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Notiziario Marketpress di Venerdì 18 Settembre 2009
 
   
  MODENA, CARPI, SASSUOLO: AL VIA IL FESTIVALFILOSOFIA SULLA COMUNITá

 
   
  Dal 18 a domenica 20 settembre Modena, Carpi e Sassuolo propongono lezioni magistrali, mostre, concerti, film, giochi e cene filosofiche. Tra i filosofi protagonisti della giornata di apertura Givone, Shiva, Cacciari e Bodei. Spettacoli e performance di David Riondino, Vinicio Capossela, Giorgio Comaschi Lezioni magistrali, mostre, spettacoli, rassegne di film, letture, giochi per bambini e cene filosofiche. Sono quasi 200, e tutti gratuiti, gli appuntamenti del nono festivalfilosofia di Modena, Carpi e Sassuolo, dedicato quest’anno al tema della comunità e in programma da venerdì 18 a domenica 20 settembre in 40 luoghi diversi delle tre città. Il festival si apre venerdì con grandi nomi: Sergio Givone, Vandana Shiva, Massimo Cacciari, Remo Bodei, Michelangelo Bovero sono alcuni dei filosofi che propongono le loro lezioni magistrali. Ricco anche il programma di eventi collaterali: il calendario appuntamenti con artisti importanti come David Riondino, Vinicio Capossela, Giorgio Comaschi. Programma filosofico - Venerdì mattina sono previste cinque lezioni magistrali: Sergio Givone, professore di Estetica, affronta il tema della libertà come diritto fondamentale (Modena, Piazza Grande, 11. 30); Enrico Berti, autorevole studioso di Aristotele, discute delle radici classiche dell’amicizia e mostra come questa fosse per i greci una sorta di virtù politica su cui costruire il bene comune (Carpi, Piazzale Re Astolfo, 10. 00); lo storico delle religioni Giovanni Filoramo approfondisce il ruolo della “religio” nel mondo romano (Carpi, Piazza Garibaldi, 11. 30); Mario Vegetti parla di “comunanza” e di variazioni della comunità fra Platone e Aristotele (Sassuolo, Piazzale Avanzini, 10. 00); ai princìpi e alle regole della democrazia è dedicata la lezione di Michelangelo Bovero, erede del magistero di Norberto Bobbio (Sassuolo, Piazzale Avanzini, 11. 30)! . Il programma filosofico del festival si arricchisce quest’anno della nuova sezione “la lezione dei Classici”: eminenti esperti commentano i testi che hanno maggiormente segnato la riflessione sulla questione della comunità, da Agostino a Derrida, da Schmitt a Marx, da Hobbes a Arendt. Comincia Wolfgang Schluchter approfondendo alcuni passi di “Comunità e società” di Ferdinand Tönnies, l’opera che ha segnato uno spartiacque nella discussione novecentesca su questi temi (Modena, Chiesa di S. Carlo, 10. 00). Nel pomeriggio Roberto Esposito esamina l’opera che ha inaugurato la riflessione moderna sulla politica, cioè il “Leviatano” di Thomas Hobbes (Carpi, Biblioteca Loria, 18. 30), mentre Maurizio Ferraris commenta le “Politiche dell’amicizia” di Jacques Derrida, una della più avanzate istanze sul ruolo del dono nelle culture (Sassuolo, Palazzo Ducale, 18. 30). Letture, teatro e performance - Non poteva mancare un omaggio ad Antonio Delfini, scrittore modenese, che dal suo angolo di provincia ha tratteggiato i costumi del tempo in un modo tutto speciale, che insiste sulla “vita idiota di tutti i giorni”, sugli umori e le pose insensate e comuni. Gianni Celati, narratore a sua volta dei “costumi degli italiani”, alle 21. 30 nel chiostro di Palazzo Santa Margherita a Modena dà voce ai Diari delfiniani, che definisce come “montaggi di reliquie, il cui valore non sta nell’essere cose speciali, ma nell’essere il niente di speciale, il qualsiasi in disuso”. Ma messe insieme queste reliquie fanno affiorare la “transitorietà di tutto il disponibile quotidiano” (Modena, Palazzo Santa Margherita, 21. 