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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Novembre 2000
 
   
  SULL´IMPIEGO TERAPEUTICO DELLE CELLULE STAMINALI RACCOMANDAZIONI DEL COMITATO NAZIONALE PER LA BIOETICA, APPROVATE NELLA SEDUTA DEL 27 OTTOBRE 2000.

 
   
  Milano, 20 novembre 2000 - In merito a questo delicato ed attuale argomento di seguito è stata riportata la presentazione dello stesso presidente del Comitato Nazionale di Bioetica prof. Giovanni Berlinguer. Il Cnb ha dedicato già dal 1997 un´approfondita riflessione alle questioni etiche connesse alla genetica umana, creando un gruppo di lavoro ad hoc che è stato coordinato dal prof. Alberto Piazza. Esso ha esaminato nella prima fase del suo lavoro gli aspetti etici dei test genetici, con un parere che è stato portato in discussione il 18 dicembre 1998 e ripreso nei mesi successivi, anche in relazione alla Convenzione europea di bioetica e agli ulteriori sviluppi del dibattito internazionale. Il documento, intitolato "Orientamenti per i test genetici", è stato approvato nella seduta plenaria del 19 novembre 1999. Successivamente il Cnb, in ragione dell´oggettiva urgenza derivante dal rilascio, da parte dell´European Patent Office di Monaco, di un brevetto riguardante gli embrioni umani, ha espresso un parere ad hoc che è stato approvato il 25 febbraio 2000. Il gruppo ha poi esaminato il progetto di protocollo sulla genetica umana proposto dal Comitato di bioetica del Consiglio d´Europa (Cdbi, documento Co-gt4) e ha formulato e trasmesso al Cdbi le sue osservazioni nel luglio 2000. Nell´aprile di quest´anno, inoltre, su sollecitazione dei prof. Alberto Piazza, Luigi De Carli e Demetrio Neri, sono stati trasmessi al Cnb numerosi articoli apparsi nella recente letteratura scientifica, insieme ad alcune loro riflessioni concernenti l´uso di cellule staminali umane a fini terapeutici, e in conseguenza il gruppo ha concentrato la sua attenzione su questo tema. Le decisioni assunte in merito in Gran Bretagna e negli Stati Uniti nel mese di agosto hanno spinto ad accelerare l´esame dell´argomento. Grazie alla puntuale ed equilibrata elaborazione del testo da parte del coordinatore prof. Piazza, e alla sua rielaborazione con il contributo dei membri del gruppo (costituito da Adriano Bompiani, Francesco Busnelli, Isabella Maria Coghi, Luigi De Carli, Angelo Fiori, Carlo Flamigni, Adriana Loreti Beghè, Demetrio Neri e Anna Oliverio Ferraris) e di altri membri del Cnb, è stato possibile avviare la discussione nella seduta plenaria del 29 settembre e concluderla il 27 ottobre. Il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro della sanità sono stati tenuti al corrente del lavoro del Comitato e hanno mostrato di apprezzarlo, nell´ovvio rispetto della sua autonomia. 2. Le caratteristiche e gli orientamenti del documento Il documento è denso, seppur breve. Esso comprende, dopo un´introduzione e alcune definizioni, una parte relativa alle varie fonti da cui è possibile isolare le cellule staminali, una descrizione degli usi terapeutici di queste cellule e del "trapianto nucleare somatico", che è seguita dall´esame dei problemi tecnici e dei rischi, e infine una parte sui problemi etici che si conclude con le raccomandazioni espresse dal Comitato. Sul notevole interesse della coltivazione e dell´uso delle cellule staminali, e in generale su gran parte del documento, si è giunti a un ampio consenso da parte dei membri del Cnb. Esso è il risultato dell´accordo sullo scopo - cercare nuove vie per la cura di malattie oggi difficilmente curabili e spesso inguaribili - e di quella "etica procedurale" che consiste nel rispetto del pluralismo etico e nel reciproco rispetto delle posizioni, e che fa sì che le conclusioni non siano la pura sommatoria delle posizioni di partenza bensì, in moltissimi casi, un approdo comune. Il Comitato è stato concorde nel riconoscere il carattere positivo dell´uso di cellule staminali tratte dal cordone ombelicale o da individui adulti, e nel sottolineare che l´obiettivo ottimale è quello di poter riprogrammare cellule mature del paziente di cui si intende rigenerare il tessuto, ciò che rappresenterebbe un vero e proprio trapianto cellulare o tessutale autogeno senza rischi di rigetto (punti 20 e 26). Il Comitato è stato concorde nel ritenere eticamente lecita la derivazione di cellule staminali da feti risultanti da