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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Ottobre 2006
 
   
  CARO-BENZINA E INQUINAMENTO: GLI ITALIANI CHIEDONO SOLUZIONI INNOVATIVE SI AL CAR-SHARING E ALLE VETTURE IBRIDE, MA IN ITALIA QUESTI SERVIZI SONO ANCORA TROPPO POCO DIFFUSI. GLI AUTOMOBILISTI ITALIANI SI DICONO PRONTI A CAMBIARE LE PROPRIE ABITUDINI

 
   
  Milano, 18 ottobre 2006 - Il 62% degli italiani ha sentito parlare di vetture ibride e conosce il sistema di car-sharing, e oltre la metà di questi sicuramente lo utilizzerebbe. Questo uno dei dati rivelati da una recente ricerca effettuata da Nextplora per conto della compagnia assicurativa Direct Line sulle nuove abitudini di guida adottate dagli italiani per far fronte al problema dell’inquinamento e al crescente e inarrestabile caro-benzina. Il campione dell’indagine, costituito da oltre 1. 100 intervistati distribuiti su 8 province italiane, non solo risulta particolarmente ricettivo nei confronti delle soluzioni alternative quali car sharing e vetture ibride, ma più della metà ha dichiarato di aver cambiato le abitudini di utilizzo della propria auto, adoperandola meno o solo in caso di necessità. Per risolvere il problema, il 64% degli intervistati propone di adottare carburanti alternativi (particolarmente convinti i veronesi, che per l’80% pensano sia la soluzione migliore), mentre per il 52% ci vuole un incremento dell’uso dei mezzi pubblici (esigenza particolarmente sentita a Roma, sottolineata dal 65% degli intervistati). Nonostante tutti i vantaggi ampiamente riconosciuti dal resto d’Europa, il car sharing nel nostro Paese è ancora poco diffuso: in Italia conta infatti solo 5 mila utenti ed ha una struttura organizzata solamente in 20 centri urbani. Nato in Svizzera negli anni ’80, dove conta oltre 20 mila utenti, il car sharing prevede l’uso condiviso di un parco macchine dislocato in più punti della città, e permette una forte diminuzione dei veicoli in circolazione, con benefici sia sul piano del congestionamento del traffico sia sul piano delle emissioni di Co2. Ciò ha permesso ad alcuni paesi europei come Germania, Svizzera, Austria, Francia e Olanda, di emettere in un anno 10 tonnellate di anidride carbonica in meno. Secondo una recente ricerca di Legambiente, inoltre, ogni veicolo in car sharing può sostituirne 7 di proprietà, consentendo un risparmio di percorrenza per ogni utilizzatore di 52 mila chilometri l’anno. In Gran Bretagna, secondo una ricerca Reed, il sito internet inglese leader nella ricerca di lavoro, il fenomeno è già particolarmente diffuso e in fase di crescita: sono circa 4 milioni gli automobilisti inglesi (il 12% del totale) che usano forme di condivisione nell’utilizzo dell’auto, rivolgendosi sia ad agenzie specializzate (per una quota del 5%), sia organizzandosi in gruppi informali (45%). “Credo che il fenomeno del car sharing diventerà, come già accaduto in Inghilterra, una realtà sempre più diffusa”, commenta James Brown, amministratore delegato di Direct Line. “E’ importante che le istituzioni pubbliche incentivino la mobilità sostenibile e consapevole, sia promuovendo una espansione dell’offerta dei servizi, sia mettendo in campo campagne informative più estese. Sono alternative che apportano forti benefici sul piano ambientale e devono far parte delle responsabilità sia delle aziende sia delle istituzioni”. “Anche Direct Line sostiene un utilizzo consapevole dell’auto, tanto è vero che questo si riflette direttamente sulle tariffe assicurative: chi percorre pochi chilometri durante l’anno ha un risparmio sull’assicurazione rispetto a chi invece ne fa un uso più assiduo. Inoltre, la diffusione del car sharing porterebbe a un minor numero di veicoli in circolazione e, quindi, a un minor numero di incidenti, con conseguente contenimento dei costi per gli assicurati”. .  
   
 

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