30). Comunità fa rima con epica. Un luogo in cui convergono i grandi miti, le narrazioni collettive affidate alla tradizione orale, che si sono sedimentate nella memoria comune e anche gli eroi della storia nazionale. Qui ritroviamo Giuseppe Garibaldi, il popolarissimo “eroe dei due mondi”, che fu generale e anche poeta. Ferito all’Aspromonte, ebbe una lunga convalescenza che utilizzò infatti per scrivere un poema autobiografico dove racconta le proprie gesta, tutta l’impresa americana e tutta l’impresa dei Mille. Integrando i versi del poema con brani dell’autobiografia in prosa, David Riondino recita il “Poema di Garibaldi”, alle 21. 30 a Modena, in Piazza Sant’agostino. Accompagnato dalla banda cittadina che intona opere e marcette, Riondino dà voce ad alcuni momenti sentimentali, come nei versi che raccontano la morte di Anita, oppure accompagna gli spettatori tra i bagliori delle battaglie. “Le musiche - spiega Riondino - saranno le arie che Garibaldi aveva in mente e nel cuore: la fanfara, la banda, e i temi d’opera che accompagnano il viaggio di Garibaldi. Temi ampiamente presenti nei repertori delle bande popolari, e non a caso: il dna della musica nazionale, che si ritrova nelle bande, ha radici anch’esso risorgimentali” (Modena, Piazza Sant’agostino, 21. 30). A Carpi, a partire dalle 22. 00, Vinicio Capossela presenta il suo reading musicale “Comunità ri-conosciute”, ideato appositamente per il festival e ispirato alla vita di provincia, alla quotidianità nelle piccole cittadine. “Mi ha sempre attirato la letteratura della piccola comunità - spiega Capossela - Le Spoon River dei vivi, come per esempio i “Racconti dell’Ohio” di Sherwood Anderson, o “Il bosco di latte” di Dylan Thomas. Storie che definiscono una comunità partendo dalle individualità che la compongono. La comunità definisce l’individualità e la delimita, ma al tempo stesso la riconosce, non l’annulla come accade nella dimensione di anonimato della metropoli (…). Io sono cresciuto all’ombra di una torre di fornace, in una frazione di Scandiano che, con la sua miniera di gesso e la fabbrica di laterizi, ricordava, nella mia immaginazione, quei villaggi di minatori inglesi (…). Su questo senso di Comunità, vissuta e narrata, verterà il mio intervento al festivalfilosofia di quest’anno” (Carpi, Piazza Garibaldi, 22. 00). La storia di un altro uomo che ha cambiato il mondo viene raccontata dal giornalista e performer Giorgio Comaschi nello spettacolo “Quello della radio”, in occasione del centenario del premio Nobel per la fisica a Guglielmo Marconi. Un’antenna, un coherer e un campanello elettrico. Tutto iniziò così. Sua l’idea di collegare un sistema radiotelegrafico con una macchina Morse scrivente. Sua anche l’idea delle trasmissioni a fascio di onde corte e la creazione di ricetrasmittenti per le navi, gli aerei e per le operazioni di terra in tempo di guerra. Ma non c’era solo quel Marconi, quello che ha cambiato la nostra vita. “C’era anche un Marconi diverso, sconosciuto, con i difetti degli umani”. Giorgio Comaschi lo racconta al pubblico, come in un reportage giornalistico, con immagini e filmati recuperati al meraviglioso Archivio della Fondazione Marconi (Sassuolo, Teatro Carani, 21. 00). Musica - Sono i Cantori Gregoriani, uno tra i migliori ensemble italiani, ad aprire i grandi appuntamenti musicali del festivalfilosofia, nel Duomo di Modena. Proprio della liturgia romana, il gregoriano è un canto sacro e solenne che affonda le radici nei primi secoli cristiani e in cui ogni voce canta all’unisono. Dal vasto repertorio della tradizione, i Cantori hanno selezionato un percorso ritmato dalle tappe dell’incarnazione di Cristo – nascita, passione, resurrezione – il cui punto di arrivo è la communio, la comunione dei santi (Modena, Duomo, 21. 