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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Dicembre 2000
 
   
  BANCA INTESA: LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE ITALIANE UN´ANALISI SUI DATI DI BILANCIO

 
   
  Milano, 18 dicembre 2000. E´ stata presentata presso Banca Intesa la ricerca "Le piccole e medie imprese. Un´analisi sui dati di bilancio". (Ed. Franco Angeli, Milano 200) Promossa e curata dal Settore Studi e Strategie di Banca Intesa, con la collaborazione dell´Ufficio Studi, Marketing e Pianificazione del Mediocredito Lombardo, e realizzata da un team di ricercatori dell´Università di Bergamo coordinati dal Prof. Piero Ferri, la ricerca raccoglie l´eredità del Rapporto Mediocredito Lombardo sulle Pmi lombarde e di altre analoghe indagini promosse in passato da altre banche del Gruppo. Rispetto a questa tradizione di ricerca, si è ritenuto opportuno ampliare l´orizzonte di analisi, dall´ambito regionale a quello nazionale, nonchè quello tematico, integrando l´analisi di bilancio con l´esame di alcuni aspetti di particolare rilievo strategico. Ciò nella convinzione che l´analisi della competitività del sistema produttivo, anche ai livelli microeconomico e territoriale, non possa prescindere dalla dimensione strutturale e di sistema. Come rileva Christian Merle, Amministratore Delegato di Banca Intesa, nella prefazione al volume, "il processo noto come "globalizzazione" economica (. ) chiede alle imprese una risposta in termini di riposizionamento strategico, di crescita per linee esterne, di internazionalizzazione, di riassetto produttivo, organizzativo e societario. Ciò vale in particolare per le imprese italiane, caratterizzate da dimensioni in media contenute e da specializzazioni produttive in settori non di frontiera tecnologica". La ricerca, nel panorama delle analisi dedicate alle Pmi, si qualifica per due elementi. In primo luogo, per l´utilizzo di un "data base" ricco e originale. Come spiega Stefano Corona nella Nota Metodologica, infatti, l´archivio Elettronico "Bilanci Aziendali" di Banca Intesa è alimentato dalle procedure operative delle banche del Gruppo e consente di esaminare fino a 30 mila bilanci d´impresa per anno. Da questo archivio sono stati tratti due campioni, chiusi nel periodo 1993-1998, rispettivamente di 6. 786 e 970 aziende del settore manifatturiero, con fatturato inferiore a 500 miliardi. Mentre il primo campione ha alimentato le analisi aggregate, il secondo, costruito con criteri di proporzionalità geografica e settoriale, ha rappresentato la base per alcuni approfondimenti, condotti a livello microeconomico con tecniche statistiche, anche avvalendosi dei risultati di un´indagine diretta. L´indagine campionaria diretta, condotta tramite il questionario riportato in Appendice B, rappresenta il secondo elemento caratterizzante la ricerca. La rilevazione si è resa necessaria al duplice scopo di verificare l´attualità delle riflessioni scaturite dall´analisi dei bilanci, per loro natura storici, e di sottoporre a indagine alcuni aspetti qualitativi di particolare rilevanza strategica: le operazioni straordinarie, la relazione banca-impresa, l´impatto di Internet Il primo capitolo del Rapporto, curato da Annalisa Cristini, introduce lo sfondo macroeconomico internazionale entro cui collocare le analisi successive: le vicende dell´economia europea, che più direttamente toccano le nostre imprese, sono messe a confronto con le straordinarie performance realizzate in questi anni dall´economia statunitense, vista come una sorta di benchmark macroeconomico. Il secondo capitolo, redatto da Anna Maria Falzoni, riprende un tema tipicamente "macro" quale quello dell´export per realizzare un primo approfondimento su dati individuali d´impresa. A livello aggregato, i punti di debolezza del sistema-Paese riguardano la frammentarietà del tessuto produttivo nei settori ove l´talia mostra un vantaggio comparato e il modello di specializzazione produttiva, che ci avvicina ai Paesi di nuova industrializzazione. Segnali