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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 09 Settembre 2009 |
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CONGIUNTURA PIEMONTESE: NEL II TRIMESTRE 2009 ANCORA UNA FLESSIONE A DUE CIFRE DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE AUTOMOTIVE E METALMECCANICA PROTAGONISTI DELLA CRISI DEL TESSUTO MANIFATTURIERO PIEMONTESE, MENTRE L’ALIMENTARE MOSTRA TIMIDI SEGNALI DI RIPRESA
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Torino, 8 settembre 2009 - Dopo la serie positiva avviata sul finire del 2005 e proseguita per undici trimestri consecutivi, già nel semestre conclusivo del 2008 si era manifestata l’inversione di tendenza del comparto manifatturiero piemontese. Nel I trimestre del 2009 le criticità che hanno investito il sistema economico piemontese hanno assunto i connotati di una crisi strutturale e generalizzata di tutto il sistema produttivo locale, i cui effetti si sono estesi anche al periodo aprile-giugno 2009. Il nuovo calo a due cifre della produzione industriale del comparto manifatturiero piemontese si associa, tuttavia, a risultati più incoraggianti sul fronte dei nuovi ordini, sia interni che, soprattutto, dall’estero. Nel periodo aprile-giugno 2009, la variazione tendenziale grezza (ossia confrontata sullo stesso trimestre dell’anno precedente) è stata di -19,4 punti percentuale, risultato migliore rispetto alla dinamica nazionale (-22,7%). La deludente performance del tessuto manifatturiero regionale si associa, tuttavia, ai risultati più confortanti degli altri indicatori congiunturali: se gli ordinativi interni registrano un lieve incremento rispetto al I trimestre del 2009 (+0,8%), sul fronte dei nuovi ordini dall’estero la tendenza positiva appare ancora più marcata (+10,4%), indice che la ripresa potrebbe ripartire proprio dalla domanda estera. Un ulteriore segnale positivo è rappresentato dall’incremento della produzione industriale rispetto al I trimestre del 2009 (+4,3%). Il fatturato delle imprese registra, invece, una contrazione media del -21,7% rispetto al periodo aprile-giugno del 2008, e anche sul fronte degli impianti si riscontra una sostanziale diminuzione della percentuale di utilizzo rispetto al dato medio degli ultimi anni. Questi sono alcuni dei risultati emersi dalla 151ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di luglio e agosto 2009 con riferimento ai dati del periodo aprile-giugno, e ha coinvolto 1. 016 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 97. 721 addetti e un valore pari a 51 miliardi di euro di fatturato. “Com’era prevedibile, l’industria manifatturiera piemontese ha subìto, anche nel Ii trimestre del 2009, una pesante battuta d’arresto - commenta Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte -. Vanno tuttavia evidenziati alcuni ‘germogli’ di ripresa congiunturale: in primo luogo, la variazione della produzione rispetto ai tre mesi precedenti è positiva; in secondo luogo, esiste un settore, quello alimentare, che continua a manifestare una crescita produttiva; infine, le previsioni degli imprenditori per il secondo semestre dell’anno sono meno pessimiste rispetto a tre mesi fa, soprattutto quelle riguardanti i mercati internazionali. Quest’ultimo dato, in particolare, testimonia ancora una volta la forza del made in Italy e la competitività dei prodotti locali sui mercati esteri, conquistata grazie alla capacità innovativa delle nostre imprese, che continuano, anche in questo momento di difficoltà, a dar vita a produzioni di qualità, vera chiave per la ripresa che tutti auspichiamo”. La brusca battuta d’arresto della produzione manifatturiera regionale trae origine dai deludenti risultati manifestati da quasi tutti i principali comparti. A differenza del I trimestre, quando il settore più colpito dalla crisi era quello dei mezzi di trasporto, nel periodo aprile-giugno 2009 è il comparto dei metalli a registrare la flessione più marcata (-28,6%). Fortemente negativa anche la performance della meccanica (-26,4%) e i mezzi di trasporto (-24,8%). Le difficoltà congiunturali non risparmiano i settori di chimica, gomma e plastica, ed elettricità-elettronica, che scontano rispettivamente battute d’arresto dell’ordine di 20,7 e 18,3 punti percentuale. Il trend è negativo anche per il tessile-abbigliamento che, con una contrazione dell’output del -15,0%, conferma le difficoltà degli ultimi anni. Più contenute le contrazioni degli altri settori, mentre l’alimentare, filiera storicamente anticiclica, registra il primo segnale di ripresa, con un incremento tendenziale dell’output pari al +2,2%. La performance negativa del tessuto manifatturiero regionale trae origine dalle contrazioni produttive di tutte le realtà provinciali. Vercelli, con un -25,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è il contesto territoriale che evidenzia la performance peggiore. Seguono Asti (-24,3%) e Torino (-23,0%), entrambe con flessioni superiori alla media regionale. Anche Novara subisce un calo della produzione maggiore di quello piemontese, mentre si rilevano contrazioni di intensità inferiore per le altre province. Alessandria, con un risultato del -9,7% risulta il territorio che registra la flessione di entità minore. L’indice Della Produzione Industriale - A partire dal 2006, Unioncamere Piemonte, in conformità con la metodologia adottata dall’Istat, calcola un numero indice della produzione industriale piemontese con base anno 2000=100 al quale è stata applicata una correzione per giorni lavorativi e un procedimento standard di destagionalizzazione (con il software Tramo-seats). Nel Ii trimestre 2009, l’indice grezzo della produzione industriale con base anno 2000=100 è stato pari a 77,3 con una contrazione, come già evidenziato in precedenza, del 19,4% rispetto al Ii trimestre del 2008. L’indice della produzione corretto per giorni lavorativi (78,0) ha registrato, invece, una flessione del 19,2% (i giorni lavorativi sono stati 62 come nel Ii trimestre del 2008), mentre l’indice della produzione destagionalizzato è stato pari a 72,5, riducendosi del 5,6% rispetto al periodo gennaio-marzo 2009. Le Prospettive Future - Gli imprenditori piemontesi non prevedono una ripresa nel breve periodo. L’andamento fortemente negativo dei principali indicatori economici regionali continua ad influenzare pesantemente il clima di fiducia degli operatori locali, che ipotizzano una flessione di tutti i principali indicatori anche nel semestre conclusivo del 2009. Tale quadro non si discosta dalle previsioni formulate dai principali organismi internazionali, in base alle quali la ripresa avverrà solo a partire dalla seconda metà del 2010. Il 52% degli imprenditori intervistati si aspetta per il semestre luglio-dicembre 2009 una flessione della produzione industriale, mentre solo il 16% ne prospetta una crescita; il saldo appare comunque meno negativo rispetto a quanto registrato nel I trimestre dell’anno. Sfavorevoli anche le previsioni relative ai nuovi ordini: la domanda interna subirà una contrazione per il 49% degli intervistati, mentre si incrementerà solo per il 17% degli imprenditori, per un saldo negativo tra ottimisti e pessimisti pari a 32 punti percentuale; sul complementare fronte dei nuovi ordini dall’estero le quote di pessimisti ed ottimisti sono pari rispettivamente al 40% e al 15%, dando luogo ad un saldo di opinione negativo per 25 punti percentuale. Si sottolinea, tuttavia, come su entrambi i fronti si assista ad un miglioramento dei saldi di opinione rispetto alla rilevazione precedente. L’occupazione è prevista stabile dal 64% degli imprenditori, mentre i prezzi di vendita sono previsti in diminuzione, registrando un saldo ottimisti-pessimisti pari al 29%. . |
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