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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Settembre 2009
 
   
  L´UE E LA CRISI PREVISIONI INTERMEDIE DELLA COMMISSIONE: STIAMO USCENDO DALLA RECESSIONE MA L’INCERTEZZA RIMANE ALTA

 
   
   Bruxelles, 15 settembre 2009 - A partire dal secondo trimestre la situazione economica è nettamente migliorata, lasciando spazio a previsioni di crescita più rosee per il secondo semestre dell’anno. Ma dal momento che a fine 2008 e inizio 2009 l’attività economica è stata peggiore di quanto inizialmente previsto, quest’anno il Pil dovrebbe comunque retrocedere complessivamente del 4%, sia nell’Ue che nell’area dell’euro, come previsto in primavera. L’incertezza si mantiene tuttavia a livelli elevati e, sebbene a brevissimo termine la ripresa potrebbe essere sorprendentemente migliore delle previsioni, è ancora da vedere quanto durerà. Per il 2009 le previsioni della Commissione si mantengono inalterate anche in materia di inflazione, che dovrebbe essere dello 0,9% nell’Ue e dello 0,4% nell’area dell’euro, mentre gli effetti di base delle scorse impennate dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari stanno svanendo senza altre significative spinte inflazionistiche in vista. “La situazione è migliorata, grazie soprattutto alle iniezioni di fondi senza precedenti effettuate nell’economia dalle banche centrali e dalle autorità pubbliche, ma la debolezza dell’economia continuerà ad avere ripercussioni negative sull’occupazione e sulle finanze pubbliche. Occorre continuare a mettere in atto le misure di rilancio annunciate per quest’anno e per il 2010; dobbiamo inoltre accelerare il riassesto del settore finanziario in modo da assicurare che le banche siano pronte a concedere prestiti a condizioni ragionevoli non appena le imprese e le famiglie riprenderanno ad investire. È altresì necessario definire una strategia di ‘uscita’ chiara, credibile e coordinata per riportare progressivamente le finanze pubbliche sulla via della sostenibilità e trovare le risorse necessarie per aumentare il potenziale occupazionale e di crescita dell’Europa”, ha dichiarato il commissario europeo agli affari economici e monetari Joaquín Almunia. Durante l’estate l’economia mondiale ha cominciato a stabilizzarsi, anche in seguito a importanti interventi sul piano politico. Grazie alle migliori condizioni finanziarie, la caduta del Pil dell’Ue è significativamente rallentata durante il secondo trimestre (passando da -2,4% nel primo trimestre 2009 a -0,2% su base trimestrale). Col ciclo delle scorte ad un punto di svolta e la fiducia in ripresa in quasi tutti i settori e Paesi, le previsioni a breve termine sono favorevoli. Sulla base di tali andamenti, le previsioni della Commissione hanno rivisto leggermente al rialzo le proiezioni di crescita per il secondo semestre di quest’anno. Tuttavia, a causa di revisioni al ribasso di precedenti stime per il 2008 e per il primo trimestre del 2009, il tasso di riduzione del Pil previsto per l’intero 2009 rimane nel complesso invariato al 4% sia nell’Ue sia nell’area dell’euro. Il calcolo è stato effettuato sulla base delle proiezioni aggiornate per la Francia, la Germania, l’Italia, i Paesi Bassi, la Polonia, la Spagna e il Regno Unito, che insieme costituiscono circa l’80% del Pil dell’Ue. Condizioni esterne sempre più favorevoli - L’economia mondiale non è più in caduta libera. I dati recenti sugli scambi, sulla produzione industriale nonché sulla fiducia delle imprese e dei consumatori sono incoraggianti. L’asia, continente emergente, sembra trainare la ripresa. La crescita in Cina rimane solida, mentre anche negli Stati Uniti la contrazione si è stabilizzata. Si prevede che il pacchetto di stimolo e le esportazioni nette consentiranno agli Stati Uniti di ritrovare una crescita positiva dal terzo trimestre in poi. Globalmente, l’aggiornamento prevede per il 2009 un calo del Pil ridotto della metà, dal -1,4% delle previsioni di primavera al -0,7%. Ma la durata della ripresa mondiale e i tratti che assumerà sono ancora circondati da grande incertezza. Guardando all’Europa, esistono motivi per essere moderatamente ottimisti circa le previsioni a breve termine. Oltre al miglioramento del contesto esterno e a condizioni di finanziamento più favorevoli, sia il consumo privato che quello pubblico hanno tenuto bene, mentre la correzione delle scorte sta proseguendo e gli indicatori ad alta frequenza indicano una certa ripresa nei trimestri a venire. Ciò è dovuto in parte a misure di stimolo considerevoli, alcune delle quali dovranno ancora essere attuate più in là quest’anno in diversi Stati membri. L’impatto della crisi sui mercati del lavoro e sulle finanze pubbliche non si è tuttavia ancora fatto sentire a pieno, mentre l’aggiustamento dei mercati immobiliari continua a frenare gli investimenti nel settore dell’edilizia in diversi Paesi. La ripresa potrebbe dunque risultare volatile e al disotto del previsto. Inflazione ora ai minimi livelli - Nel primo semestre 2009 il tasso di inflazione dei prezzi al consumo è calato, raggiungendo in luglio il minimo di 0,2% nell’Ue (-0,7% nell’area dell’euro), spinto al ribasso soprattutto dall’inversione delle scorse impennate dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari. Ma con la prossima fine di tale effetto e con i prezzi delle materie prime in rialzo, si prevede che il tasso di inflazione aumenterà verso fine anno. Non si avvertono spinte inflazionistiche interne, dal momento che l’economia rimane sostanzialmente debole e la crescita dei salari dovrebbe rallentare. Nell’insieme, le previsioni riguardo all’inflazione nel 2009 rimangono invariate rispetto a quelle di primavera, che la davano allo 0,9% nell’Ue (0,4% nell’area dell’euro). Valutazione dei rischi - I rischi che gravano sulle previsioni di crescita per il 2009 sembrano nel complesso compensarsi. Se da una parte non si possono escludere ulteriori fenomeni di retroazione negativa tra un settore immobiliare in lenta ripresa e un settore finanziario ancora fragile, dall’altra gli interventi pubblici potrebbero risultare più efficaci del previsto nel sostenere la domanda, migliorare il clima e ripristinare la solidità del settore finanziario. Anche i rischi che pesano sulle prospettive in materia d’inflazione sembrano in gran parte compensarsi. L’aumento dei prezzi delle materie prime e il miglioramento delle condizioni economiche suggeriscono rischi di un’inflazione più elevata rispetto alle previsioni, controbilanciati da un’economia fortemente in ristagno che potrebbe tenere a bada l’inflazione più del previsto. .  
   
 

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