00). Esistono melodie che accomunano ormai tutto il mondo e che accompagnano, o perseguitano, le persone per tutta la vita, come una perpetua colonna sonora. Difficile liberarsi da questi stereotipi, veri e propri non-luoghi musicali in cui è facile imbattersi anche in luoghi o paesi lontani dalla nostra cultura. Il concerto “Happybirthday!”, alle 21. 00 a Carpi, nella Sala delle Vedute di Palazzo dei Pio, è una rielaborazione di temi musicali, jingle o melodie condivise da ogni paese del globo. Una rilettura in chiave etnica può trasformare un banale tema in una sorprendente traslazione, mediata dalla cultura musicale orientale o comunque da un gusto musicale lontano dalla sensibilità occidentale (Carpi, Sala delle Vedute di Palazzo dei Pio, 21. 00). Cinema - Comunità è libertà o costrizione? Dove comincia e dove finisce la libertà del singolo all’interno di una collettività? Due rassegne cinematografiche, a Modena e Sassuolo, affrontano da vicino questa tematica portando sullo schermo pellicole di ieri e di oggi. “L’analisi minuziosa dei meccanismi di funzionamento di realtà chiuse, delle logiche che governano la vita di comunità isolate o separate rispetto a un contesto sociale più vasto” questo, come ha scritto il filosofo Umberto Curi, è il fulcro attorno al quale ruota tutto il cinema di Peter Weir. In collaborazione con curata l’Associazione Circuito Cinema, il festivalfilosofia ne presenta una retrospettiva quasi completa, curata da Alberto Morsiani: 8 delle 13 pellicole girate, fra cui alcune inedite in Italia, saranno proiettate nelle tre serate a Modena, all’Ex Ospedale Sant’agostino e al Cinema Truffaut. Venerdì sera sono in programma Le macchine che distrussero Parigi del 1974 (ore 22. 00) e The Plumber del 1980 (ore 23. 45). Sassuolo dà il proprio contributo cinematografico al nono festivalfilosofia, attraverso la rassegna “Cinecomunità”, curata anch’essa da Alberto Morsiani: sei film che approfondiscono realtà sociali molto diverse tra loro ma ben caratterizzate al loro interno. Nella Casa nel Parco di Sassuolo la rassegna si apre venerdì sera con Furore del 1940 (ore 20. 30) di John Ford: travolta dalla Grande Depressione degli anni ’30, una piccola comunità di agricoltori dell’Oklahoma è costretta ad abbandonare la vecchia casa e a fuggire verso la fertile California, “terra promessa”, per trovare lavoro e un posto dove stare. Si prosegue con Gangs of New York del 2002 (ore 23. 00) di Martin Scorsese: nella New York di metà 800, una cruenta battaglia tra gang sancisce il trionfo di Billy the Butcher (Daniel Day-lewis), capo dei nativi americani, e la morte di Padre Vallon, protettore degli emigrati. A distanza di anni, il figlio di questi, Amsterdam (Leonardo Di Caprio), esce dal riformatorio con l’intenzione di vendicare il padre. Mostre e installazioni - Con il festivalfilosofia inaugurano ben 27 esposizioni che mettono in mostra la comunità, fotografano le epoche, catalogano gli umani, rendono omaggio agli eroi: sono tutte gratuite e aperte nei tre giorni della manifestazione. Ecco le mostre proposte dagli istituti culturali di Modena, Carpi e Sassuolo. Cinque silenziose statue di bronzo accolgono il visitatore che si affaccia all’Atrio del Palazzo dei Musei di Modena. Il loro profilo arcaico e intemporale, lo sguardo privo di soggettività, l’enigmatica fissità dei gesti, l’ordine composto come in una rappresentazione cerimoniale ne segnalano subito il carattere simbolico e corale. Sono i “Testimoni”, fra le opere più alte di Mimmo Paladino che il festival ha voluto convocare come icona della comunità, rinnovando e arricchendo l’amicizia che lega questo artista con la città di Modena. La collocazione dei “testimoni” nell’Atrio del Palazzo dei Musei, in dialogo straordinariamente espressivo con i resti classici del Lapidario, è stata resa possibile dalla collaborazione con Confindustria Modena. Un viaggio per immagini partendo dalle