenere la pressione tributaria. Qualora invece si adotti una strategia basata sul contenimento delle uscite delle amministrazioni pubbliche, la manovra necessaria, pur di rilevante entità, non raggiungerebbe lo stesso effetto in termini di crescita economica del paese. Durante l’Incontro è stato consegnato a Nadia Masini, Sindaco di Forlì, il riconoscimento commemorativo del decennale della prima emissione (Boc) realizzata da un Comune italiano, nel 1996, in collaborazione con Crediop. Tale emissione ha aperto la strada agli Enti Territoriali italiani per un nuovo accesso ai mercati finanziari domestici ed internazionali. .  
   
 

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