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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Settembre 2009
 
   
  SECONDO GLI ESPERTI OCCORRE UNA TRASFORMAZIONE PER AFFRONTARE LE SFIDE MONDIALI DEL 2025

 
   
   Bruxelles, 29 settembre 2009 - Dopo un anno di lavoro, il gruppo di esperti in materia di prospezione "The World in 2025" ("Il mondo nel 2025") ha ora presentato i suoi risultati durante una conferenza tenutasi a Bruxelles il 24 settembre. Affrontare le sfide dell´immediato futuro - si legge nella relazione - potrebbe significare l´adozione di nuovi modelli di produzione e di consumo, nuove dinamiche rurali-urbane e nuovi equilibri di genere e intergenerazionali. Gli esperti hanno individuato le tendenze, le tensioni e transizioni principali, mettendo allo stesso tempo in evidenza le strategie che potrebbero aiutare le parti interessate della politica a prendere decisioni informate. Ritengono altresì che l´antagonismo per le risorse naturali e gli spostamenti del benessere, della produzione industriale e della popolazione potrebbero causare tensioni legate alle risorse naturali (prodotti alimentari, energia, acqua e minerali), alla migrazione e all´urbanizzazione. "Volgere lo sguardo contemporaneamente al passato e al futuro per cercare di capire come andare avanti nel presente rappresenta una grande sfida", ha detto José Manuel Silva Rodriguez, capo della direzione generale della Ricerca (Dg Rtd) della Commissione europea. "Spostandoci verso un nuovo modello di sviluppo socioeconomico, dobbiamo tenere presenti i bisogni di otto miliardi [di persone] nel 2025. E credo che se vogliamo riuscirci, è necessario un notevole impegno. " Secondo le stime del gruppo, entro il 2025 i centri di gravità, del benessere e della produzione industriale potrebbero spostarsi verso l´Asia, e gli Stati Uniti e l´Europa potrebbero perdere il loro vantaggio scientifico e tecnologico a favore dell´Asia. L´india e la Cina potrebbero produrre circa il 20% della ricerca e sviluppo (R&s) mondiale, vale a dire oltre il doppio di oggi. Nel giro di 16 anni, la popolazione mondiale raggiungerà gli 8 miliardi, si legge nella relazione, Il 97% della crescita della popolazione mondiale avverrà nei paesi in via di sviluppo, lasciando all´Unione europea meno del 7% della popolazione. L´aumento della popolazione potrebbe condurre ad una scarsità delle risorse naturali e un maggiore impatto sull´ambiente, secondo il gruppo di esperti. Questo potrebbe scatenare delle tensioni e dei cambiamenti nei modelli di produzione e di consumo, e spostamenti nei modelli di produzione/consumo e delle risorse naturali. Da queste difficoltà demografiche e delle risorse, il gruppo prevede che nascerà un nuovo modello di produzione e consumo "socio-economico". Le nuove tecnologie (fonti di energia rinnovabile, cattura e stoccaggio del Co2, energia nucleare e celle a combustibile e idrogeno), nonché i cambiamenti del comportamento sociale, sostenuti da incentivi economici, contribuiranno alla riduzione del consumo di energia (migliore isolamento termico delle case, sostituzione di automobili inquinanti con modelli più ecocompatibili, uso aumentato del trasporto pubblico). Commentando i risultati durante una presentazione, un esperto del gruppo, Joao Caraca della Fundacao Calouste Gulbenkian in Portogallo, ha detto che l´Europa ha bisogno di una buona politica per riuscire a mantenere la sua posizione tradizionalmente forte nello svilippo di innovazione d´avanguardia che non sia semplicemente basata sull´applicazione di miglioramenti alla tecnologia esistente. "Non si può veramente inventare qualcosa di nuovo per cui non c´è mercato, senza avere a disposizione un´altra struttura. [. ] Occorrono forti politiche pubbliche. " Nella relazione si legge che mentre numerosi avanzamenti scientifici e tecnologici creeranno delle controversie nella società, l´Europa - essendo ricca di dibattiti e di esperienze di governance partecipapativa - ha i mezzi adatti per gestirle e coinvolgere la società civile nella ricerca. L´accesso globale alla conoscenza, però, insieme allo sviluppo di norme gongiunte globali e la diffusione rapida a livello mondiale di nuove tecnologie, avranno un enorme impatto sul futuro benessere dell´Europa. Gli approcci che guardano al futuro aiutano a costruire visioni condivise delle sfide europee future e a valutare gli impatti delle politiche alternative. Un metodo qualitativo e partecipativo ("Prospezione") combinato con un metodo quantitativo e operativo ("Previsione") permette di sviluppare migliori politiche a lungo termine, come ad esempio la strategia europea post 2010 e le politiche europee per la ricerca e l´innovazione. Attraverso il tema "Scienze socioeconomiche e scienze umane" del Settimo programma quadro (7° Pq) l´Unione europea finanzia le attività orientate al futuro con circa 30 milioni di euro. Il gruppo di esperti è stato lanciato nel 2008 dalla Dg Rtd, in collaborazione con l´Ufficio dei consiglieri per le politiche europee (Bepa). Tra i membri del gruppo c´erano rappresentanti di gruppi di specialisti, delle università, della Commissione europea e di organi governativi. Dai cinque incontri del gruppo, avvenuti nel 2008 e nel 2009, sono risultate due pubblicazioni: la prima raccoglie i contributi dei singoli esperti, mentre la seconda contiene i punti salienti delle loro conclusioni ed è intitolata "The World in 2025 - Rising Asia and socio-ecological transition" ("Il mondo nel 2025 - L´ascesa al potere dell´Asia e la transizione socio-ecologica"). La relazione "The World in 2025 - Rising Asia and socio-ecological transition" è disponibile su: http://ec. Europa. Eu/research/social-sciences/pdf/the-world-in-2025-report_en. Pdf Per maggiori informazioni sulla ricerca in materia di prospezione e previsione finanziata dall´Ue nell´ambito del tema "Scienze socioeconomiche e scienze umane", visitare: http://ec. Europa. Eu/research/social-sciences/implementation_en. Html .  
   
 

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