piccole città, teatri dove si mettono in scena parole, gesti e valori comuni, in una sorta di etnologia del passato prossimo della provincia italiana. E’ questa la nota ispiratrice di un trittico di mostre fotografiche allestite nella sede di Modena in occasione del festivalfilosofia. La prima “Modena, dagli anni Venti al Dopoguerra”, presso la Biblioteca Civica d’Arte Luigi Poletti, raccoglie gli scatti d’epoca della collezione Umberto Tonini: testimoni e attori sono qui le piazze e i muri della città su cui sfilano - come su uno schermo - parole, messaggi, immagini dipinte e incollate che segnalano e commentano gli eventi della grande e piccola storia collettiva. Il decennio successivo è raccontato nella mostra “Anni ‘50: Modena e l’Italia della rinascita”, realizzata dal Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e allestita nei rinnovati locali dell’Ex Ospedale Sant’agostino. Oltre 100 scatti in cui tute e divise, Vespe e Lambrette, le mitiche utilitarie Fiat, balere, corriere e cucine economiche si mostrano come veri e propri emblemi di una rinascita che non fu solo di Modena, ma dell’intero Paese. Con un balzo verso il presente, la mostra di Olivo Barbieri “Site specific_Modena 08”, presso la Galleria Civica, misura tutta la distanza percorsa: con uno sguardo eccentrico, già intriso degli sky-lines delle metropoli e delle global cities, l’autore osserva la città da un elicottero e ne restituisce un paesaggio a doppio fuoco: i quartieri edificati risultano virati come modelli disegnati a china, mentre affondi quasi pittorici vi catturano il gesto e la presenza di una umanità varia e nuova per provenienza e per costumi. Lo sguardo eccentrico e alieno da ogni intento pittoresco caratterizza anche le opere fotografiche di Andreoni, Campigotto, Ferrero Merlino, Pirito, Rivetti, Thorimbert, esposte in “Due”, la mostra dedicata al secondo nucleo di acquisizioni della Collezione di fotografia contemporanea della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Il percorso espositivo – oltre 80 opere collocate negli spazi dell’Ex Ospedale Sant’agostino – presenta paesaggi naturali resi come artifici, algide indagini in luoghi di tradizione, scarti di vite ordinarie e individui che osservano il deserto del reale chiusi nella loro particolare bolla protettiva. Non la società italiana, ma quella americana con i suoi paradossi, miti e ideologie è il campo d’indagine della mostra “Christian Holstad. I Confess”, prima personale italiana dell´artista americano che alla Galleria Civica di Modena si “confessa” in una ideale via crucis dove scultura, disegno, collage e assemblage si sommano in un personalissimo riciclo di icone, ideologie e oggetti del recente passato statunitense. La Galleria Civica propone anche la mostra di Ana Maria Bresciani “Omnia Vincit Labor”. Uno strumento di animazione dal nome tanto complicato quanto evocativo, il fenachistoscopio, una sorta di lanterna magica da cui è discesa l’invenzione del cinematografo, consente ai visitatori di interagire con una serie di immagini, tra cui la riproduzione di un quadro anonimo rinvenuto dall’artista nell’archivio del Patronato dei Figli del Popolo: una figura femminile, icona della Patria italiana, che accoglie al suo cospetto alcuni ragazzi in divisa, segno della dignità del lavoro (Omnia Vincit Labor) e del ruolo educativo e disciplinare che esso rivestiva nella cultura post-unitaria. Misurazioni antropometriche, rappresentazioni “segnaletiche” fondate sulla fisiognomica, assimilazione dei tratti somatici a caratteristiche razziali portatrici di un giudizio di valore: nelle figurine tra ‘800 e ‘900 si visualizzano le trasformazioni di una cultura scientifica che stava includendo la razza nella cornice dell’evoluzionismo e gli usi di un pensiero sociale che assumeva