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Notiziario Marketpress di Martedì 22 Settembre 2009
 
   
  LE ACQUE MARINE PRIMORDIALI POTREBBERO CHIARIRE LŽEVOLUZIONE CHIMICA DELLA TERRA

 
   
  Bruxelles, 22 settembre 2009 - I test sulla mistura chimica presente negli oceani più antichi della Terra, effettuati da alcuni ricercatori in Germania, evidenziano la presenza di un chiaro modello chimico nelle croste saline che potrebbe essere lŽelemento delle materie prime chimiche alla base della vita. La scoperta ha implicazioni importanti per gli studi che riguardano i pianeti che presentano caratteristiche analoghe a quelle della Terra, ma che orbitano attorno a stelle diverse dal Sole, e potrebbe addirittura avvalorare la teoria secondo la quale sarebbe possibile trovare forme di vita anche su altri pianeti. I risultati dello studio sono stati presentati il 17 settembre 2009 in occasione dellŽEuropean Planetary Science Congress (Epsc) dal dottor Stephan Fox dellŽUniversità di Hohenheim. QuestŽanno la conferenza è stata organizzata dallŽInfrastruttura di ricerca Europlanet, finanziata in riferimento al Settimo programma quadro (7° Pq), in collaborazione con lŽUnione europea delle geoscienze. I finanziamenti destinati a Europlanet ammontano a 6 milioni di euro. I ricercatori del Dipartimento di chimica bioinorganica e prebiotica dellŽUniversità di Hohenheim (Germania) hanno utilizzato una sofisticata strumentazione per lŽequilibrio termico al fine di riprodurre le temperature vulcaniche (che possono raggiungere i 350°C). Utilizzando questa apparecchiatura i ricercatori sono stati in grado di simulare i processi chimici che potrebbero essersi verificati lungo le coste vulcaniche durante lŽAdeano, periodo compreso tra 4,5 e 3,8 miliardi di anni fa. Inizialmente i ricercatori hanno provocato lŽevaporazione di soluzioni composte da acque marine primordiali, riprodotte artificialmente, per poi porre il residuo salato in unŽatmosfera di anidride carbonica (Co2) portata a temperature vulcaniche. "Abbiamo racchiuso lŽamminoacido Dl-alanina in una crosta di sale composta da sodio, calcio, potassio e cloruro di magnesio. Dopo aver proceduto al riscaldamento, abbiamo notato che si formava un composto in cui il sale di calcio si legava chimicamente allŽamminoacido", ha spiegato il dottor Fox. "È la prima volta che incontriamo questo particolare composto. Sebbene conoscessimo composti analoghi, non ci aspettavamo di incontrarli in questi esperimenti. Il legame che si forma tra il sale e lŽamminoacido stabilizza il composto alle temperature più elevate e ne previene la sublimazione. Senza questo legame, non potrebbe verificarsi la formazione di pirroli. " Gli esperimenti hanno dimostrato che "scaldando" il composto della crosta salata è possibile ottenere una spiegazione chimica di fondamentale importanza relativa alle molecole prebiotiche. La formazione di questo tipo di composti ha sorpreso gli scienziati poiché i pirroli si trovano nella clorofilla e nel gruppo eme, che è il componente che lega lŽossigeno nellŽemoglobina. Il dottor Fox ha chiarito che lŽobiettivo dellŽéquipe è arrivare allŽindividuazione delle piccole molecole che potrebbero rivestire un ruolo chiave in quella che viene considerata lŽipotetica fase successiva dello sviluppo chimico. "I risultati recentemente ottenuti dimostrano la possibile presenza di amminoacidi, peptidi e pirroli in questa fase dellŽevoluzione del Pianeta e la loro probabile funzione di componenti in questi composti" ha affermato. I ricercatori ritengono che gli amminoacidi, ovvero le sottounità chimiche delle proteine, potrebbero derivare dalle reazioni atmosferiche che si sarebbero verificate con i fulmini formatisi nelle nuvole di cenere vulcanica. Vi sono inoltre prove evidenti che dimostrerebbero come questi siano stati poi completati in seguito al contatto con comete e meteoriti. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Hohenheim: https://www. Uni-hohenheim. De/bac/ Infrastruttura di ricerca Europlanet: http://www. Europlanet-ri. Eu/ . .  
   
 

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