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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Settembre 2009
 
   
  FEDERALISMO. FORMIGONI: TEMIBILE? SOLO PER I MALGOVERNI DIALOGO CON CAPPELLACCI E BASSOLINO SULL´AUTONOMIA FISCALE COSTO STANDARD MISURA DI EFFICIENZA - L´ESPERIENZA LOMBARDA

 
   
  S. Margherita di Pula/ca, 21 settembre 2009 "Il federalismo fiscale non è affatto un modo sistema per avvantaggiare i più forti: al contrario, è un mezzo virtuoso per il rinnovamento dell´intero Paese". Lo ha detto presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nella sua relazione al convegno-cenacolo su "L´attuazione del federalismo fiscale: problemi e prospettive", organizzato per oggi e domani a Santa Margherita di Pula (Cagliari) dal Centro Studi Giuridici per l´Integrazione Europea "Diritti e Libertà" e dalla Fondazione Europa e Civiltà. Un cenacolo, appunto, di personalità di primo piano della politica (Formigoni ha dialogato in particolare con i presidenti della Sardegna, Ugo Cappellacci, e della Campania, Antonio Bassolino) e della Magistratura (Vincenzo Carbone, primo presidente della Corte di Cassazione; Antonio Martone, avvocato generale della Corte di Cassazione; Oscar Fiumara, avvocato generale dello Stato, per citare solo alcuni nomi tra i numerosissimi). Per Formigoni il federalismo deve essere "solidale, unitario ed autentico, cioè anche competitivo"; soprattutto "deve dare risultati positivi per il cittadino, perché questo alla fine è quello che conta: maggior trasparenza, più efficienza nei servizi, minori costi, minor carico fiscale". E´ il percorso, ha ricordato Formigoni, che le Regioni hanno iniziato nel 2001, portato all´attenzione del Governo nel 2007 e ancora nel 2008: "di questo percorso - ha detto il presidente lombardo - la legge delega sul federalismo fiscale è figlia". Una legge che ha il merito, tra l´altro, di aver sostituito il vecchio criterio della spesa storica con quello del costo standard. "Non si vede perché - ha spiegato Formigoni, facendo un esempio concreto - una sacca di sangue debba costare anche 5-10 volte di più in certe zone del Paese rispetto ad altre". "Per chi il criterio del costo standard può essere temibile? Non per le Regioni del Sud contrapposte a quelle del Nord, o per le piccole contrapposta alle grandi. E´ temibile solo per una cattiva amministrazione, dovunque essa si collochi. Infatti il costo standard è un misuratore dell´efficienza e anche dell´onestà dell´azione di governo". Per Formigoni dunque è ora necessario applicare sino in fondo il federalismo fiscale. Il suo avvio già dimostra fattori importanti di positività per il Paese: è una riforma a costo zero (nel senso che non introduce ulteriori oneri), abolisce - come detto - il criterio inefficiente della spesa storica e introduce il costo standard delle prestazioni, spinge a comportamenti virtuosi e quindi al superamento del divario tra Nord e Sud, costringe la macchina pubblica a sburocratizzarsi. Ma è altrettanto urgente "sciogliere alcuni nodi ancora irrisolti: il ridisegno della finanza statale (il criterio del costo standard deve valere anche per lo Stato non solo per gli Enti locali), l´attribuzione della piena autonomia finanziaria degli enti territoriali, una vera organizzazione della finanza locale su base regionale, una vera efficacia dei sistemi premianti". Formigoni ha anche illustrato l´esperienza lombarda. Questa Regione, esercitando fino in fondo e non da ora tutte le proprie competenze autonome e la logica del federalismo, ha realizzato novità rilevanti nel campo della sanità (centralità del cittadino e libertà di scelta), della scuola e formazione (con la Dote scuola e la Dote lavoro), delle infrastrutture e dei trasporti (con la creazione di società regionali in grado di ridurre costi e tempi di realizzazione delle opere), degli ammortizzatori sociali (con l´introduzione del quoziente familiare), della contrattazione decentrata. .  
   
 

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