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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Settembre 2009
 
   
  LA LEADER DEGLI UIGURI AL PARLAMENTO EUROPEO

 
   
  Bruxelles, 8 settembre 2009 - Mentre ricominciano le proteste e gli scontri a Urumqui, il capoluogo dello Xinjiang, la leader della minoranza uigura ha visitato il Parlamento europeo per raccontare la sua versione dei fatti di luglio, quando i gravi scontri nella regione hanno provocato quasi 200 morti e 2000 feriti. "Sono pronta a discutere con il governo cinese le riforme necessarie a recuperare i fallimenti degli ultimi 60 anni", ha affermato Rebiya Kadeer. E ha chiesto un´inchiesta indipendente sui fatti dell´estate. Il Parlamento aveva discusso della grave situazione nella regione nord-occidentale della Cina, lo Xinjiang, il 15 luglio. Questa settimana, mentre nel capoluogo Urumqui sono riprese le tensioni fra cinesi Han e Uiguri, la Commissione per i diritti umani ha invitato la leader del movimento musulmano a parlare di cosa sta accadendo in quella parte del mondo. Cos´è successo il 5 luglio - 62 anni, ex imprenditrice di successo, due volte nominata al premio Nobel per la pace, Rebiya Kadeer è dal 2006 presidente della comunità uigura nel mondo. Vive in esilio negli Stati Uniti dal 2005, dopo 8 anni di carcere per il suo attivismo politico. Ha raccontato ai parlamentari la sua versione dei fatti sugli scontri del 5 luglio a Urumchi, la più grande città dello Xinjiang: "la versione ufficiale cinese, secondo cui i ribelli uiguiri hanno occupato le strade, distruggendo, bruciando, picchiando, e avrebbero ucciso 192 persone e ferito altre 1721, è, come spesso accade con la propaganda cinese, falsa". "Il governo cinese, grazie al controllo dei mezzi di comunicazione, sta oscurando la verità per attuare un massacro di massa del popolo uiguro. Demonizzando gli uiguiri grazie ai media, sta cercando di giustificare le esecuzioni da parte delle forze dell´ordine cinese. La regione è nel blackout, le comunicazioni via internet sono praticamente impossibili". Sei decenni di repressione - Accusata di aver ispirato la ribellione, Rebiya Kadeer tiene a condannare la violenza da tutti e due i lati. Ma, sottolinea, bisogna leggere i fatti nel loro contesto: "sono sei decenni che l´amministrazione comunista cinese cerca di reprimere gli Uiguri, di sradicare la nostra identità musulmana e la nostra etnia. Le nostre donne sono state deportate a lavorare nelle loro fabbriche, hanno distrutto il nostro patrimonio culturale, hanno cancellato la nostra lingua dalle scuole, le assunzioni sono discriminatorie, controllano le pratiche religiose. Hanno perfino sfruttato il terrorismo, accusandoci di essere legati ad Al Qaeda per legittimare le repressioni!" "E´ tempo che il governo cinese si sieda a discutere con me e il Dalai Lama" - Iscritta al Partito Radicale italiano da quando Marco Pannella e Emma Bonino hanno solidarizzato con la causa uigura, la Kaader fa un parallelo fra il "genocidio culturale" uiguro e quello tibetano, concludendo che "è tempo che il governo cinese si sieda a parlare con me, con sua santità il Dalai Lama e con tutti i leader non-Han che sono stati umiliati, imprigionati e diffamati solo perché ci capita di pensarla diversamente dalla dottrina ufficiale, ormai fallita" Infine la Kadeer ha lanciato un appello all´Unione europea e al Parlamento, chiedendo di fare pressione sulle autorità cinesi per aprire un´indagine indipendente, che possa far luce sul vero numero di morti, feriti e detenuti durante gli scontri del luglio scorso. La richiesta è stata sostenuta dai membri della Commissione parlamentare, che hanno garantito che la questione dei diritti umani in Cina resterà prioritaria sull´agenda del Parlamento. . .  
   
 

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