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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Ottobre 2006
 
   
  EMICRANIA, ANSIA E DISTURBI DELL’UMORE: AFFRONTARLI PER MANTENERSI IN SINTONIA CON GLI EVENTI DELLA VITA

 
   
  Milano, 19 ottobre 2006 – Un’emicrania con vomito e nausea che ci costringe a letto, impedendoci anche il minimo movimento e costringendoci, quindi, a casa dal lavoro, significa, molto frequentemente, anni di sofferenza, di tentativi di cura, di malessere psicologico che si somma al dolore fisico. E ancora, frequentemente, di fronte al dolore cronico, quello che ci logora fisico e mente perché costante e insistente, molti rinunciano a “combattere”. L’incontro promosso da Donneuropee-federcasalinghe Lombardia giovedì 19 ottobre alle ore 16. 00, presso l’Auditorium dell’Acquario di Milano, si propone proprio come prima occasione per acquisire maggiore consapevolezza e superare disorientamento e rassegnazione di fronte ad un problema che affligge una gran parte della popolazione. Infatti, proprio in occasione dell’incontro di Milano, Liliana Merlo –Presidente regionale Lombardia di Donneuropee-federcasalinghe- presenterà “I percorsi di auto-aiuto”, una serie di incontri periodici rivolti alle socie: un’occasione per condividere problemi e possibili soluzioni, confrontarsi e –con la guida di un terapista del dolore- avviare un addestramento a controllare i fattori scatenanti (alimentazione, squilibri della postura, cattivo uso degli analgesici, ecc. ) e imparare a gestire gli eventi stressanti della vita quotidiana. Relatori all’incontro, saranno il Dottor Paolo Mariconti, Terapista del dolore e Dirigente Medico di Anestesia e Terapia del Dolore presso Fondazione Policlinico Mangiagalli Regina Elena Irccs, Milano, che illustrerà cosa si intende per “mal di testa” e come si affronta la cefalea sul piano terapeutico e Giancarlo Alicicco, responsabile regionale per la Lombardia di A. I. C. - onlus –Associazione Italiana per la lotta contro le Cefalee- che illustrerà le dimensioni, le implicazioni sociali e culturali del problema e quanto i cittadini-pazienti possono fare per affermare il loro diritto a vivere senza soffrire inutilmente. “Con la definizione di “mal di testa” si intende sia un dolore che può essere modesto, compatible con la vita quotidiana, sia un dolore devastante che non permette più di concentrarsi su nulla – spiega il dottor Paolo Mariconti- un dolore tanto più devastante proprio perché “invisibile”: si soffre, infatti, di un male che non si vede, che porta il paziente a pensare di non aver alcun diritto, neanche quello di lamentarsi e, quindi, a rendersi invisibile”. La dimensione del fenomeno, invece, è preoccupante: in Italia sono tra i 6 e i 7 milioni i sofferenti di “mal di testa”. E’ quanto emerge dal Vi Rapporto sulle Politiche della Cronicità (a cura del Coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici-cittadinanzattiva) presentato a Roma lo scorso marzo, da cui emerge, inoltre, che l’emicrania ha una prevalenza del 15-20% e colpisce maggiormente la popolazione femminile, con un rapporto donna-uomo di 2,5-3:1. Questi dati sono stati presentati da A. I. C. – Associazione Italiana per la lotta contro le cefalee attiva dal 1985 sul territorio nazionale ed impegnata nella diffusione della “cultura della cefalea” al fine di ottenere il riconoscimento della cefalea cronica come malattia sociale, l’esenzione e/o la riduzione del prezzo dei farmaci (sintomatici/profilassi) e offrire sostegno legislativo sul lavoro. Il termine scientifico con cui si indica il “mal di testa” è cefalea, che letteralmente significa dolore localizzato al capo. Le modalità con cui esso si presenta sono moltissime, diverse per intensità, durata, caratteristiche cliniche, localizzazione, ecc. Compito del medico è, in una prima fase, la corretta diagnosi, che permette la distinzione fra cefalee primarie e secondarie, sintomo -queste ultime- di altre patologie del distretto cranio cefalico o sistemiche. “Nel caso delle cefalee primarie (per esempio l’emicrania, la cefalea tensiva o la cefalea a grappolo)*, esistono attualmente strategie di trattamento efficaci- prosegue Paolo Mariconti- e il primo passo verso la corretta terapia è proprio l’alleanza terapeutica fra medico e paziente, paziente che deve sentirsi compreso quando riferisce un dolore non obiettivabile, non misurabile, difficile da definire in qualità ed entità. Le conseguenze di trattamenti inadeguati, infatti, sono spesso dipendenza ed abuso da analgesici -causa essi stessi di cronicizzazione della cefalea- e la continua richiesta di esami ripetuti ed inutili”. L’incontro, un appuntamento del ricco programma di attività della sezione lombarda di Donneuropee-federcasalinghe, è aperto a tutti e la partecipazione è libera. Obiettivo dell’iniziativa è, infatti, avviare –con un linguaggio semplice, chiaro e diretto- una riflessione sulla cefalea, sul dolore e sul suo rapporto con gli eventi della vita. Una riflessione che proseguirà con gli appuntamenti periodici dei “percorsi di auto-aiuto” favorendo il confronto e il coinvolgimento, sia sul piano scientifico e terapeutico, sia su quello sociale e culturale, di una porzione sempre più ampia della società civile. Ospite della giornata Dalila Di Lazzaro l’attrice, dagli occhi bellissimi e sorprendentemente azzurri, che tutti ricordano e che ormai da anni conduce la sua lotta contro il dolore, quello cronico che, a seguito di una patologia che l’ha colpita al collo e alla spina dorsale, continua ad affliggerla. Ed è proprio la sua esperienza con il dolore fisico, e con quello traumatico della perdita del figlio ventenne, che l’ha spinta a raccogliere in un libro –“Il mio cielo” delle Edizioni Piemme- la sua storia e le sue battaglie per ottenere assistenza e cure adeguate. .  
   
 

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