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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Ottobre 2006
 
   
  "IL CONTRATTACCO CARDIACO", DIAGNOSI E CURA EXTRAOSPEDALIERA DELL´INFARTO MIOCARDICO. L´ESPERIENZA DELL´AZIENDA OSPEDALIERA SAN GERARDO DI MONZA

 
   
  Milano, 23 ottobre 2006 - Nella sindrome coronarica acuta, che ogni anno in Italia - secondo fonti Istat - provoca circa 47. 000 morti, l´intervento degli operatori sanitari è mirato a ristabilire nel più breve tempo possibile il flusso dell´arteria interessata dall´occlusione. Le opzioni terapeutiche per il trattamento dell´infarto miocardico acuto Stemi (con slivellamento del tratto St) sono fondamentalmente due: la trombolisi, ossia la "dissoluzione" farmacologia del trombo che occlude la coronaria e l´angioplastica primaria, ossia la rimozione meccanica dello stesso. "L´avvento della terapia trombolitica ha trasformato radicalmente la gestione dei pazienti colpiti da infarto miocardico acuto - ha dichiarato il professor Patrick Goldstein, Direttore del Service d´Aide Medical d´Urgence della Clinica Universitaria di Lille - la cui complicanza più frequente è il decesso improvviso, che generalmente si verifica entro la prima ora dalla comparsa dei sintomi. La trombolisi - continua Goldstein - si è dimostrata capace di ridurre la mortalità sia precoce, sia a lungo termine di circa il 20%. Ma questo dipende dalla tempestività con cui si procede alla riperfusione. " Tutti gli studi che valutano l´effetto della terapia con fibrinolitico, infatti, mettono in luce la relazione tra il beneficio del trattamento e la precocità della somministrazione del farmaco, soprattutto se praticata tra i 30 minuti e le 2 ore dall´inizio della sintomatologia. Intervallo che può essere abbreviato dalla diagnosi e dalla cura pre-ospedaliera. Per questo motivo, l´Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza un anno fa ha applicato la terapia trombolitica nell´infarto miocardico acuto Stemi sulle proprie unità mobili del 118. Dal novembre 2005, su 129 pazienti colpiti da sindrome coronarica acuta con slivellamento del tratto St, assistiti dal Soccorso Sanitario Unità d´Emergenza del 118 Brianza, 30 sono stati sottoposti (tutti con successo) a trattamento con fibrinolitico pre-ospedaliero - ha affermato la dottoressa Gian Piera Rossi, Responsabile del 118 Brianza. Successo - continua Rossi - determinato anche dall´organizzazione della rete di assistenza al paziente con patologia cardiovascolare acuta nell´area della Brianza, che ottimizza le risorse sanitarie esistenti al fine di ridurre la mortalità dei pazienti stessi. " La rete di comunicazione e trasmissione dati che fa capo al Soccorso Sanitario Unità d´Emergenza del 118 Brianza, offrendo la possibilità di eseguire ed inviare alla Centrale Operativa e alle Unità di Terapia Intensiva Coronarica (Utic) l’elettrocardiogramma a 12 derivazioni di un paziente con sindrome coronarica acuta, è uno degli strumenti di evoluzione del sistema di soccorso d’urgenza e ha permesso di iniziare la riperfusione miocardica in fase pre-ospedaliera con terapia fibrinolitica. "In tutto questo, però, - conclude la dottoressa Rossi - l´elemento fondamentale è la tempestività con cui il paziente, colpito dai primi sintomi, chiama il 118 ". Il farmaco attualmente in uso sulle unità mobili del 118 Brianza, è un fibrinolitico di terza generazione (tenecteplase), ottenuto mediante l´impiego di tecniche di bio-ingegneria, che hanno consentito di apportare alla molecola dell´attivatore tissutale del plasminogeno mutazioni selettive a livello della sua catena aminoacidica. Queste nuove caratteristiche garantiscono, una riperfusione rapida e completa del circolo coronario e del microcircolo, una maggior efficacia nel dissolvere trombi meno recenti, un basso rischio di emorragie intracraniche, una bassa incidenza di riocclusione, un´assenza di effetti sulla pressione arteriosa. .  
   
 

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