connotati spesso apertamente razzisti. Quasi 800 se ne possono ammirare al Museo della figurina, dove la mostra People. Il catalogo degli umani fra ‘800 e ‘900 ripercorre come in una vera e propria enciclopedia il catalogo delle popolazioni allora conosciute, secondo piste di lettura che sottolineano la geografia delle razze, la specificità dei costumi e i paradigmi della classificazione (Modena, Museo della Figurina e Museo Civico Etnologico). La mostra “Recto – Verso”, presso la Biblioteca Estense Universitaria, riflette la storia della Biblioteca e del suo patrimonio dall’apertura al pubblico (1764) fino ai giorni nostri. Documenti dell’archivio della Biblioteca, lettere, ritratti di bibliotecari, opere a stampa costituiscono un breve excursus sull’origine della raccolte e sul percorso compiuto per giungere alla maturazione del concetto di “apertura”. I Musei Civici di Modena rendono omaggio a Garibaldi con la mostra “La stanza dell’eroe” che raccoglie come in una camera delle meraviglie le sue “reliquie laiche”: oggetti toccati o appartenuti al Generale, cimeli sorprendenti come quelli che costellarono la penisola di piccoli sacrari devozionali, portatori della nuova religiosità patriottica (Palazzo dei Musei - Musei Civici). A Carpi Ascanio Celestini è l’autore dell’installazione “Oggetti smarriti”, presso il Museo del Deportato di Carpi: premendo un tasto, i poveri oggetti raccontano al visitatore la propria storia. “Il dilettevole giuoco dell’oca e la sua storia” è la mostra allestita a Palazzo dei Pio e presso la Torre dell´Uccelliera, sempre a Carpi: preziose tavole originali della Raccolta Bertarelli di Milano e del collezionista Piergiuseppe Piersanti documentano la storia di questo gioco antichissimo, le figure e i temi delle diverse caselle, il legame con la storia e col costume e anche la correlazione con altri giochi moderni di percorso. A Sassuolo presso la Galleria Paggeriarte la videoinstallazione di Daria Menozzi “Moltitudine pubblica#1” allestisce i volti dei singoli che formano la comunità e, specificamente, quella di Spilamberto, in un montaggio che attraversa generazioni e culture. Ogni anno il festivalfilosofia ha prodotto un’immagine ufficiale che ha interpretato in modo creativo il tema dell’edizione. Diffusa sul sito web e sui muri delle città nei giganteschi manifesti 6x3, questa immagine ha rappresentato il festival e la sua volontà di comunicare il sapere in forme inconsuete e popolari. La mostra “Manifestival” che arreda le pareti del grande corridoio dell’Ospedale di Sassuolo riunisce tutte queste immagini e porta il segno del festival anche a chi non può ritrovarsi quest’anno assieme agli altri nelle piazze della città. Alle mostre proposte dagli istituti culturali di Modena, Carpi e Sassuolo, si affiancano 15 esposizioni ideate dalle gallerie d’arte private delle tre città. Per consultare l’elenco completo delle gallerie d’arte private che espongono per il festivalfilosofia e le schede relative a ciascuna mostra basta andare sul sito www. Festivalfilosofia. It nella sezione “mostre e installazioni” e di qui cliccare in fondo alla pagina sul link “Le gallerie d’arte per il festivalfilosofia”. Tra queste segnaliamo, a Modena, “Community Face”, proposta da Betta Frigieri Arte Contemporanea è la riflessione di Antonio Riello sul tema della comunità cittadina: due maschere in cartone raffigurano i volti di due emiliani “medi”, i cui tratti somatici si sono fusi con quelli di varie comunità etniche presenti a Modena, africane e orientali. I visitatori, durante le tre giornate del festival, sono invitati a indossare la riproduzione di queste maschere come segno di appartenenza, seppur temporanea, alla città Modena. I “Piccoli Ulisse” dell’artista argentina Silvia Levenson, proposti nell’Open space della