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Notiziario Marketpress di Giovedì 24 Settembre 2009
 
   
  PRIMA GIORNATA DELLA CONFERENZA REGIONALE DI SIENA: COOPERAZIONE SANITARIA FATTORE DI SVILUPPO» E GINO STRADA PORTA L’ESPERIENZA DI EMERGENCY NELLE AREE DI CONFLITTO

 
   
  Siena, 24 settembre 2009 - Sostegno allo sviluppo dei sistemi sanitari, formazione, progetti di cooperazione che impegnano gli operatori, medici, infermieri e tecnici della Toscana in maniera integrata e coordinata: sono queste le linee che ispirano le attività di cooperazione sanitaria disegnate ieri dall’assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi nel suo intervento alla Conferenza di Siena. «Operiamo in una regione – ha detto tra l’altro Rossi – in cui la realtà della cooperazione è forte, così come sono forti i valori di solidarietà e di uguaglianza che fanno parte del pensare e del sentire delle persone. Quanto spendiamo in questi progetti contribuisce a migliorare l’attività stessa dei nostri servizi sanitari. I nostri operatori, a cui quando vanno all’estero riconosciamo la missione, torn ano a lavorare in Toscana umanamente e professionalmente migliori». «La cooperazione sanitaria – ha proseguito Rossi – può diventare un vero e proprio fattore di sviluppo, motore di occupazione qualificata, attrazione di competenze di alto livello. Penso ad esempio al progetto che stiamo sostenendo, con l’Associazione Sclavo onlus e l’Azienda ospedaliero-universitaria di Siena, per la produzione di un vaccino contro il tifo a basso costo e senza fini di lucro, e per la realizzazione di un laboratorio di ricerca per i vaccini cosiddetti negletti, senza mercato. E’ un progetto importantissimo, che connette strettamente l’aspetto umanitario con la dimensione di una possibile crescita economica nella nostra regione, un legame su cui dobbiamo, credo, ragionare di più». Il più recente indirizzo delle politiche toscane di cooperazione sanitaria riguarda infine lo sviluppo dei sistemi sanitari nei pa esi partner. «Sempre più spesso – ha affermato l’assessore Rossi – ci viene richiesta consulenza epidemiologica e supporto per la programmazione e lo sviluppo dei servizi e dei sistemi sanitari. Sviluppo che, alla fine, vorrà anche dire costruire nuovi ospedali o sviluppare nuove tecnologie, intensificare la formazione specialistica. Dobbiamo organizzarci meglio – ha concluso l’assessore Rossi – e investire di più. Il modello tutto economicista basato sul mercato che ha dominato in questi anni è in crisi. Personalmente attribuisco molta importanza a quanto accadrà negli Stati Uniti in materia di riforma sanitaria. Se anche negli Usa si affermerà il principio di una sanità per tutti anche l’Europa si sentirà meno assediata nella difesa dello stato sociale. Per quanto ci riguarda, infine, uno dei nostri obiettivi è quello di rispondere alla crescente frammentazione della società e a fenomeni sociali come l’immigrazione riservando una maggiore attenzione a chi meno sa e meno ha, migliorando l’accessibilità dei nostri servizi». Gino Strada, fondatore di Emergency ha portato la sua esperienza nelle aree di conflitto. «Per lavorare in queste zone – ha detto – bisogna essere neutrali, indipendenti e estranei al conflitto. Assistiamo oggi ad un raccapricciante revival di militarismo e al tentativo di legittimare il lavoro dei militari, comprando il mondo della comunicazione e anche il mondo umanitario. In Afghanistan spendiamo per il contingente 3 milioni di euro al giorno. Con quello che abbiamo speso finora si sarebbero potuti costruire e gestire 600 ospedali e 10. 000 scuole e nessuno ci avrebbe sparato addosso. Ma questa strada non è stata nemmeno pensata. Bombardare e ammazzare oggi si chiama “bonifica del territorio”. Lavorare in zona di conflitto – ha proseguito S trada – vuol dire lavorare contro il conflitto e contro la logica della guerra, curare tutti quelli che hanno bisogno. Questa è la vera, unica condizione. Ma è una cosa di difficile comprensione – ha concluso – anche nel mondo umanitario». .  
   
 

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