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Notiziario Marketpress di
Martedì 05 Dicembre 2000 |
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L´ANAGRAFE DEI CONTI CORRENTI DEVE ESSERE PIÙ SICURA L´AUTORITÀ PER LA PRIVACY PREANNUNZIA IL VARO DEL CODICE DEONTOLOGICO PER LE BANCHE
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Napoli, 5 novembre 2000 - L´autorità Garante della Privacy scende in campo insieme alle banche per evitare qualsiasi violazione o abuso dei dati relativi ai conti correnti dei propri clienti, anche in conseguenza dell´applicazione delle nuove norme sull´Anagrafe dei conti correnti. Lo ha anticipato Giovanni Guerra, funzionario dell´Ufficio Giuridico dell´Auorithy presieduta da Stefano Rodotà, nel corso del suo intervento al convegno su "Il segreto bancario tra interesse pubblico e privacy del cittadino", organizzato dall´Associazione Nazionale Consulenti Tributari della Provincia di Napoli e dal settimanale economico Il Denaro, che si è svolto oggi a Napoli. L´autorità, è stato spiegato al convegno, non si è dunque limitata a dare un parere sul testo legislativo, ma ha deciso di avviare un´intensa fase di collaborazione con gli stessi istituti creditizi, al fine di introdurre una sorta di codice deontologico che regolamenti ogni forma di trattamento di informazioni delicate e sensibili nell´ambito del rapporto con i propri clienti. "E´ sicuramente un importante miglioramento dell´attuale assetto normativo - ha commentato Giovanni Sannino, presidente dell´Ancot Napoli, a conclusione del convegno di oggi - che tuttavia non copre tutto il vuoto normativo provocato dalla recente introduzione dell´Anagrafe dei conti correnti". Rimane tuttora impellente la necessità di garantire una sufficiente "protezione" della Banca dati ministeriale contro le consultazioni "illegittime", dato l´elevato numero di soggetti, pubblici e privati che con l´Anagrafe potranno o dovranno lavorare. "Il Decreto del 4 agosto - ha confermato durante il suo intervento Luigi Bobbio, sostituto procuratore della Dia di Napoli - è sicuramente un buon punto di partenza, sul quale è però necessario un ulteriore lavoro di miglioramento, al fine di rendere il nuovo strumento realmente funzionale alle necessità degli inquirenti e al tempo stesso rispettoso delle esigenze di riservatezza dei clienti delle banche italiane". Fino a che l´assetto legislativo del segreto bancario rimarrà quello previsto dalla recente riforma, infatti, si corre un duplice rischio. Da una parte, infatti, si continua a caricare gli istituti di credito di oneri "impropri" con i relativi costi, come ha ricordato Andrea Pisani Massamormile, membro del Cda della Banca Popolare di Ancona. Ma soprattutto, si alimenta il sentimento di sfiducia, per non dire di diffidenza, dei contribuenti verso il Fisco italiano e dei correntisti verso le banche, rendendo ancor più appetibile il ricorso, anche per operazioni "lecite", agli istituti creditizi operanti in altri Paesi stranieri, come la vicina Svizzera, in cui invece il segreto bancario offre ben altre forme. |
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