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Notiziario Marketpress di Martedì 22 Settembre 2009
 
   
  OLTRE 35 MILIONI LE PERSONE MALATE DI ALZHEIMER E DI ALTRE DEMENZE NEL MONDO, SECONDO IL NUOVO RAPPORTO ADI PRESENTATO NELLA GIORNATA MONDIALE ALZHEIMER

 
   
  Milano 22 settembre 2009 - Le persone che nel 2010 soffriranno di demenza saranno più di 35 milioni a livello mondiale. Lo ha comunicato, in occasione della Xvi Giornata Mondiale Alzheimer, l’Alzheimer’s Disease International (Adi) presentando il Rapporto Mondiale Alzheimer 2009. L’adi è una federazione non profit, con base a Londra, che riunisce 71 Associazioni nazionali, tra cui la Federazione Alzheimer Italia. Questi numeri rappresentano un incremento del 10% rispetto a quelli forniti dalla rivista scientifica The Lancet nel 2005. Secondo il Rapporto questi dati di prevalenza sono destinati a raddoppiare nei prossimi 20 anni: 65,7 milioni nel 2030 e ben 115,4 milioni nel 2050. I ricercatori ritengono che questo incremento percentuale sia legato innanzitutto alla disponibilità di nuovi dati pervenuti dalle nazioni a basso e medio sviluppo economico. Infatti, mentre le stime di crescita relative agli Stati Uniti sono in linea con le previsioni e quelle relative all’Est Asiatico addirittura inferiori, si registra un significativo incremento per Europa dell’Est, America Latina e Asia del Sud. “I numeri forniti dal Rapporto Mondiale Alzheimer 2009 fanno capire che la demenza è un’emergenza sanitaria che non può essere ignorata – ha affermato Marc Wortmann, direttore generale di Adi - Se non sarà tenuta sotto controllo comporterà oneri enormi per le persone, le famiglie, le strutture sanitarie e per l’economia globale. Noi auspichiamo che ogni nazione intervenga sia migliorando e sostenendo i servizi di cura e assistenza ai malati sia aumentando gli investimenti in ricerca. Australia, Corea, Francia e Inghilterra hanno già varato Piani Nazionali Alzheimer e altri piani sono in via di sviluppo in altri Paesi”. Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia, si batte perché anche il Governo italiano riconosca il carattere di emergenza della malattia, si impegni a migliorare i servizi di assistenza, creando intorno al malato e alla sua famiglia una rete territoriale che non li lasci soli ad affrontare il lungo e difficile percorso di malattia e aumenti gli investimenti per la ricerca. “La malattia continua ad essere sottovalutata e le risorse dedicate alla cura, ai servizi, all’assistenza e alla ricerca sono insufficienti – conclude Salvini Porro – se vogliamo definirci un Paese civile è indispensabile e urgente che il Governo vari un Piano Nazionale con politiche sanitarie che tengano conto delle reali dimensioni della malattia”. Il Rapporto Adi prende anche in considerazione l’impatto fisico, psicologico ed economico della demenza non solo sui malati ma anche sui familiari, amici, sistemi sanitari e tutta la società. Le statistiche citate nel Rapporto evidenziano che il 40-75% delle persone che si occupano dei malati con demenza soffrono di disturbi psicologici come risultato del loro lavoro di assistenza e che il 15-32% soffre di depressione. La demenza ha dei costi economici molto elevati: in Italia, secondo quanto emerge dall’indagine Censis, il costo medio annuo per paziente è stato calcolato in circa 60 mila euro l’anno tra costi diretti (25%) e costi indiretti (75,6%): questi ultimi a carico di 8 famiglie su 10. Il Rapporto contiene queste 8 raccomandazioni per l’Organizzazione Mondiale della Sanità e i governi nazionali. 1. L ’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) dovrebbe dichiarare la demenza priorità sanitaria mondiale. 2. I Governi nazionali dovrebbero dichiarare la demenza priorità nazionale e sviluppare piani nazionali per fornire sostegno ai malati e ai loro familiari; 3. I Paesi a basso e medio reddito dovrebbero creare piani per fornire assistenza sanitaria primaria e servizi per la comunità. 4. I Paesi ad alto reddito dovrebbero sviluppare programmi nazionali per la demenza con appositi finanziamenti. 5. E’ necessario sviluppare servizi che corrispondano alla natura progressiva della demenza. 6. E’ necessario fornire servizi che assicurino parità di accesso indifferentemente da età, genere, disabilità e residenza. 7. E’ necessario creare collaborazioni tra governi, persone con demenza, loro familiari, Associazioni che li rappresentano e organizzazioni sanitarie professionali. 8. E’ necessario stanziare maggiori investimenti per la ricerca sulle cause della malattia di Alzheimer e le altre demenze, le terapie farmacologiche e psicosociali, la prevalenza, l’impatto e la prevenzione della demenza. .  
   
 

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