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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Dicembre 2000
 
   
  IL MINISTRO FRANCESE DELLA RICERCA INTENDE "POLITICIZZARE LA SCIENZA"

 
   
  Bruxelles, 12 dicembre 2000 - Ad una recente conferenza sulla comprensione della scienza da parte del pubblico, il ministro francese della Ricerca Roger Gérard Schwartzenberg ha esortato l´Europa a trovare il modo per ridurre il divario tra scienza e società. "Siamo passati da una situazione di totale fiducia nei confronti della scienza ad un comportamento ambivalente. Di tanto in tanto l´immagine dello ´scienziato buono´ come Pasteur, in Francia, viene sostituita da quella di Frankenstein", ha dichiarato il Ministro dinanzi a politici e accademici. "Dobbiamo sviluppare una scienza dei cittadini rafforzadone il carattere politico, affinché possa trovare la sua collocazione all´interno della società. I cittadini vogliono che la scienza non venga più estromessa dal dibattito politico. "Dobbiamo ripristinare dibattiti e decisioni consapevoli, nonché il diritto ad essere informati [. ]. È necessario organizzare dibattiti di orientamento per condurre un dialogo di qualità con i politici e giungere così ad una decisione informata". Il commissario per la Ricerca Philippe Busquin, il quale si è unito al Ministro francese per l´apertura ufficiale dei lavori della conferenza di Parigi, ha espresso la propria approvazione ed ha affermato: "Passando da una società fondata sulla scienza ad una basata sulla conoscenza, la scienza interesserà sempre di più i cittadini. Ciò rende necessario discutere delle questioni sollevate in materia di valori sociali, nonché dei rischi connessi al progresso scientifico. Ma, poiché comprendere i rischi diventa sempre più difficile [. ] si teme che il progresso scientifico stia sfuggendo al controllo della società. E ciò costituisce oggi un grande problema politico". Poiché tali questioni rivestono sempre più un carattere europeo, il Commissario ha evidenziato la necessità di sviluppare un dialetto europeo per cercare di comprenderne le implicazioni. La recente polemica sulla Bse costituisce un esempio eloquente dell´attuale scetticismo pubblico nei confronti della scienza. "La scienza non è responsabile della Bse, ma l´opinione pubblica non se ne rende conto. È un problema di comprensione", ha affermato Busquin, il quale ha indicato nel recente fallimento dei negoziati dell´Aia sull´ambiente un altro degli indicatori della crescente diffidenza dei cittadini nei confronti della scienza. "Sempre più spesso ci rivolgiamo alla scienza per ottenere soluzioni ai problemi che ci affliggono. È necessario sapere ciò che si può fare per condurre una ricerca responsabile. Dobbiamo studiare i rischi e le precauzioni". Ma se, come vogliono le leggi della probabilità, il "rischio zero" non esiste, la vera questione diventa la percentuale di rischio che siamo disposti ad accettare, ha aggiunto il Commissario belga. Ciò deve essere deciso in base a dibattiti democratici e a principi etici, ed essere conciliato con la libertà di ricerca, in quanto diritto umano fondamentale. "L´articolo 13 del trattato dell´Ue in materia di libertà [. ] sancisce la gratuità dei servizi artistici e scientifici", ha affermato Busquin. Il ministro Schwartzenberg si è dichiarato d´accordo, affermando che, per conciliare scienza e società è necessario rendere pubblica la scienza e modernizzarla, affinché possa essere governata legittimamente. Gli scienziati devono abbandonare l´immagine di personaggi eccentrici chiusi nelle loro torri d´avorio. "Dobbiamo avviare una comunicazione scientifica che consenta ai ricercatori di difendere pubblicamente le loro ricerche". Affinché ciò possa avvenire, Schwartzenberg crede che gli scienziati debbano utilizzare i media. In particolare, egli desidera attirare l´attenzione dei responsabili dei mezzi di comunicazione sulla richiesta di maggiori informazioni in materia di ricerca. Egli ha annunciato inoltre la sua intenzione di chiedere alla commissione francese dell´audiovisivo di aumentare la presenza della scienza nei palinsesti e di incoraggiare l´organizzazione di manifestazioni come il recente spettacolo in Francia dal titolo "La scienza per tutti, dappertutto". In un´Europa democratica, aggiunge il Ministro, i cittadini dovrebbero poter partecipare al processo decisionale. Tuttavia è compito della politica regolamentare la scienza, "altrimenti verrà regolamentata dal mercato e l´obiettivo del conseguimento del profitto potrebbe condurre ad un cattivo controllo del settore scientifico". Per avvicinare la società alla scienza, l´Europa dovrà essere più tecnocratica, ha aggiunto Schwartzenberg. Ciò significa definire il ruolo degli esperti nel processo decisionale: "Sono necessarie competenza, trasparenza e indipendenza per poter garantire i diritti all´informazione". Tuttavia, ha avvertito il Ministro, agli scienziati si deve chiedere unicamente di fornire consulenza e non di assumere decisioni. Tale compito spetta infatti ai politici, i quali devono governare e rivolgersi agli esperti. "In caso contrario, l´opinione pubblica non conterebbe più nulla. Gli esperti possono illuminare il futuro, ma non possono decidere su come sarà". .  
   
 

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