aborto spontaneo o volontario (ciò era stato già affermato in passato, riferendosi a fini esclusivi di studio, di ricerca e di terapia), purché sia assicurato il consenso libero e informato della donna e siano esclusi rapporti di causalità, collaborazioni fra gli operatori corrispondenti alle due fasi, commerciabilità e brevettabilità (punti 19 e 28). Sono emerse invece posizioni diverse in merito al prelievo e all´uso di cellule staminali embrionali. Esse sono enunciate nel documento al punto 21, che ne "riconosce la rispettiva legittimità etica", e riguardano in parte la valutazione delle possibilità e delle priorità, sul piano scientifico, delle varie fonti di cellule staminali, ma hanno soprattutto alla base la divergenza sulla definizione ontologica dell´embrione e soprattutto sul suo essere o meno persona, e riguardano perciò la liceità morale dell´uso per fini terapeutici degli embrioni, un uso che comporterebbe oggi la loro soppressione. Una parte del Comitato nega questa possibilità, anche per gli embrioni crioconservati e destinati a non essere impiantati nell´utero. Un´altra parte la ritiene lecita, limitatamente agli embrioni non più destinati a essere impiantati e a condizione che siano consapevolmente donati a questo fine dalle donne o dalle coppie. Le motivazioni che legittimano i due orientamenti sono chiaramente esposte ai punti 21, 22, 29 e 31. E´ invece unanime la valutazione dell´illiceità della tecnica del trapianto nucleare somatico a fini della riproduzione di esseri umani ("clonazione riproduttiva", punto 30). Il Comitato auspica infine (punto 30) che su questo tema, in base alle opinioni concordi e discordi espresse nel documento, si sviluppi un´ampia e approfondita discussione sia nella comunità scientifica, sia nella società civile, per consentire a ciascuno di orientarsi in piena consapevolezza e a tutti di prendere le necessarie decisioni. 3. Problemi aperti In Italia, vi sono validi gruppi di ricercatori che lavorano su questi temi, con diversi indirizzi. Auspico che essi vengano incoraggiati, vista la rilevanza conoscitiva e pratica di tali ricerche, nel quadro di un impulso generale allo sviluppo delle scienze biomediche che consenta all´Italia di evitare una collocazione subalterna e di acquisire una posizione di rilievo sul piano internazionale. E´ anche auspicabile che gli sviluppi scientifici rendano transitorio, come è possibile, il ricorso a cellule staminali di origine embrionaria, per concentrarsi sulle cellule di altra origine e soprattutto su cellule somatiche mature di adulto; che inoltre le linee guida e le conoscenze nel campo della fecondazione assistita riducano sostanzialmente la creazione di embrioni non destinati ad essere impiantati. Questa considerazione è fra i motivi che inducono a ritenere urgente l´emanazione di norme essenziali che, senza pregiudizio delle decisioni di maggiore rilevanza spettanti al Parlamento, colmino il vuoto pratico, e per certi aspetti morale, delle nostre conoscenze sulle attività dei centri che praticano la procreazione assistita (per esempio sull´origine, sul numero, sulla destinazione degli embrioni prodotti) e stabiliscano le garanzie di rispetto dei diritti, gli standard di qualità e il monitoraggio di tali servizi. Fra gli approfondimenti necessari, ve ne sono alcuni di natura scientifica, sociale e giuridica. Fra i primi segnalo la riflessione sulle possibilità applicative delle cellule staminali di varia origine e l´esigenza che accurati studi sugli animali (come in ogni campo della sperimentazione biomedica) precedano le applicazioni sull´uomo. Fra i secondi ribadisco la necessità che i vantaggi terapeutici di queste scoperte (come di ogni altra) siano resi accessibili senza alcuna discriminazione basata sul censo, sull´istruzione, sul genere o su criteri estranei comunque alle valutazioni cliniche dei soggetti. Fra i terzi ricordo l´opportunità di rendere più chiare alcune norme della legislazione nazionale (per esempio, quelle relative all´uso di feti abortivi) e soprattutto di raccordare le posizioni dell´Italia, nell´ambito della sua autonomia, agli orientamenti internazionali ed europei, tenendo anche conto delle discussioni avvenute in seno al Parlamento Europeo e dell´opinione che esprimerà il Group on ethics in Science and new technologies dell´Unione europea. .  
   
 

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