positivi, tuttavia, provengono proprio dalle realtà aziendali di medie dimensioni: l´analisi delinea la formazione di un "ceto medio" di imprese che, superata una soglia dimensionale critica, persegue attivamente a continuativamente una strategia di penetrazione dei mercati esteri. Mettendo in relazione la performance economica con l´attitudine all´esportazione, viene evidenziato come la prima sia positivamente stimolata dalla seconda, individuando altresì nei mutamenti del regime di cambio un potente fattore di rischio. Il profilo territoriale della ricerca, caro alla tradizione delle banche del Gruppo, è riassunto nel terzo capitolo, in cui Anna Maria Variato esamina la performance delle Pmi italiane per grandi aree geografiche. L´analisi precisa alcune delle tendenze più note della struttura del sistema produttivo italiano negli anni ´90: il maggior vantaggio tratto dalle imprese del Nordest dalle vicissitudini del tasso di cambio; la tenuta del modello del Nordovest, almeno con riferimento alla struttura finanziaria e al rapporto con la banca; il ritardo strutturale delle imprese meridionali, rimasto inalterato nel periodo anche a causa della minore apertura alla competizione internazionale. Risultati in certa misura innovativi riguardano la flessione della redditività caratteristica, in particolare per la caduta della redditività delle vendite, che ha interessato le imprese di minore dimensione; il miglioramento nella gestione del capitale investito, anche grazie alla componente commerciale, la cui dinamica rivela l´accorciamento dei cicli finanziari delle imprese; il rapporto banca-impresa, riassunto dall´intensità del ricorso al credito finanziario, che si presenta territorialmente diversificato. Il quarto capitolo, realizzato da Anna Maria Variato, contiene i risultati di un approfondimento su dati individuali riguardante le interazioni tra aspetti reali e finanziari, e i loro effetti sul processo di crescita delle imprese. A partire dall´individuazione di quattro regimi "patrimoniali" (denominati solidità, liquidità, capitalizzazione, fragilità) e di altrettanti regimi "finanziari" (rischio medio, solidità finanziaria, rischio elevato, rischio basso), ai quali vengono ricondotte le imprese del campione, l´analisi statistica conferma la rilevanza del legame tra i due profili nel determinare il successo dell´impresa. Il quinto capitolo, curato da Annalisa Cristini e Giacomo Morosini, riassume i risultati della citata indagine campionaria diretta, realizzata tramite questionario. Le tematiche congiunturali confermano la fase di sviluppo in atto, trainata dalla domanda estera, con effetti positivi sull´occupazione e gli investimenti. Si rileva uno sforzo di aggiustamento della struttura finanziaria, delineato dalla composizione del finanziamento degli investimenti, ove predomina il credito a medio-lungo termine. L´analisi strutturale riguarda tre aspetti: le operazioni straordinarie finalizzate alla crescita e all´internazionalizzazione, e la necessaria struttura finanziaria di supporto; le relazione tra banca e impresa; l´utilizzo di Internet. Quanto al primo tema, il processo di concentrazione e internazionalizzazione in atto sembra essere ben lontano dalla conclusione. Esso inoltre risulta interessare in misura preponderante e crescente le imprese di media dimensione, indicando la possibile esistenza di una sorta di "effetto soglia" di natura dimensionale. La relazione banca-impresa sembra non aver fatto rilevanti progressi rispetto a quanto noto e generalmente deprecato: trovano conferma sia l´intenso ricorso al multiaffidamento, crescente con la dimensione dell´impresa, sia lo scarso interesse, da parte delle imprese del campione, per relazioni maggiormente coinvolgenti con partner bancari. Con riferimento a Internet, infine, rispetto ad una situazione di utilizzo effettivo indubbiamente basso, si rilevano aspettative e programmi di forte incremento, sia nei rapporti bancari sia in quelli più tipicamente industriali e commerciali. .  
   
 

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