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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Settembre 2009
 
   
  ASSOCAMERESTERO: SCATTO DELLE ESPORTAZIONI NEL MESE DI LUGLIO A FARE DA TRAINO SOPRATTUTTO I PAESI EXTRA-EUROPEI: CON UN INCREMENTO CONGIUNTURALE DEL 7,9%, L’ITALIA SUPERA LA FRANCIA E DIVENTA IL SECONDO ESPORTATORE EUROPEO VERSO QUESTI MERCATI, ATTESTANDOSI SU UNA QUOTA DELL’11,2%, SECONDA SOLO ALLA GERMANIA (25%)

 
   
  Roma, 29 settembre 2009 - Segnali di ripresa a luglio per le esportazioni italiane sui mercati mondiali (+3,1% nei dati destagionalizzati rispetto a giugno) e su quelli europei (+1,7%), sebbene il dato su base annua segna una riduzione rispettivamente del 21% e 24%. Già nel secondo trimestre 2009, in recupero le vendite di prodotti italiani all’estero rispetto al trimestre precedente: l’Italia è il secondo Paese per incremento dell’export tra i primi dieci esportatori mondiali (+4,2%), dopo la Corea del Sud. “Questi risultati sono il frutto di un lento processo di recupero delle vendite, che ha interessato soprattutto il secondo trimestre 2009 e si inserisce in un percorso di ampliamento dell’esposizione internazionale del nostro Paese, indubbiamente rallentato dalla crisi mondiale, ma senza provocare un’inversione di tendenza – sottolinea Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat sul commercio estero diffusi oggi - l’Italia infatti è l’unico tra i principali competitor europei a veder crescere il proprio grado di apertura nel 2008 (20,1% rispetto al 17,8% del 2007), mentre negli ultimi dieci anni vanta un incremento (+4,5%) secondo solo a quello della Germania (14,5%)”. Quanto ai settori tipici del Made in Italy, la meccanica e il tessile-abbigliamento-calzature registrano a luglio un surplus di 3,9 e 1,5 miliardi di euro, il miglior dato dal novembre 2008. Per quanto riguarda invece le principali destinazioni delle merci, nel mese di luglio segnali positivi vengono sia dai nostri principali partner europei (Germania, +24,5%, Francia, +18,8% e Spagna, +17,4%) che da soli fanno oltre il 30% dell’export, sia da aree caratterizzate da una forte presenza imprenditoriale italiana, come i Paesi dell’Est (+21%, con un valore pari a 2 miliardi di euro). “Percepiamo un processo di riposizionamento qualitativo del prodotto italiano nel mondo: dinanzi a una riduzione delle quantità vendute, le nostre imprese riescono a tenere i margini soprattutto su alcuni mercati strategici fuori dall’Europa, in particolare Cina, India e Stati Uniti”, conclude Esposito. .  
   
 

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