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Notiziario Marketpress di
Lunedì 14 Settembre 2009 |
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MAFIA IN TOSCANA, VIETATO ABBASSARE LA GUARDIA PRESENTATO IL RAPPORTO 2009 DELLA FONDAZIONE CAPONNETTO DATI PREOCCUPANTI, MA È IMPORTANTE L´AZIONE DELLA REGIONE
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Firenze, 14 settembre 2009 - Una regione che non è terra di mafia e che tuttavia, anche per le caratteristiche della sua economia, risulta permeabile alle infiltrazioni mafiose. Una regione dove manca il consenso sociale alla criminalità organizzata ma in cui si parla ancora a sufficienza di mafia. Una regione, ancora, dove non mancano «campanelli d´allarme che non vanno sottovalutati», ma in cui va dato atto dell´impegno della Regione Toscana, «senza dubbio all´interno del centro Italia la regione più attenta ai fenomeni mafiosi». È una Toscana in chiaroscuro, quella che emerge dal rapporto che ogni anno predispone la Fondazione Caponnetto e che l’ 11 settembre è stato presentato in Regione, a Palazzo Strozzi Sacrati, presenti il vicepresidente della Regione Toscana Federico Gelli e il presidente della Fondazione Salvatore Calleri. «Un rapporto che ci invita assolutamente a non abbassare la guardia, anche ora che di mafia si parla meno a livello nazionale – sottolinea Gelli – Un rapporto senz´altro non privo di dati preoccupanti. E questo, al di là del riconoscimento a quanto abbiamo fatto, ci impegna senz´altro a intensificare la nostra azione a difesa di una cultura delle regole, perché ogni volta che questa cultura viene messa in discussione è lì che comincia a trovare alimento la mafia. Cosa che vale nei rapporti con la pubblica amministrazione come nell´uso che si fa del denaro. Per questo come istituzioni dobbiamo essere ancora più presenti nelle scuole e nelle periferie e in ogni realtà significativa per difendere e consolidare la legalità». Rispetto agli anni precedenti il rapporto segnala in forte espansione la mafia russa, particolarmente attiva negli investimenti nel settore alberghiero; segnala la nascita di bande di giovani e giovani ssimi cinesi che potrebbero entrare in rotta di collisione con le organizzazioni criminali piùconsolidate, attive in campi come il traffico di immigrati clandestini; prova a disegnare la presenza e gli interessi della mafia albanese e rumena; si sofferma sulle mafie italiane segnalando il pericolo di infiltrazione negli appalti. La Toscana, spiega il rapporto, non è terra dove si richiede organicamente il “pizzo”, ma non va sottovalutato il fenomeno dell´usura, così come il traffico di rifiuti della camorra. . |
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