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Notiziario Marketpress di Martedì 22 Settembre 2009
 
   
  POPE. DAL SEGNO AL COLORE A VILLA CONTARINI, PIAZZOLA SUL BRENTA (PADOVA)

 
   
  Padova, 22 settembre 2009 - Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, "la Reggia delle Ville Venete", apre i suoi spazi al contemporaneo. La magnifica residenza, recentemente acquisita dalla Regione del Veneto, torna così ad una tradizione illustre che già negli anni Sessanta la vide ospitare artisti prestigiosi accanto a "nuove promesse" che sono oggi nomi internazionalmente affermati. Per l´avvio di questa nuova stagione di villa Contarini la Regione Veneto ha scelto Pope - Giuseppe Galli ( Portogruaro 1942): uno dei protagonisti della nuova ricerca pittorica. L´ampia monografica di Pope resterà allestita a Villa Contarini dal 26 settembre al 7 gennaio, per trasferirsi poi in una sede estera. Pittore particolarmente raffinato e rigoroso, via via capace, senza bisogno di ricorrere ad alcuna imitazione o riferimento esterno, di coltivare una sempre più articolata espressività, Pope può essere considerato uno tra i più creativi esponenti della cosiddetta Pittura Analitica, impostasi all´attenzione della critica e del collezionismo, in Italia e in Europa, a partire dagli Anni Settanta. L´esposizione, realizzata anche con il concorso del Gruppo Euromobil ed intitolata Pope. Dal segno al colore, presenterà una vasta e sceltissima antologia di dipinti - spesso di grandi dimensioni - dagli anni Sessanta ai giorni nostri. Con l´obiettivo di valorizzare l´opera di un artista ormai giunto alla piena maturità e che , pur avendo goduto dell´interesse e dell´attenzione di poeti, critici e storici dell´arte, non ha forse ancora ottenuto riconoscimenti adeguati al valore e alle qualità della sua ricerca. Formatosi all´Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Bruno Saetti e di Giuseppe Santomaso, dopo aver esordito con alcune iniziali ricerche di matrice informale, Pope si è dapprima impegnato in un´inventiva analisi degli emblematismi Pop, per approfondire quindi più complesse indagini geometrico-percettive, caratterizzate da una elaborata elaborazione progettuale delle concentrazioni e dispersioni delle energie luminose. In seguito, liberatosi, già a partire dai primi anni Settanta da ogni ossequio alle istanze ottico visuali, Pope ha indirizzato la propria creatività a una approfondita riflessione sui vari elementi e sul linguaggio stesso della pittura: nascono così i suoi Percorsi variabili caratterizzati dalla iterazione di bande cromatiche di uguale larghezza, costituite da due toni leggermente discontinui dello stesso colore, dispiegate a coprire interamente la superficie del quadro, innestando un sottile gioco di uniformità e di differenze. Pur apparentemente uguali, nessuna delle bande cromatiche che pervadono la superficie, proprio per l´obliquità che le informa, è infatti identica a qualsiasi altra. Ben presto Pope mette in questione i suoi stessi propositi operazionali, velando le sue opere precedenti di una sottile patina dorata. Lungi dal ridursi a mera fattualità, tale apparente cancellazione apre la strada a una sempre più puntuale riflessione sulle singole componenti della pittura e sulle loro relazioni dialettiche: tra supporto e superficie, tra colore e configurazioni immaginative, tra energia e controllo, studiate in un nuovo rapporto con lo spazio e l´ambiente anche tramite il frazionamento, in più parti, del piano dell´opera e la sua libera ricomposizione sulla parete. Avvicinatosi alle posizione della cosiddetta Pittura Analitica, mentre nel frattempo si moltiplicano le occasioni espositive e le sue partecipazioni a importanti rassegne e simposi in Italia e all´estero, Pope verrà sviluppando la propria creatività in una posizione di singolare equilibrio tra l´esplicarsi di una dirompente immediatezza espressiva di origine segnico-gestuale e l´approfondimento di più controllate istanze astrattiste di ambito razionale. L´emergere dell´evento cromatico appare così, non senza conflitti e linee di frizione, pur se ricomprese in un ordine strutturale e costruttivo, mentre per contro la forma non si mostra mai racchiusa in una intangibile, geometrica perfezione, lasciando così affiorare il pungente sapore della vita anche se trasfigurato nella creativa dimensione dell´opera. In questo orizzonte, molteplici emergono allora i riferimenti alla storia della pittura contemporanea; dalla vastità delle superfici di Clyfford Still alla perentorietà della cosiddetta Pittura Segnaletica, dall´impetuosa energia degli oscuri tralicci di Franz Kline, alla spirituale libertà del suprematismo di Malevitch, alla contemplativa metodicità delle immagini di meditazione di Albers. Nelle sue opere più recenti, Pope è andato sempre più affinando la qualità della propria pittura che, nella sempre più raffinata e vibrante perfezione del ductus, nella sottile invenzione dei timbri coloristici, nella calibrata delineazione e curvatura dei contorni, tali da conferire talvolta ai suoi splendidi velari cromatici una sottile virtualità spaziale, va sempre più qualificandosi come una irrinunciabile ricerca di bellezza, in opposizione alle brutture e alle cialtronerie che spesso ci circondano. La mostra sarà corredata da un catalogo di oltre 150 pagine (a cura di Dino Marangon), con 80 riproduzioni a colori e apparati biobibliografici e con testi e interventi di Isabella Panfido, di Michele Beraldo, di Diego Collovini, del filosofo Luigi Perissinotto e dello stesso Marangon. . .  
   
 

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