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Notiziario Marketpress di Venerdì 22 Dicembre 2000
 
   
  COLORI DELLA MUSICA DIPINTI, STRUMENTI E CONCERTI TRA CINQUECENTO E SEICENTO ROMA, PALAZZO BARBERINI, FINO AL 28 FEBBRAIO 2001 SIENA, SANTA MARIA DELLA SCALA, 6 APRILE - 17 GIUGNO 2001

 
   
  La Fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Roma, il Santa Maria della Scala e il Comune di Siena, propone nella doppia sede di Palazzo Barberini a Roma e Santa Maria della Scala a Siena un itinerario che ripercorre l´evolversi della rappresentazione della musica nella pittura a cavallo tra la fine del Xvi e i primi decenni del Xvii secolo. Questi anni costituiscono uno dei momenti chiave non solo per la storia dell´arte, ma anche per la storia della musica: si passa dalla sporadica presenza di strumenti musicali nei cori angelici, a una vera e propria apoteosi di dipinti che hanno come protagonista principale, spesso anche unico e assoluto, la rappresentazione della musica. Perno della mostra, realizzata sotto l´Alto Patronato del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e con il Patrocinio dell´Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, il nucleo di dipinti dedicati all´immagine e al mito di Santa Cecilia, divenuta progressivamente la santa protettrice dell´arte musicale. L´esposizione, sponsorizzata da Raymond Weil e Club Repubblica, si snoda attraverso un percorso accurato. Un primo nucleo di dipinti è dedicato ai più significativi precedenti cinquecenteschi rintracciabili soprattutto nella cultura veneta, lombarda ed emiliana. Da segnalare in questo primo gruppo i Concerti di area tizianesca; i Suonatori di liuto, importanti modelli per lo stesso Caravaggio e testimonianza dell´affermarsi prepotente di un nuovo strumento protagonista sulla scena musicale; la rappresentazione di situazioni idilliche - amorose o di quelle apertamente sensuali di Tiziano, un tema poi amplificato e arricchito di altri significati. Segue un ristretto gruppo di opere di transizione, che prende in esame i pittori e le opere protagonisti del passaggio cruciale tra il ´500 e il ´600. Tra questi un ruolo di primo piano fu certamente svolto dal giovane Caravaggio, autore, nel corso dell´ultimo decennio del Cinquecento, dei primi "nuovi" quadri musicali. La mostra prevede anche l´esposizione di alcuni dipinti che riflettono la contemporanea produzione della cultura classicista bolognese all´interno della quale, seppure in maniera minore rispetto a Caravaggio, cominciano a manifestarsi i primi sintomi di cambiamento. Significativa a questo proposito la produzione di Bartolomeo Passarotti. Il nucleo più importante della mostra è dedicato al nuovo secolo e alla diffusione, la fortuna e gli sviluppi che ebbero nella prima metà del ´600 i nuovi modelli caravaggeschi. Per rendere più esplicito e analizzare chiaramente il fenomeno, ogni nuovo tema è stato illustrato da un gruppo più o meno numeroso di esempi pittorici. Prima di tutto i tre temi principali (l´amor vincitore, il suonatore di liuto e il concerto), derivanti direttamente dai prototipi caravaggeschi, sono stati successivamente rielaborati dai suoi seguaci, tra i quali Manetti, Petrazzi, Riminaldi, Strozzi ed alcuni fiamminghi. Si tratta di quadri di eccezionale qualità stilistica e di grande interesse, che consentono di capire l´impatto di questi temi sulla cultura contemporanea. Un altro gruppo di dipinti riunisce i più significativi esempi dell´evoluzione dei primi motivi musicali caravaggeschi e la loro contaminatio con altri elementi. Un insieme di allegorie, simboli, allusioni, alcuni dei quali tratti dal repertorio dello stesso Caravaggio: La buona ventura, Il gioco, Le scene di taverna. Un aspetto molto particolare dell´evoluzione delle tematiche musicali è quello della sensualità e dell´erotismo, già presente in embrione anche nella pittura veneta cinquecentesca e documentato da un ristretto ma significativo gruppo di dipinti. Da sottolineare il fatto che autori di questi quadri non sono pittori italiani, ma fiamminghi e olandesi, presenti a Roma nel secondo decennio. Tra questi J. Baeck con Festa musicale e Hendrich Ter Bruggen con Concerto. Dopo il ritorno in patria, a partire dalla fine degli anni Venti, questi artisti iniziano a sviluppare un´attenzione particolare per il tema della seduzione associato a quello musicale. L´ultimo, nutrito gruppo di opere in mostra si ricollega direttamente ai temi tradizionali