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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Settembre 2009
 
   
  DOPO LA FORTUNATA TOURNÉE DELL’ARLECCHINO A TOKYO, È IL GIAPPONE AD APRIRE IL FESTIVAL DEL TEATRO D’EUROPA IN SCENA, AL TEATRO STUDIO, L’ANTICHISSIMA ARTE DEL KYOGEN

 
   
  Milano, 7 settembre 2009 - Uno scambio tra Tesori Nazionali Viventi: Ferruccio Soleri, in luglio, ha visitato con Arlecchino il Setagaya Public Theatre di Tokyo; il 18 settembre un grande maestro giapponese, Mansaku Nomura, apre il Festival internazionale del Piccolo con la sua compagnia di kyogen tradizionale. Il kyogen è un’arte millenaria che nel 2001 l’Unesco ha nominato, assieme al noh, capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità. Mansaku, Mansai e Mannosuke Nomura, esponenti di una delle due famiglie che, in Giappone, si tramandano da secoli questa forma teatrale antichissima (Mansai Nomura ha debuttato in teatro a soli tre anni e, giovanissimo, ha lavorato nel celebre film Ran di Akira Kurosawa) presentano al Piccolo Teatro Studio tre pièce tratte dallo sterminato repertorio (oltre 250 opere): Bo-shibari (Legato ad un palo), Kawakami (La sorgente del fiume Kawakami), Kagyu (La lumaca). Il kyogen affonda le sue radici nei miti e nelle leggende che si perdono nella notte dei tempi e assume ancora oggi i caratteri di una cerimonia laica, nella ritualità dei movimenti del corpo, della testa o delle mani, nell’espressività degli occhi. Nato tra il Xiv e il Xv secolo, inizialmente legato al più celebre noh di cui costituiva una sorta di intervallo farsesco, era considerato una parte indispensabile della rappresentazione, perché alleggeriva la tensione drammatica sottolineando gli aspetti ridicoli del reale. Assunto il carattere di forma teatrale autonoma, il kyogen si sviluppa in brevi pièce comiche che hanno come temi la vita, le abitudini e i costumi della gente comune. Recitato prevalentemente senza maschera, utilizza un linguaggio quotidiano, evita qualsiasi riferimento al soprannaturale, se non per parodia, e non prevede i personaggi nobili. Www. Piccoloteatro. Org .  
   
 

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