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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Dicembre 2000
 
   
  CALCIO: ADESSO IL RUOLO IN CAMPO LO DECIDE LA VISTA SECONDO E-OPTI.COM GLI OCULISTI IN PANCHINA AL FIANCO DELL´ALLENATORE

 
   
  Milano, 18 dicembre 2000 - I Maradona del futuro? Si riconosceranno non solo per i piedi ma guardandoli negli occhi. E anche il ruolo in campo adesso non sarà frutto solo della scelta dell´allenatore ma anche del suggerimento dell´oculista. La novità si chiama Sport vision, e viene descritta in tutti i suoi dettagli da e-opti. Com www. E-opti. Com la prima fiera virtuale dedicata agli ottici che descrive in dettaglio, per prima in Europa, il funzionamento della nuova tecnica. Lo sport vision è un tecnica optometrica che permette di valutare le abilità visive dell´atleta, (coordinazione occhio-mano, valutazione spazio temporali degli oggetti in movimento), adeguando il comportamento del proprio sistema visivo ai compiti richiesti. Lo sport vision diventa così uno strumento per identificare preventivamente un potenziale campione e sta riscontrando un interesse sempre maggiore in tutta Europa. <La tecnica, dichiara Daniele Voltini, responsabile di e-opti. Com, è già una realtà per quasi tutte le squadre statunitensi di Baseball, football, tennis e volley, impegnate in appuntamenti fissi di training visivo nei programmi di allenamento. Altre discipline sportive come il tiro al piattello, ping pong, motociclismo e automobilismo si sono adeguate a questa nuova tecnica. E adesso forse è arrivato anche il momento del calcio>. Un. Giocatore di calcio, infatti, durante l´attività agonistica - benché riceva anche stimoli acustici e cinestetici - utilizza prevalentemente informazioni provenienti dal sistema visivo: deve coordinare i movimenti in rapporto a un oggetto in movimento (la palla giocata dall´avversario). Lo "segue" quindi con il sistema visivo per acquisire informazioni circa la sua velocità e la traiettoria. Proprio per questo con la tecnica dello sport vision qualunque società calcistica potrà conoscere eventuali aree carenti nella visione dell´atleta e personalizzare quindi il training sportivo al fine di potenziarne il rendimento sportivo sul campo. Ma come è strutturata la tecnica dello sport vision segnalata? Il test è volto a misurare due tipologie di visione dell´atleta, quella statica e quella dinamica. La prima rileva il grado di acutezza visiva statica minima richiesta, che nel gioco del calcio non può superare i 5/10, valore soglia perché un giocatore possa materialmente vedere gli oggetti, la seconda invece la visione dinamica. Un atleta in piena forma rivolge la sua attenzione solo a una piccola parte degli stimoli presenti nello spazio e potenzialmente suscettibili di essere recepiti: la risposta che ne consegue è dunque frutto di un´analisi limitata della situazione in atto. Il. Sistema sensoriale, con la mediazione dei recettori visivi, è puntato sul complesso "avversario-palla" ma - non essendo in grado di controllare la totalità del campo - si orienta di volta in volta ora sui compagni ora sugli avversari, per dedurre dalle loro posizioni reciproche la correttezza della propria posizione. Un´atleta esperto ha già in testa piani di risposte costruiti e perfezionati con la pratica d´anni. Occorre comunque "ritarare" la risposta prescelta sulla base delle informazioni che di momento in momento giungono dall´ambiente esterno. Una partita giocata "fuori casa" introduce una novità di stimoli ambientali che inevitabilmente induce un ritardo sulla risposta finale. Portiere o attaccante è una questione di "punti di vista" Attraverso le tecniche di registrazione dello sguardo con lo sport vision è possibile aumentare il livello di consapevolezza dell´atleta e ricavare notizie essenziali affinché l´apprendimento dei principianti si basi su conoscenze reali di questa fase determinante nella prestazione sportiva. Lo. Status visivo dei giocatori di calcio si differenzia sulla base del compito e del ruolo ricoperto in campo, a secondo che tratti del portiere o degli altri giocatori e lo Sport Vision si applica in maniera differenziata a ciascun ruolo. Per quanto concerne ad esempio il ruolo del portiere, questo si trova a dover elaborare dei tempi che connettono un´immagine ad una reazione visuo-motoria. Il piede di un attaccante che tira in porta si può avvicinare alla palla ad una velocità di 100 km/h, prende contatto per una decina di ms (millesimi di secondo) con la sfera che parte ad un velocità anche di 130 km/h. Questo pallone percorre 23 metri in 0,82 secondi. Alla distanza di 11 metri non c´è il tempo per assumere informazioni utili a fornire risposte efficaci solo dall´osservazione diretta. Un´informazione ottica permane sulla retina pochi ms e in 50-100 ms raggiunge la corteccia. In maniera del tutto automatica viene operata una suddivisione tra figura e sfondo attraverso un´analisi delle frequenze spaziali (più alte e più basse). Il portiere che si appresta a ricevere un rigore esegue movimenti oscillatori e di bilanciamento: questi movimenti si sincronizzano man mano sugli appoggi successivi della rincorsa di colui che calcerà il pallone. Ciò permette di completare in maniera ottimale gli indizi spazio temporali di natura visiva e acustica con una rappresentazione dell´idea motoria dell´azione avversaria. In contemporanea all´ultimo appoggio dell´avversario infatti, il portiere esegue la tipica ricaduta a piedi pari e la spinta sull´arto che definisce l´orientamento spaziale del salto. Allo stesso modo per gli attaccanti esperti, il numero di consultazioni visive necessarie per arrivare a una soluzione della tattica di gioco è assai inferiore a quello dei meno bravi. Anche la durata temporale di ogni consultazione risulta significativamente ridotta. .  
   
 

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