dell´iconografia musicale e in particolare a quella ceciliana. Si è voluto infatti ripercorrere antecedenti e paralleli di tale simbologia, attraverso una breve panoramica di dipinti dedicati ai personaggi che tradizionalmente rappresentano l´arte musicale o vi alludono: Santa Cecilia, David, Apollo, gli angeli musicanti. Di particolare interesse, in quest´ambito, le straordinarie portelle d´organo dipinte da Gerolamo Bedoli, che affiancano ai personaggi più ricorrenti figure quali Maria di Aronne e Hubart, il cui accostamento all´arte musicale risale al Medioevo. Come l´evoluzione dell´arte figurativa e pittorica, anche quella musicale si snoda secondo un percorso per molti versi analogo, il cui perno è individuabile nell´arte di Claudio Monteverdi. Nella mostra saranno esposti alcuni strumenti antichi di grande pregio, provenienti dalle collezioni del Museo Nazionale di strumenti musicali e del Museo strumentale dell´Accademia Nazionale di Santa Cecilia, a testimonianza del fiorire, con il nuovo secolo, del lussureggiante strumentario barocco. Nella sede di Siena saranno invece esposti strumenti provenienti dalle collezione dell´Accademia Musicale Chigiana. Sono inoltre previste esecuzioni musicali dal vivo, che vedranno protagonisti giovani musicisti del Conservatorio "Santa Cecilia" di Roma e a Siena giovani musicisti toscani, accanto a interpreti esperti nel repertorio rinascimentale e barocco. Un sistema audio realizzato in collaborazione con la Rai permetterà ai visitatori, forniti di cuffie all´ingresso della mostra, di ascoltare musiche del periodo preso in esame, individuate per il particolare riferimento ad alcuni degli strumenti o delle tematiche iconografiche presenti nei dipinti. Il catalogo della mostra, pubblicato da Skira Editore, contiene oltre ai testi di Claudio Strinati, Rossella Vodret e Annalisa Bini, curatori della mostra, saggi di Omar Calabrese, Augusto Gentili, Giorgio Adamo, Rodolfo Baroncini, Renato Meucci, Silvia Danesi Squarzina, Stefania Maciocie e Rudolf Preimsberger. Info: Galleria Nazionale D´arte Antica, Palazzo Barberini, Roma Tel. 06 4814591 / 4824184; Arti Srl, Roma Tel. 06/3242492 Fax 06/3242495 E mail: artisrl@tin. It Santa Maria Della Scala, Siena Tel. 0577/224811-224835 Fax 0577/224829 E mail: infoscala@comune. Siena. It Artificio Skira, Firenze Tel. 055 2720711 Fax. 055 280813 e. Mail artificio@artificioskira. It Info:bondardo Comunicazione, Milano Tel. 02/29005700 Fax 02/29005656 Guido Spaini g. Spaini@bondardo. Com Barbara Gambaccini b. Gambaccini@bondardo. Com Alfredo Casali - Opere 1998/2000; Mostra: Alfredo Casali - Opere 1998 - 2000. (fino al 27 gennaio 2001 presso la Galleria Braga, Via Cavour 46/C - 29100 Piacenza ). Attraverso una trentina di dipinti a olio e alcune carte, tutti realizzati tra il 1998 e il 2000, l´esposizione illustra gli ultimi sviluppi dell´opera dell´artista piacentino. Estremamente coerente ed originale nello stile, nella scelta di una composizione spoglia, ridotta all´essenziale, e di un colore quasi monocromo - una singolare tonalità di grigio-blu-verde, che è scuro ma ha una sua luminosità non è spento né cupo - Casali sta attraversando una fase di svolta nella sua attività. Dagli interni, spazi irreali dominati da un solo oggetto quotidiano, il punto di vista si sposta all´esterno. Il paesaggio del suo paese di origine sull´Appennino, i luoghi familiari, carichi di memoria, appaiono irreali e insieme inventati: la facciata di una casa che sembra immensa, gli alberi disposti lungo il pendio della montagna, una baracca un po´ sbilenca. Sono composizioni apparentemente semplici, dotate di una grande forza evocativa, cariche di significati e di memorie, immagini di una solitudine fra malinconica e contemplativa. Scrive Marina De Stasio nel testo in catalogo: "Nel paese che si chiama Casali come lui, un borgo quasi disabitato, dimenticato dai più, l´autore ritrova l´essenziale, ritrova se stesso: dall´apparente complicazione, moltiplicazione della città, risale alle origini, riconosce l´uomo sempre uguale a se stesso, l´eterno ricorrere delle sue vicende". La mostra rimane aperta fino al 27 gennaio 2001, col seguente orario: dal martedì al sabato dalle ore 16,00 alle ore 19,00 - giovedì chiuso la mattina solo per appuntamento. Catalogo a cura di Marina De Stasio - (con un testo di Flavio Arensi). Per informazioni: Antonio Braga, tel. : 0523 331768, cell. : 0338 9077 .  
   
 

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