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Notiziario Marketpress di Martedì 22 Settembre 2009
 
   
  CRISI ORTOFRUTTA: “SERVE UNITÀ D’INTENTI NEL SETTORE” BATTELLI (CIA EMILIA ROMAGNA) INVITA LA FILIERA AD UNA MAGGIORE COESIONE E PROPONE MODIFICHE AD ALCUNE MISURE DELL’OCM, ORGANIZZAZIONE COMUNE DI MERCATO

 
   
   “Per uscire dalla crisi dell’ortofrutta serve unità d’intenti nel settore”. E’ l’appello di Nazario Battelli , presidente della Cia Emilia Romagna, che invita la filiera ad una maggiore coesione. “E’ importante recuperare l’unità di azione fra le diverse componenti della filiera ortofrutticola – dice Battelli – oltre che mantenere il proficuo rapporto con la Regione e farci carico di una forte azione sindacale che richieda gli interventi necessari ad un Governo colpevolmente sordo rispetto a queste tematiche e alla Comunità europea sempre poco sensibile nei confronti delle produzioni cosiddette mediterranee”. Secondo Battelli per i produttori agricoli sarà l’ennesima campagna in rimessa in quanto, con i prezzi irrisori, si potrà coprire appena la metà dei costi di produzione. La Cia chiede precisi impegni su pochi punti. “Serve un’immediata attivazione a livello comunitario di un percorso di modifica di alcune misure dell’Ocm – chiarisce - per rendere utile il sistema di gestione delle crisi, aumentando la flessibilità e le quantità dei ritiri di mercato attraverso la creazione di un apposito Fondo di intervento gestito in forma collettiva a livello di bacino produttivo territoriale. Inoltre vanno abbattuti i costi nelle imprese agricole (accise, credito, fiscalità, previdenza ecc. ), a partire dal rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale”. Tra le richieste anche l’aggiornamento e rifinanziamento della Legge 231/2005 per interventi urgenti a sostegno dei settori in crisi che, con l’aumento del cosiddetto “de minimis”, potrebbe più che raddoppiare i 5 milioni di euro ottenuti dai coltivatori di pesche romagnoli per la crisi del 2004. “Auspichiamo l’ armonizzazione delle aliquote previdenziali e fiscali gravanti sul costo del lavoro agricolo all’interno dell’Unione Europea, senza intervenire sui salari percepiti dai lavoratori, per garantire una corretta concorrenza sui mercati e l’istituzionalizzazione di tavoli di filiera regionali e nazionali, a partire dall’interprofessione ortofrutticola per dare concrete e durevoli soluzioni di effettiva valorizzazione della qualità e della distintività delle produzioni italiane. A questo proposito confermiamo il nostro giudizio positivo sull’accordo stipulato tra le Organizzazioni di produttori e le sigle della Grande distribuzione organizzata sul comparto delle pesche, ma siamo fortemente delusi dalle quantità esitate fin’ora”. Il tema rimane quindi di rispondere concretamente alla filosofia dell’accordo (un’equa distribuzione del valore lungo la filiera) destinando spazi sufficienti e riconoscibili in cui valorizzare, al giusto prezzo, i prodotti del territorio utilizzando le marche dei produttori locali. “Ma resta prioritario un cambiamento nella volontà e capacità di coordinamento complessivo delle Op - conclude Battelli - al fine di non disperdere un patrimonio produttivo, di economia diffusa e di cultura cooperativa che ha segnato lo sviluppo di uno dei più importanti distretti ortofrutticoli del mondo e dell’economia di una intera regione”. .  
   
 

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