Galleria San Salvatore viaggiano con canotti neri e remi di vetro: rappresentano alcuni dei tanti clandestini fatti sbarcare in un paese sconosciuto o prima ancora persi per mare e fanno riflettere sulla fragilità stessa del viaggio e dei nostri strumenti di salvezza. Nella stessa galleria anche “Doppio gioco” di Mauro Ghiglione. Esistono luoghi in cui la comunità ha depositato, conserva e tramanda le proprie memorie. Alla Galleria D406, nella mostra personale del modenese Andrea Chiesi “Comunità di memoria. I luoghi”, l’artista rappresenta con pitture a olio gli archivi storici e le biblioteche della città, colti nella suggestione di spazi vuoti, essenziali. Completano la mostra un centinaio di disegni che ritraggono la comunità come insieme indistinto di tante figure umane. Alla Galleria Studio Vetusta l’artista Gilda Scaglioni partecipa alla riflessione sulla sulla memoria con la mostra "77: maramures, sapànta, cimitirul, vesel" curata da Patrizia Silingardi e Sonia Schiavone, con la consulenza di Adriana Jebeleanu. Il titolo dell’esposizione deriva da un remoto distretto della Romania: Maramures, dove si trova il Cimitirul Vesel della cittadina di Sãpanta, creato tra il 1934 e il 1977 dall’artista Joan Stan Patras: un cimitero fuori dell’ordinario in cui, attraverso la profusione cromatica e l’ironia degli epitaffi, vengono celebrate l’allegrezza e la gioia. Numerose le personali: Sabrina Miconi espone i suoi coloratissimi “Pinocchi and Friends” presso la Galleria Punto Arte; i collages e i diapo-collages di Dominique Vaccaro sono in mostra alla Galleria Amphisbaena; le tele di Mattia Scappini, dedicate ai “Confini passanti” sono esposte nella Galleria di Francesca Castelli. Non mancano anche originali proposte “collettive”: la Galleria 42 Contemporaneo presenta Ottomani (Mattia Barbieri, Jorg Nittenwilm, Adriana Jebeleanu e Stefano Pasquini), un collettivo che lavora in sito a un’opera comune, mentre la Galleria Art Eqyp propone unità. Com (Mauro Barbieri, Grazia Sarcina, Arnaldo Vignali, Francesca Pasquali e Bruno Pegoretti), una simultanea di artisti che incrociano diversi orientamenti stilistici. A indirizzo storico ricostruttivo è infine la mostra “Le comunità spontanee. Modena 1969 – 1999”, che la Galleria Spazio fisico dedica ai tempi mitici dell’Osteria Tondelli. A Carpi, presso la Galleria Abitart, Barbara Uccelli propone una riflessione sull’undicesimo comandamento, ossia la necessità dell’amore. E’ il tema dell’esposizione “11th commandment”: la mostra fotografica ne indaga l´istinto, la forza, la disperazione e la semplicità. Sempre l’amore, ma quello per il nostro pianeta, è al centro delle fotografie di Aldo Meschiari, esposte presso la Galleria d’Arte Soho di Carpi nella mostra “Obiettivo Terra”. Il pianeta è un bene comune, una risorsa da preservare a uso delle generazioni future, ma anche un patrimonio visuale. A Sassuolo, presso i Magazzini Criminali in piazzale Gazzadi, il fotografo Fabio Boni espone "Dentro le case con le persone" a cura di Luiza Samanda Turbini. La mostra riporta alla vista ritratti familiari normalmente presenti nelle case di ciascuno di noi: alcune di queste fotografie sono esposte e visibili tutti i giorni, sui mobili, accanto al letto, sulle vetrine, nei soggiorni. Container Art Gallery propone “Connections” mostra di Stefano Fioresi e Patrizia Giacobazzi: i soggetti delle opere esposte sono tratti da foto scattate durante viaggi di ricerca, nel caso di Fioresi, e a Sassuolo, suo paese natale, nel caso della Giacobazzi. In mostra anche l’installazione “Sogno di un Avatar”, di Alessandro Zannier, ispirato al suo nuovo album “Le Notti Di Oz”. Giochi e laboratori per tutti - Al festivalfilosofia sono previsti momenti dedicati a grandi giochi di gruppo, non solo nelle piazze e lungo le strade delle tre città, ma anche in rete. E’ il caso di “I Fric Son Chic”: caccia al tesoro online per gli under 35 in programma venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 settembre dalle 21. 00 alle 23. 00, appuntamento ormai immancabile di ogni edizione del festivalfilosofia. Quest’anno i riflettori sono puntati su coloro che vengono additati, scherniti e spesso allontanati dalla comunità: i freak, come il titolo della pellicola di Todd Browning in cui i protagonisti erano proprio persone “fuori dalla norma”. Ogni sera i partecipanti potranno testare le proprie conoscenze e abilità di navigatori informatici rispondendo a domande curiose e divertenti, tutte riguardanti il folle mondo dei maccheronicamente ribattezzati “Fric”. Il gioco è virtuale, ma mette in palio premi reali: un viaggio di sette giorni in Grecia, un fine settimana per due persone in una città a scelta tra Parigi, Londra o Barcellona, weekend per due in una città d´arte italiana. Ma anche iPod, cd e gadget. Le iscrizioni sono già aperte sul sito www. Fricsonchic. Carpidiem. It Non manca neppure un laboratorio di tatuaggi: i simboli Adinkra derivano dalla antica tradizione africana di decorazione delle stoffe del popolo Ashanti. Ad essi sono dedicate le installazioni realizzate da un gruppo di studenti dell´Istituto d´Arte Venturi per il Museo della Figurina in occasione della mostra People. Il catalogo degli umani tra ´800 e ´900: un contrappunto creativo ai contenuti delle immagini dedicate ai popoli. Venerdì sera a Modena chi lo desidera può scegliere un simbolo con il quale farsi fare un tatuaggio temporaneo (Modena, Palazzo Santa Margherita, dalle 18. 30 alle 20. 30). Per i più piccoli - La cultura pellerossa insegna che la vita di ogni comunità è legata a nove animali totem che assistono e aiutano le persone donando loro il proprio potere. “Totem e tribù” è un’animazione teatrale e laboratorio per bambini da 6 ai 10 anni, a cura di Nicoletta Rinaldi e Stefano Cardillo, che venerdì 18 e domenica 20 settembre dalle 15. 30 alle 17. 00 fa rivivere i miti e le leggende dei nativi d’America a Modena, nel cortile Berengario presso l’ex Ospedale Sant´agostino. La leggenda del grande bisonte bianco viene teatralizzata davanti al pubblico come durante un rito sacro della comunità pellerossa. All’animazione teatrale segue un laboratorio dove ogni bambino costruisce con la creta il proprio animale totemico. Dipinti con i segni distintivi della comunità, i ragazzi allestiscono quindi il grande albero totem, lo decorano e, con giochi di percussione e strumenti elementari, danno vita ai ritmi e alla danza rituale per salutarlo e ringraziarlo. L’esperienza si conclude con l’accoglienza dei genitori, l’esecuzione davanti a loro della lettura dei divieti che la tribù dei bambini decreta alla comunità degli adulti (Modena, ex Ospedale Sant´agostino, 15. 30). Al festivalfilosofia i personaggi importanti dei libri di storia diventano più simpatici: “Garibaldi…sei un mito!” è una narrazione per ragazzi dai 7 ai 12 anni in cui Marco Bertarini racconta gli episodi più avventurosi della vita di Garibaldi. L’appuntamento è a Modena, presso il Palazzo dei Musei, venerdì 18 settembre a partire dalle 20. 30 e prosegue sabato 19 settembre, con i laboratori su prenotazione, dalle 15. 00 alle 16. 30 e dalle 17. 30 alle 19. 00 per costruire i due soldatini “di piombo” raffiguranti Garibaldi e la sua Anita (Modena, Palazzo dei Musei, 15. 00). Nel caso in cui le previsioni del tempo emesse oggi pomeriggio indichino pioggia, verrà inviato un comunicato stampa sugli eventuali spostamenti degli appuntamenti in strutture coperte. Infoline: Consorzio per il festivalfilosofia, tel. 059/2033382 e www. Festivalfilosofia. It .  
   
 

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